giovedì 11 giugno 2020

SISSY - SCHIAVA DEI SENSI (TERZO EPISODIO)



Torna l'appuntamento con le avventure di Sissy che si avviano oramai alla conclusione (manca una sola puntata).
Ancora una volta Letizia Amore ci farà eccitare e sognare tutti accompagnandoci nella mente della lolita Sissy sempre più schiava dei sensi...

Donato




Ep 3



La mattina dopo mi alzai tardissimo, non avevo dormito un gran che, mi ero girata e rigirata nel letto, pensando a Vittorio ed al suo cazzo. Avevo scoperto che abitava nel palazzo davanti al mio e mi teneva d'occhio già da parecchio tempo, il comportamento tipico di un maniaco, di un predatore sessuale, eppure questa cosa, anziché spaventarmi, come la logica imponeva, mi eccitava da morire, era un animale, un cacciatore senza scrupoli. Mi aveva detto che mi aveva già visto nuda, a volte in estate, per combattere il caldo, rimanevo imprudentemente, nuda sul letto, con le finestre aperte, chissà se mi aveva visto qualcun'altro!? Ero terribilmente eccitata, stavo scoprendo cose di me, come un certo lato esibizionista, ed uno sottomesso, mi piaceva quando mi dava ordini, mi eccitava, che non pensavo di avere. Quando la mamma, mi venne a chiamare, per andare a scuola, accusai un forte mal di pancia, sapeva che avevo quel problema, nei primi giorni del ciclo e la mia faccia assonnata, stravolta ne fu una conferma, quindi non insistette. Mi sentivo in colpa, le stavo mentendo spudoratamente, per far la troia con un uomo che,con i suoi cinquant'anni poteva essere mio padre,

-:Hai proprio una brutta cera tesoro, io vado al lavoro, prendi una bustina per il dolore!:-

appena uscì, mi fiondai letteralmente in bagno, mi feci una doccia e cominciai a prepararmi. In quel mentre, ero nuda davanti allo specchio, mi arrivò un messaggio di Vittorio, pensai mi desse il buongiorno, invece il messaggio cominciava con "TROIA" scritto tutto maiuscolo, poi mi ordinava di uscire sul terrazzo nuda e aspettare il suo ordine per rientrare in casa, protestai, abitavo al primo piano e mi avrebbero potuto vedere, anche dalla strada, ma fu irremovibile, obbediente andai in sala, aprii la tenda e la finestra del balcone. Arrivò un altro messaggio, dovevo prima di ogni altra cosa, appoggiarmi alla ringhiera e sporgermi per guardare di sotto, poi mi sarei dovuta appoggiare con il culo alla stessa, tenendo bene le gambe aperte e piegarmi in avanti. Sgranai gli occhi e d'impulso misi la mano sulla maniglia della finestra, per richiuderla, non mi sarei mai esposta in un modo simile, ma qualcosa mi fermò, deglutii a secco, dunque uscii sul terrazzo, mi sporsi, come mi aveva ordinato, guardandomi attorno terrorizzata dal fatto che qualcuno avrebbe potuto vedermi. Il telefono squillò, era il suo segnale, dovevo girarmi, come un automa poggiai le chiappette nude alla ringhiera e come mi aveva ordinato, allargai le gambe e mi piegai in avanti, il culetto, la mia fichetta, in quella posizione, erano esposti allo sguardo di chiunque, ma oramai avevo ceduto tutta me stessa, la mia anima, il mio corpo, il mio orgoglio a quello sconosciuto. Finalmente mi dette il segnale per rientrare, strisciai letteralmente sin dentro casa, le gote segnate dalle lacrime, su quel terrazzo era morto l'ultima traccia di pudore, era morta la Sissi, che ero stata sino ad allora, per lasciare spazio ad una troia sottomessa e pronta a tutto per lui! Mi preparai, trucco abbastanza forte, un po' da troia, poi il vestitino che mi aveva regalato Vittorio, le scarpe con il tacco del giorno prima ed ero pronta. Mi guardai allo. Specchio, stavo benissimo, il profondo decolté del vestito, metteva in risalto il seno, mentre la scollatura posteriore, così profonda da mostrare quasi il culo, attirava gli sguardi sul mio punto di forza. Ero pronta, il cuore mi batteva fortissimo, uscii di casa e con incedere elegante, attraversai la strada, per entrare nel portone di casa sua. Mi aspettava in fondo alle scale, mi strinse forte tra le braccia, mi baciò e sollevandomi il vestitino mi posò pesantemente la mano sul sedere. 




-:Spogliati puttana, tu, salirai a piedi!:-

era un ordine perentorio, che non ammetteva repliche. Abbassai lo sguardo e gli obbedii, il rischio era forte, dovevo salire sino al quinto piano, ma non avevo il coraggio di oppormi. Nuda guardai le scale, poi guardai lui, sperando, vista la mia obbedienza, non mi costringesse a farlo davvero, ma con uno sculaccione mi spinse a salire, non dovevo correre, dovevo salire con eleganza, senza fretta. Fortunatamente arrivai all'ultimo piano senza incrociare nessuno, gli inquilini del palazzo usarono l'ascensore, che sentii salire e scendere un paio di volte. Mi aspettava sulla porta, nell'attesa si era spogliato anche lui ed aveva già il cazzo duro, mi fece entrare in casa, tremavo come una foglia. In quel momento, nell'intimità di quell'appartamento mi sentii inerme, mi prese per mano, stava per accadere davvero, non si trattava più di mera fantasia, di un fugace pompino, o come il giorno prima, della sua lingua sulla mia fichetta. Mi stava portando nella sua camera da letto, il gioco era finito, stavo per perdere la verginità, mi si gelò il sangue nelle vene, ed istintivamente mi frenai. Mi si avvicinò e baciandomi mise una mano sul mio culetto, tremavo e non avevo il coraggio di guardarlo,

-:Tranquilla mia bella troia, vedrai, ti piacerà!:-

disse, spingendo un dito tra le mie chiappette strette per la paura. Come un automa ricominciai a camminare, ed entrata nella sua camera da letto, mi coricai, così come mi aveva chiesto. In un attimo la sua testa fu tra le mie cosce, la sua lingua lambiva il clitoride, un dito profanava il buchino del culo e come il giorno precedente esplose la Sissi troia, quella che non sapeva dire di no, quella affamata di sesso, quella lasciva ed obbediente. Quella lingua impudente, sagace mi rimescolò, mi rivoltò sin dentro l'anima. Ero pronta, volevo il suo cazzo,

-:Dammelo, fammelo succhiare, lo voglio!:-

lo implorai, non mi rispose, mi ficcò il cazzo in bocca, non so cosa mi prese, ma  cominciai a toccarmi, ero fradicia e stavo godendo come un'autentica troia, gemetti, urlai tutto il mio piacere, finalmente libera da vincoli, libera di esser troia sino in fondo. Mi fece girare, lo sentivo dietro di me, mi stava leccando il buco del culo, sentivo la punta della sua lingua roteare e premere sulla stretta rosellina, mugolai ancora. Si fermò, stavo godendo e volevo godere ancora, manifestai il mio disappunto con un rauco, no, poggiò seccamente le mani sulle mie chiappette sode, strizzandole e allargandole bene.

-:Questo culetto merita molto di piu!:-

Esclamò ricominciando a leccarmi il buchino, sussultai, voleva preludere a ciò che aveva in mente!? Non c'era modo di saperlo, non avevo il coraggio di chiederlo, ne desideravo fermarlo, stavo godendo e questo era tutto ciò che volevo sapere. Ricominciò a leccarmi la rosellina cedevole del culo, volevo di più, inarcai la schiena e ruggii violentemente,

-:Basta, mi stai facendo impazzire, rompimi il culo, ti prego!:-

un fulmine a ciel sereno, ero stata davvero io a pronunciare quelle parole!? Non poteva essere, non potevo crederci, si fermò, aveva ottenuto quel che voleva. Una troietta implorante, pronta a far qualunque cosa, mi piazzò un sonoro sculaccione, che mi fece sobbalzare, quindi posò nuovamente le mani sul mio fondoschiena. Sentii la punta tesa del suo grosso cazzo, scivolare lentamente fra le chiappette, si soffermava sul buchino del culo, premendo piano, mi faceva gemere, di desiderio e paura. Ero ormai estenuata, non resistevo più, la paura mi attanagliava la gola, sentii le sue mani ferrare i miei fianchi, sgranai gli occhi, strinsi i denti, era giunto il momento, lo sentivo. Volevo scongiurarlo di far piano, nella mia mente urlavo, ma dalle mie labbra non uscì alcun suono. Un attimo, le mani di Vittorio, hanno allentato la presa per poi serrrarla nuovamente con forza, trattenni il fiato, sgranando gli occhi e con un poderoso colpo di reni, mi spinse tutto il cazzo nel culo. Urlai, mordendo il cuscino, sentii quella verga nodosa, lacerarmi brutalmente e rovinai, sotto il suo peso, sul letto. Vittorio, non si fermò, uno, due, tre affondi bestiali, mentre tremavo singhiozzando, passò la mano sotto il mio ventre e puzzicò il clitoride, facendomi sobbalzare, le lacrime mi soffocavano, mentre imsensibile mi sussurrava insulti e oscenità all'orecchio, non riuscivo a replicare, il dolore era troppo forte. Cominciò a masturbarmi con foga, mentre il suo cazzo rimaneva sprofondato nel mio sfintere, non so quanto tempo passò, quanto dovette lavorare sul mio clitoride duro, ma nonostante il dolore cominciai a godere. Ormai ero sua, anima e corpo, godevo, poteva far di me quel che voleva lentamente il suo scettro nodoso iniziò a scivolare dentro e fuori, implacabilmente, ad ogni affondo gemevo per il dolore, ma continuavo a godere. Mi fece sollevare, rimettere bene a pecorina, mi schiaffeggiò il culetto, quindi con un nuovo brutale affondo, mi inculò. Urlai nuovamente ma un attimo dopo, con la voce arrochita, da dolore misto a piacere, lo incitai a sfondarmi tutta, volgare, laida, volevo il suo cazzo tutto nel culo. Più spingeva, spanandomi dolorosamente il buco del culo, più godevo, la mia prima esperienza sessuale, si concluse con una copiosa sborrata bollente, nel mio sfintere, ma non ero sazia, l'appetito vien mangiando, ed io, per ciò che mi riguardava, ero solo all'antipasto. Si sdraiò sul letto, il suo cazzo, non ancora del tutto ammosciato, gocciolava, sporco di densa sborra. Mi avvicinai a lui, come la più scaltra delle amanti, gli baciai il petto, lambii i suoi capezzoli con la lingua, scivolai sul ventre con le labbra e cominciai a leccargli il cazzo. Posò la mano sulla mia testa, le dita tra i capelli e mi spinse con la bocca sul cazzo.


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