Doppio appuntamento episodio eccitantissimo con Lost in my memory.
Oggi la nostra eroina scoprirà le delizie del sesso saffico....
Con questa doppia pubblicazione si conclude (purtroppo incompleta) questa serie dell'amatissima Letizia Amore.
Come potrete constatare l'ultimo paragrafo presenta dei buchi ma Letizia teneva tantissimo a questa serie e ritengo corretto pubblicarla così.
Donato
EPISODIO 9
Mi stavano aspettando, sullo schermo del televisore, scorrevano ancora le immagini del mio breve filmino, sembravo veramente una porno star, piegata, testa china, con le ginocchia e le mani sul duro pavimento, come una cagna e Giovanni, che me lo spingeva rudemente nel buchino del culo, mentre gemevo e godevo agitandomi,
-:Bene, sei tornata! Allora, Dario, l'hai conosciuto, lui è Giuseppe, e questa bambolina bionda è Vanessa, la mia schiavetta tutto pepe!
esordì, Giovanni, fissandomi con aria sorniona, cos'aveva in mente il bastardo!? Si alzò e mi si avvicinò, passò la mano fra le mie cosce, carezzandomi lascivamente la fessurina fradicia,
-:Dario, non potevi proprio resistere a quelsto bel culetto da puttana, vero!? Va bene!
aggiunse, spingendomi con forza due dita nel buchino del culo, ancora largo, dopo che il suo amico mi aveva presa rudemente, con il suo lungo e grosso palo di carne, sul mio lettino. Mi sentivo ancor più nuda di prima, violata, come una vacca al mercato delle carni, una puttana messa in mostra davanti ai possibili acquirenti, eppure, nonostante sentissi la pelle del viso ardere, ero sicuramente paonazza, mi tremavano le gambe e desideravo quei grossi e duri, pali di carne, che danzavano laidamente, davanti ai miei occhi, dentro di me. Cos'avevano in mente quei quattro, lo scoprii molto presto, lui, non era certo il tipo da tirarla per le lunghe e a quanto avevo potuto vedere, nemmeno i suoi amici, quel che volevano se lo prendevano, così come aveva fatto Dario, pochi minuti prima, con la mia bocca e il mio culetto, che ancora pulsava,
-:Vanessa, tu sai cosa devi fare, cosa voglio vedere, vai e attenta a non deludermi!
disse alla sua ancella, mollandole un sonoro sculaccione, che arrossò immediatamente la pelle candida del suo culetto, facendola sobbalzare. La biondina mi si avvicinò, non avevo capito cosa volesse da me, mi aspettavo di vederla dedicarsi ai duri membri dei compari di Giovanni. Si inginocchiò, cogliendomi di sorpresa e ponendomi le mani sulle sode mele del culo, senza dire nulla, cominciò a picchiettare sagacemente, il bottoncino dell'amore con la punta della lingua, sentii un calore enorme, provenire dalla fessurina, in vero ero già eccitata da prima e contrariamente a ciò che pensai in quel momento; non avevo mai nemmeno lontanamente pensato di poter fare sesso con un'altra ragazza, anzi al solo pensiero mi si rivoltava lo stomaco; le misi una mano tra i capelli e schiacciai le sue labbra sulla mia fessurina fradicia. Un lampo, una scossa, come una saetta, percorse la mia schiena, colpendo i centri nervosi alla base della testa, la sua lingua si spinse fra le labbra della mia micina e un orgasmo mi travolse come un fiume in piena. Con le gambe molle e gli occhi chiusi, continuavo a premere le sua testa fra le mie cosce, sentii una mano sul mio culo, senza aprire gli occhi, girai la testa, aspettando di essere baciata, un dito si spinse nel mio buchino e le labbra di quello sconosciuto, si posarono sulle mie. Aprii la bocca e spingendo la lingua fra le sue labbra cercando la sua, un lungo caldo bacio, mentre Vanessa, continuava a leccare la mia fessurina e solleticare il durissimo bottoncino, un'altro dito si spinse nel mio culetto, facendomi tremare le gambe,
-:Sdraiti, voglio vederti leccare la figa di Vanessa, voglio vederti fare la troia, la lesbica con lei!
non era la voce di Giovanni, aprii gli occhi, lo sguardo caldo di Dario, mi sciolse. Oh mio dio, no! No, leccare la "figa" di una ragazza, io!? No! Non l'avevo mai fatto; sapevo che molte mie amiche lo facevano, o almeno così si sussurrava tra i banchi a scuola; ma io non ci avevo mai nemmeno pensato e la cosa mi rivoltava, ma con i suoi occhi dolci fissi nei miei, non riuscii ad opporre la minima resistenza e spinta delicatamente da lui, mi sdraiai, pronta ad assecondare quella sua fantasia. Vanessa, venne sopra di me e mi ritrovai con la sua fessurina davanti alla bocca, non l'avevo mai vista così; anche con lo specchietto del trucco, non è facile guardarsi; era rosa, lucida di umori caldi e profumati, un odore che avevo sentito sulle mie dita, sul membro duro di Giovanni, dopo che mi aveva fatto godere e che; in quel preciso istante; mi fece perdere letteralmente il controllo. Sentii la sua lingua saettare tra le labbra umide della mia fessura e avvicinando la biondina bocca alla sua passerina, tirai fuori la lingua, lambendo il suo bottoncino duro e sensibile. Sentii la sua pelle fremere, il suo corpo vibrava, scosso da un'incredibile tremore e improvvisamente dalla sua fessurina, sgorgò impetuoso un caldo getto di piacere, sapevo bene di cosa si trattava, era già successo anche a me di squirtare come una veta fontana e sebbene sorpresa, non mi tirai indietro. Il succo del suo piacere, scivolò sulla mia lingua e nella mia gola, placando inverosibilmente l'arsura della mia bocca. Mi spinse due dita nel buchino del culo e cominciò a masturbarmi, mentre la sua lingua continuava a scavare nella mia passerina, sconvolta mi lasciai andare completamente e mentre godevo, cominciai a penetrarla con le dita a mia volta. Non avrei mai creduto che fare sesso con una ragazza, mi sarebbe piaciuto cosi tanto, che il sapore del suo piacere, della sua fessurina, mi avrebbe dato un simile piacere, così come non avrei mai pensato, che una ragazza, sarebbe stata molto più abile di un uomo, nel leccarmi. Avevo davanti agli occhi il suo bel buchino del culo, rosa come un bocciolo, che si contraeva in dolci spasmi invitanti, lo carezzai carenzai con un dito, Vanessa, sospirò languidamente e lentamente lo spinsi dentro, godendo dei suoi dolci gemiti. Stava godendo come un'autentica indemoniata, il suo buchino caldo e accogliente pulsava al ritmo del suo orgasmo, ansimava e muoveva il bacino, strusciando la sua fessurina sfradicia sulla mia bocca, inondandomi del suo caldo succo saporito, facendo in modo che la mia lingua sprofondasse tutta dentro di lei. Ci rotolammo letteralmente sul pavimento e mi ritrovai con la lingua nella sua bocca, mentre con le dita frugavo nella sua fessura fradicia, in quel momento; credo sia una cosa naturale in certi momenti; avrei voluto capire, provare ciò che provano gli uomini, avrei voluto avere un coso tra le gambe, per poterla penetrare e godere di lei. Strusciai il ventre contro il suo e la gamba tra le sue cosce, premendola sulla sua fessurina bollente, le strizzai un seno, la volevo, ero letteralmente fuori controllo. Vanessa, si fece sopra di me, mi spalancò le gambe, strusciando il pube contro il mio, mentre continuava a baciarmi indemoiata, mi strapazzava il seno, strizzandomi i capezzoli, godevo inverosimilmente,
-:Voglio leccartela, girati, voglio leccarti la figa! Girati puttana, dammi la tua figa!
parole che sino a poche ore prima non avrei meai nemeno pensato, ma che in quel momento mi uscirono con naturalezza, volevo leccarle la fessurina, setire il brodo caldo del uo piacere inondare la mia bocca. La biondina, obbedì senza aspettare, si sollevò e mi si sedette con la micina sullamia bocca, era un vero lago, sentivo sulla lingua il suo nettare. Dario, si avicinò e mentte io leccavo quella dolce fessura, le mise il suo duro arnese in bocca, guardi con invidia Vanessa, farlo scivolae tutto fra le labbra. la fece voltare e mettere carponi sopra di me. Avvicinò, il suo grosso pennone duro, si avvicinò alla mia bocca, Giovanni, aveva capito bene, che ero una vera troia e davanti a due cosi così grossi, non sarei riuscita a resistere, per questo aveva scelto i suoi amici più dotati. Soggiogata da quella grossa verga, iniziai a succhiarlo, Vanessa, continuava con quel suo lento e deciso lavorio di lingua, nella mia passerina e ben presto mi portò ad un nuovo orgasmo. Dario, sfilò, con mio grande disappunto; stavo ormai pregustando il suo denso e cremoso schizzo di piacere; il suo grosso pistone dalla mia bocca, lo puntò fra le sue belle mele sode e con una violenta spinta di reni, glielo spinse tutto dentro. Oh, dio mio, che voglia, avrei voluto essere al posto di Vanessa, e sentire quel grosso palo di carne rovente, bruciare dentro il mio buchino voglioso. Guardavo il grosso coso di Dario, entrare e uscire rudemente da quel buchino accogliente, continuando a leccare avidamente la fessurina della mia giovane amante, che era sempre più fradicia. Qualcuno, Giuseppe, mi sfilò, da sotto a Vanessa, tirandomi per i piedi e facendomi strusciare sul freddo pavimento, notai con la coda dell'occhio, Giovanni che con quela maledetta videocamera, stava filmando le mie nuove imprese, ma la cosa anzichè infastidirmi; ben sapendo che sarebbe stata una nuova arma di ricatto nelle sue mani; mi eccitò terribilmente. Mi misi gattoni e senza dire nulla, mi iniziai a succhiare il grosso tarello del suo amico. Non era lungo come quello di Dario, né quello di Giovanni, ma era veramente largo, enorme, la punta scura, larga e quasi piatta, mentre il corpo pieno di vene gonfie, a metà si gonfiava a dismisura, assumendo una forma stranissima, che ricordava proprio quella di un porcino. Quel coso smisurato riempiva la mia bocca, sin quasi a soffocarmi, mentre Vanessa, che era rimasta dietro di me, cominciò a leccarmi il buchino del culo, Giuseppe, mi mise una mao sulla testa e mentre; scossa da un lungo orgasmo; cercavo di ingoiare tutto il suo palo incredibilmente duro, capii che ultimo a godere del mio corpo, non avrebbe rinunciato ad abusare del mio culetto. Avevo già provato, sia quello dello "zio" che quello di Dario, ma nessuno dei due, era largo come quell'ultimo e la cosa mi preoccupava, ma allo stesso tempo, non vedevo l'ora di sentirmi allargare tutta.
EPISODIO 10
Non so cosa stssse aspettando, ma quell'attesa, impazzivo di desiderio, sentendo la dura punta del suo strano coso, strusciare lascivamente tra le mie chiappette e sul buchino del culo, mi muovevo sinuosa, spingendomici contro sguaitamente, come una troia senza pudore,
-:Sbattimelo nel culo, porco! Spaccami il culo con il tuo bel cazzo duro! Sfondami tutta!
esclamai ormai senza ritegno, per tutta risposta mi sculacciò violentemente, mi morsi le labbra per non guaire; il mio comportamento da vera troia e il mio culetto sembravano attirare quelle sonore manate, come il miele attira le mosche; cominciò a spingere con forza, tirandomi a se con le mani ancorate sui miei fianchi. La grossa cappella, con la sua strana forma, faticava ad entrare, ma; nonostante il dolore; volevo sentirlo entrare tutto rudemente, nel mio culetto e lo incitavo lasciva, muovendo i fianchi sinuosamente. Mi sculacciò ancora, con crudeltà, poi una, due, tre poderose spintee, lo sentii lacerarmi il buchino del culo ed entrare tutto violentemente. Urlai rauca, il suo coso, così grosso e strano, fece una fatica bestiale, ad entrare nel mio culetto, nonostante la prepotente irruenza di Giuseppe, e il largo buchino del culo, che era già stato abbondantemente abusato e spanato, dai suoi amici, mi sentivo lacerare atrocemente. Lo sfilò lentamente, sino a far uscire la dura cappella, per poi spingerlo nuovamente dentro con violenza e il mio buchino si allargava con crescente cedevolezza, stava sfondandomi il culo nel senso letterale del termine. Quel supplizio, che mi stava facendo gemere di dolore e godere come una troia, proseguì sino a che, con grande soddisfazione di Giuseppe, sottolineata da un suo tracontante apprezzamento, la grossa cappella dura e larga, iniziò ad entrare brutalmente, senza più incontrare resistenza. Vanessa, ansimava e gemeva, guardandiomi lasciva, mentre Dario, con il suo grosso e lungo palo di carne, continuava a farla sobbalzare penetrandola con veemenza nel culo, gattoni sul pavimento, si avvicinò e mi baciò con ardore, Dario, mi sorrise, quindi guardò poco sopra le mie spalle e con sguardo vizioso, strizzò l'occhio a Giuseppe. Egli si fermò, stavo godendo e protestai, mi sculacciò con forza; quel violento sculaccione, mi fece bruciare la pelle e godere allo stesso tempo; quindi si stese sul pavimento. Il suo grosso fungo di carne, svettava imperioso puntando il cielo; deglutii a secco, era veramente grosso e sapere che era entrato tutto nel mio culetto, sfondandomi, mi dava un brivido di piacere enorme; lo presi nuovamente in bocca, un rapido assaggio, prima di impadronirmene con ardore, farlo scivolare dentro la mia micina fradicia di desiderio e cavalcarlo con bramosia. Dario, mi fece piegare sul suo amico e un'attimo dopo, lo sentii che penetrava, con il suo lungo, duro e grosso pistone, il buchino del culo, ancora bollente. Oh, santi numi, l'enorme tarello di Giuseppe, nella micina, mi allargava tutta e l'altro grosso palo di carne, che penetrò il mio corpo da dietro, sembrava mi volessero sventrare, così era troppo, "no, fermi, così mi spaccate in due", pensavo mentendo anche a me stessa, mentre stavo già cominciando a godere di quella doppia penetrazione, mi muovevo sinuosa; mentre loro incominciavano a spingersi dentro e fuori dal mio corpo, con brutalità; alla sfrenata ricerca di una penetrazione sempre più profonda. Dario, mi tirò i capelli, quasi fossero briglie di un cavallo, costringendomi ad alzare la testa e anche lo "zio" Giovanni, si unì a loro, spingendomi il suo coso, in gola. Come un'autentica troia, pronta a esaudire ogni loro voglia, cominciai a succhiarlo avidamente. Era l'unico, sino a quel momento, che ancora non aveva goduto di me e volevo, "ripagarlo" del vizioso piacere che stavo provando, con voluttà. Vanessa, aveva preso il posto di Giovanni, e con la videocamera in mano, mi stava riprendendo in primo piano, mentre succhiavo il coso di quest'ultimo, mi detto da fare, davanti a quell'obiettivo. Ora, reggendomi, non più coi palmi sul pavimento, ma ben arpionata alle natiche sode dello "zio", mi tirai a lui, facendo entrare tutto il suo coso nella mia bocca, leccai la dura cappella, tintinnai con la lingua il frenulo, il buchino, dal quale già cominciavano a uscire le prime goccioline di piacere. La biondina, mi girò attorno, sapevo già cosa voleva fare, un bel primo piano della mia fessurina e del mio culetto, sfondati e penetrati in contemporanea da quei due grossi pennoni. Cominciai a muovere il bacino sinuosamente, in modo da agevolare la penetrazione alternata di quei due bestioni possenti, ammiccando con il corpo alla videocamera, come fosse la mia quarta amante. Smaniavo, ansimando forte, volevo rivedermi; anzi in vero, vedermi, poiché in quella posa, non mi era possibile farlo; squassata da quei grossi "cazzi", uno nel buchino del culo, uno nella "figa" e il terzo in bocca. Vanessa, era una vera troietta indemoniata, si fermò davanti a me, la videocamera posata in terra, fissandomi lasciva con le gambe spalancate e mentre godevo, posseduta rudemente da tre uomini assieme, cominciò a masturbarsi freneticamente con le dita nella fessurina. Giovanni, Giuseppe, e Dario, si cambiarono di posto più volte, non riuscivo più a controllarmi, ero come un vulcano in eruzione, esplosiva e accaldata. Ero iuscivo a riconoscere anche i loro cosi, ora nel mio culetto, poi nella mia fessurina, che mi regalavano orgasmi irrefrenabili, allargandomi tutta, oramai, della verginità persa solo il giorno prima, non vi era più traccia, i miei buchini erano stati profanati e slabbrati dovutamente, ero diventata una vera troia. Lo ero dentro e lo ero fuori, non mi domandavo più se era giusto, sbagliato, o perché mi stessi comportando così, l'unica cosa che mi interessava, era soddisfare la mia voglia. Soddisfatti, dopo una lunga ed estenuante monta, mi lasciarono così, con la bocca, il ventre e il buco del culo, colmi della loro crema densa. Vanessa, si avvicinò lentamente e cominciò a leccare avida, il mio corpo e il denso liquido di cui ero imbrattata, le misi la mano sulla testa e le premetti le labbra sulla mia micina slabbrata, godendo, ancora febbricitante di desiderio.
Dovevo vincere, non potevo essere seconda a quella biondina slavata, sfilai lasciva davanti ai "giudici", ma mi sottrassi rapidamente alle loro mani, protratte in avanti per toccare il mio corpo, dovevo farli letteralmente impazzire, se volevo vincere quell'assurda sfida. Tenendomi a debita distanza, mi piegai in avanti, porgendo loro le spalle e il fondoschiena, carezzandomi le gambe, mi risollevai sinuosa e avvicinandomi a Vanessa, le girai attorno lasciva, quando fui alle sue spalle, mi abbassai carezzando i suoi fianchi e le sue cosce vellutate, la troietta era già tuta un fuoco e quando sfiorai con le dita l'interno coscia, allargò le gambe. La mia mano giunse sulla sua fessurina, approfittando dello spaccato che si era aperto tra le sue gambe larghe, allargai le cosce anch'io e mentre le mie dita affondavano nella fessura fradicia della mia "rivale", cominciai a toccarmi lascivamente. La scena, doveva essere, dal punto di vista dei nostri spettatori, veramente eccitante, perchè potevo leggere nei loro occhi, una fervida e morbosa bramosia. Poggiai le mani sulle mele sode di Vanessa, allargandole e spingendo la lingua nel suo buchino rosa e invitante, si piegò in avanti, era eccitatissima. La sua fessurina, colava il nettare del suo piacere lungo le cosce e io, forse più eccitata di lei, mi affrettai a raccogliere con la lingua; leccando la sua pelle fremente di desiderio; quella broda dolcissima. La piccola sfida era finita, Vanessa, era caduta trappola, della sua stessa vanità e io ero la vera vincitrice, non solo i tre "giudici" eccitatissimi, erano stati rapiti dalla mia lussuria, ma la mia "rivale" era succube della mia innata natura lasciva.
2 commenti:
Commento ora al termine della serie con riserbo dicendo semplicemente:"tutto questo è molto molto bello...e toccante"
Ho trovato la storia veramente intensa, in questa serie Letizia ha forse mostrato di se il meglio, calandosi letteralmente nel personaggio, tanto da sembrare ricordi tratti da un diario personale! Mi mancherà non poter leggere altre sue storie!
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