Torna la nostra amica Clarissa con un racconto davvero eccitante.
Leggetelo con attenzione perchè ne vale la pena.
Vi ricordo che Clarissa ha pubbicato un libro di ottimi racconti erotici intitolato LE MIE FANTASIE che potete trovare anche su google play!
Donato
Ossessione della fica di Clarissa
"《 Mi alzai, l’afferrai con forza, la piegai sul bordo del letto e glielo infilai nel culo senza pensarci due volte..."》
La sua fica era ovunque. Non riuscivo a pensare ad altro. Bastava uno sguardo, un suo movimento lento mentre camminava nuda per casa, e sentivo il cazzo pulsarmi tra le gambe.
Clarissa lo sapeva. Lo sapeva bene.
Quel giorno era cominciato come tanti: io sul divano, lei in cucina con addosso solo una maglietta che non le copriva nemmeno il culo.
-"Ti vedo che mi guardi il culo anche quando fingi di leggere."
-"Ti sbagli."
Si girò di colpo, sollevò la maglietta e si abbassò le mutandine.
Fica liscia.
Aperta.
Profumata.
-"Allora guarda bene."
Mi alzai di scatto. Le afferrai i fianchi.
-"Io questa fica te la mangio viva."
-"Allora fallo, stronzone. Fallo adesso."
La piegai sul tavolo. Le slacciai il tanga con una mano, mentre con l’altra le accarezzavo il culo. Era calda, bagnata, già pronta.
La mia lingua arrivò subito dove doveva: clitoride duro, labbra gonfie, sapore di Clarissa.
Un sapore che avevo addosso anche quando non c’era.
Lei gemeva, si toccava da sola, si spalancava per me.
-"Leccamela tutta… non fermarti… Dio che lingua hai…"
E io non mi fermavo.
Volevo vederla squirtare sul tavolo, volevo sentirla urlare, volevo sentirmi inzuppato della sua fica.
Quando l’orgasmo la travolse, tremava ovunque. Mi guardò da sopra la spalla, con gli occhi accesi.
-"E ora scopami."
La presi da dietro, senza nemmeno togliermi tutto. Solo il cazzo fuori, duro, pulsante. Entrai nella sua fica in un colpo solo.
-"Ahhh… sì… così… scopi bene quando sei affamato della mia figa…"
-"Io vivo solo per questa figa. Lo sai. Ne sono malato."
-"Allora fammi male. Prendimi tutta."
Il rumore della pelle contro la pelle rimbalzava sui muri.
Slap. Slap. Slap.
Le mani le stringevano i fianchi, poi il collo, poi le tiravo i capelli. Lei godeva, si piegava ancora di più, si toccava il clitoride mentre il mio cazzo le scavava dentro.
-"Vieni in bocca, ora. Voglio sentirtelo in gola."
Mi inginocchiò sul divano, si infilò fra le gambe e iniziò a succhiarmelo come una porca.
-"Mmmm… lo adoro così… duro di fica… ummmm… mi fai impazzire…"
Mi guardava dal basso, sguardo da puttana felice. Slurp, leccate lente e poi colpi profondi fino a farsi lacrimare gli occhi.
-"Sei mia, Clarissa."
-"Sì, tua… cazzo, fammi ingoiare tutto…"
E venni.
In gola.
Dentro.
Fortissimo.
Lei inghiottì tutto, si pulì le labbra col dorso della mano.
Poi si sdraiò sul pavimento, a gambe larghe.
-"Non è finita. Ce l’ho ancora bagnata. Voglio un altro giro."
La maratona durò ore.
Letto, doccia, cucina, contro la parete.
Mi cavalcò con forza, si mise sopra e si fece sborrare ancora, poi volle di nuovo il culo.
-Oggi voglio anche lì. Aprimi tutta. Spingilo dentro, dai."
La preparai con le dita, poi col mio cazzo lucido.
Entrai piano. Lei gemeva, si mordeva le dita.
-"Sì… sii… lo voglio lì… fammi venire così…"
E quando venne ancora, tremando sotto di me, la sua fica era un lago.
-"Te lo dico: mi ossessiona il modo in cui mi scopi…"
Eravamo esausti, nudi, abbracciati sul pavimento del salotto, tra lenzuola buttate, bottiglie mezze vuote e l’odore forte del nostro sesso ovunque.
Clarissa mi guardò con gli occhi socchiusi e un sorriso soddisfatto.
-"Sei davvero ossessionato dalla mia fica?"
Le passai un dito tra le gambe, la sentii ancora umida, viva, accesa.
-"Sì. Non è solo una dipendenza. È una condanna meravigliosa."
Lei rise.
-"Allora preparati. Perché domani ricominciamo."
E io non vedevo l’ora.
⸻
Secondo Epilogo – Il giorno dopo.
La luce filtrava dalle tende. Il silenzio in casa era rotto solo dal rumore di passi nudi sul pavimento.
Clarissa era sveglia prima di me. Nuda, spettinata, con i segni delle nostre scopate ancora sulla pelle.
Mi si avvicinò al letto senza dire una parola. Salì sopra di me e si sedette sul mio petto.
Il suo odore… la sua fica bagnata… ancora.
-"Buongiorno, malato della mia figa."
Aprii gli occhi. Lei era sopra, a gambe larghe, la fica a pochi centimetri dalla mia bocca.
-:Sei di nuovo bagnata?"
-"Non ho mai smesso. Da ieri. Ce l’ho ancora gocciolante… e voglio che tu ci infili la lingua prima ancora di aprire bene gli occhi."
E lo feci.
La leccai da sotto, afferrandole le cosce, facendole vibrare tutto il bacino.
Lei si strofinava contro la mia lingua, si torceva i capezzoli con le mani, e gemeva senza ritegno.
-"Mmmm… sei il mio schiavo del mattino… la tua colazione è la mia figa…"
Godeva come una drogata, sussurrandomi:
-Mi hai aperta tutta ieri, ma non basta. Mi serve di più. Fammi un culo come si deve. Stamattina voglio solo quello."
Mi alzai, l’afferrai con forza, la piegai sul bordo del letto e glielo infilai nel culo senza pensarci due volte. Era già pronta.
-"Dai… dai… più forte… fammi tremare le gambe… fammi squirtare mentre me lo spacchi dietro…"
Il mio cazzo entrava e usciva con un ritmo bestiale.
Le infilai due dita nella fica mentre la prendevo dietro, e lei urlò.
-"Sto venendo! Sto sborrrrrando!"
Il suo squirting inondò il pavimento. Le gambe le cedevano.
Io continuavo.
Clarissa sembrava posseduta, il viso stravolto, il culo rosso, la voce roca.
-"Ancora… ancora… fammelo sentire in gola adesso. Finisci tutto dentro. Non mi fermo finché non mi svuoti la faccia."
Si mise in ginocchio, se lo prese in bocca con violenza, senza fiato. Glielo tenni giù in gola, spingendo.
Quando venni, inghiottì tutto.
Si tirò indietro, si pulì la bocca con due dita e poi disse:
-"Voglio vivere così. Sempre. Nuda, bagnata, con la tua lingua nella mia fica e il tuo cazzo ovunque. Non sono più una ragazza. Sono la tua puttana personale. E tu sei il mio padrone ossessionato."
Ci guardammo.
E la giornata non era ancora iniziata.
⸻
Fine?
Solo per ora.
Perché con Clarissa, la vera fine… non arriva mai.
Solo altri round.
Solo altra fica.
Solo altro piacere.
Clarissa
(Copyright by Clarissa vietata qualsiasi riproduzione).
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