Oggi pubblichiamo un racconto molto stuzzicante della bravissima Clarissa Poggi che stavolta va a toccare una tematica ancora diversa da quelle già affrontate.
Il racconto è molto sexy ed eccitante ed invito tutti a leggerlo ma oggi mi preme portare la vostra attenzione sul libro cartaceo puibblicato dalla nostra Clarissa per Book Sprint Edizioni .
Trattasi di una raccolta ovvaimente erotica ove Clarissa da spazio al suo vissuto e alle sue fantasia.
Vi invito ad acquistarlo sul sito di boosprint edizioni!
https://booksprintedizioni.it/libro/racconto/le-mie-fantasie
Donato
Lo schiavo
Le sue referenze erano perfette e per di più era di bell'aspetto; non esitai ad assumerlo come segretario quando si presentò nel mio ufficio. Fui molto colpita dal suo zelo e dai suoi modi umili e rispettosi che rasentavano quasi un atteggiamento di sottomessa ammirazione nei miei confronti.
Certo, questo non poteva farmi che piacere. Averlo in ufficio e sentirmi quasi adorata, mi rendeva sicura e accresceva la mia autostima. Mi sarei potuta accontentare di tutto questo ed accettarlo per quel che sembrava, devozione di un dipendente che riconosce il mio comando e le mie qualità, cosa che raramente capita ad una donna. Ma io ero curiosa e non potevo non interrogarmi su quel suo comportamento così inusuale.
Presto altre cose iniziarono ad insospettirmi, in particolare la frequenza con cui il suo sguardo cadeva sui miei piedi, quasi fissandoli, e i continui complimenti che mi faceva tutti i giorni per le scarpe che calzavo.
Tutto questo, dopo un paio di settimane, fu già sufficiente per farmi intuire la vera natura del suo atteggiamento troppo sottomesso nei miei confronti, ma io volevo essere assolutamente certa che fosse come pensavo e per questo iniziai a stuzzicarlo, analizzando attentamente le sue reazioni.
Notai che mi bastava sfilare le scarpe perché lui cominciasse a sbirciare ossessivamente sotto la mia scrivania.
Da dove sedeva lui non poteva vedermi mentre lo facevo, ma gli bastava sentire il suono vellutato del mio piede che scivolava fuori dalla scarpa per accorgersene.
Era come se tutti i suoi sensi fossero concentrati sui miei piedi e questo cominciò a divertirmi, spingendomi a continuare il gioco anche in seguito, quando ormai ogni ulteriore prova sarebbe stata superflua. Non appena arrivavo in ufficio lui correva come un cagnolino a salutarmi e mi serviva il caffè, ed io ero sempre più curiosa di vedere fin dove avrei potuto farlo arrivare.
Per questo una mattina in cui non c'era molto lavoro da svolgere, non appena mi ebbe servito il caffè, cominciai a lamentare dolori ai piedi a causa dei tacchi. Lui era in piedi davanti a me e la sua reazione non si fece attendere: in un attimo lo vidi in ginocchio, implorandomi quasi di accettare le sue cure.
Ma io non accettai subito; visto che gli piaceva supplicare in ginocchio, gli avrei dato la possibilità di farlo.
Gli feci notare che non era assolutamente il caso che lui facesse
qualcosa di così umiliante per me, che non mi sembrava giusto che lui si sentisse obbligato a farlo solo perché era un mio dipendente.
-"Ma no, non lo faccio perché mi sento costretto, per me sarà una gioia potermi prendere cura dei suoi piedi"-
A queste parole non mi riuscì di trattenermi ed esplosi in una risata che gli fece comprendere che ormai lo avevo scoperto.
-"Per te sarà una gioia stare ai miei piedi?"-
Il suo rossore e il suo imbarazzato silenzio mi fecero tenerezza, mi resi conto di essere stata crudele a deriderlo a quel modo, non mi restava che dargli ciò che tanto a lungo aveva desiderato per farmi perdonare di averlo preso in giro.
Lui continuava a starsene zitto e in ginocchio davanti a me, allora mi tolsi le scarpe per porgergli i piedi e farmeli massaggiare, ma senza volere finii con lo sfiorare le sue labbra per un breve istante. La sua bocca rispose subito con un bacio. Un piacere inaspettato, un brivido lieve che dalle dita sali lungo la mia schiena, lasciandomi senza fiato.
Nessuno prima di allora mi aveva baciato i piedi, a malapena me li avevano massaggiati, e neanche nel migliore dei modi. Quella sensazione mi sorprese ed il mio piede non poté resistere al desiderio di tornare nuovamente su quella fonte di piacere, fermandosi su di essa per provare ancora quei brividi così dolci.
Le sue mani cinsero delicatamente il mio piede per sorreggerlo, mentre le sue labbra morbide accarezzavano le mie dita. I suoi baci divennero poco a poco più umidi e passionali, un lento crescendo che mi travolse e mi sorpresi a raggiungere un tenero ed irruente orgasmo, mentre le carezze della sua lingua avvolgevano i miei piedi. Ma lui non si fermò, continuò a leccarli ancora e ancora... e la mia eccitazione di nuovo era sul punto di esplodere sentendo la sua lingua tra le mie dita.
Non potei resistere e lo spinsi via col piede, costringendolo a stendersi sul pavimento. Salii su di lui e presi il suo sesso tra le cosce, godendo nel sentirlo pulsare dentro me... ma volevo sentire ancora quel piacere e misi un piede sul suo viso mentre lo cavalcavo. Lui riprese subito a leccarlo ed il mio orgasmo fu intenso e travolgente, più di quanto potessi anche solo immaginare.
Mi abbandonai esausta, tenendolo ancora dentro me, ancora lo sentivo pulsare, accarezzandomi, mentre lui continuava a leccarmi il piede e a succhiarmi le dita con trasporto.
Lo sentivo mio, e mi divertii a strofinargli il piede sulla faccia, godendo della sua eccitazione che sentivo ancora dentro me.
-"Sembri un cagnolino"- dissi, notando il modo in cui seguiva i movimenti del mio piede per poterlo leccare ancora.
-"Sì, questo sarò per te, se tu lo vuoi"- rispose con un lungo bacio sul mio tallone che sostò sulla sua bocca.
-"Sì, questo sarai"- gli risposi, sorridendo nel sentirlo venire dentro me.
Clarissa
1 commento:
bellissimo racconto molto particolare che tocca " corde " sensibili alla mia mente .. grazie per averlo postato e complimenti a Clarissa Poggi
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