giovedì 4 giugno 2020

GENNY - PARTE 5


Dopo qualche settimana di pausa tornano le avventure di Genny.
Ancora grazie a Noemi Conte che si conferma bravissima nel descrivere situazioni perverse ed eccitanti.
Cosa combinerà stavolta la nostra  Genny?


Donato




GENNY PARTE 5
Alex si fece una doccia e andò subito a letto, io scrissi il resoconto a grandi linee sapendo che Rocco gli aveva mandato una gran quantità di foto, evitai di dire quanto, mio malgrado, avessi provato piacere anche se nelle foto sicuramente si vedeva dalla mia espressione cosa stessi provando e comunque, Artemio mi aveva capita prima ancora che io sospettassi lontanamente cosa si agitava dentro di me.
Tralasciai anche tutta la parte riguardante Alex: era l’ultima intimità che mi era rimasta.
Mentre stavo per spegnere il telefono arrivò l’sms di risposta:
“sei andata oltre i tuoi compiti perché sei zoccola, domattina attendi istruzioni con lo stesso abbigliamento”
Spensi il telefono e cercai di non pensare all’indomani, il pensiero che però mi tornava in mente e mi agitava era Gastone.
Speravo veramente che fosse stata una mia impressione e non fosse stato testimone di me in ginocchio, col culo esposto al massimo (e probabilmente visibilmente dilatato), che succhiavo il cazzo di suo padre.
Alla fine le emozioni della giornata fecero si che cadessi in un sonno profondissimo ed ininterrotto fino al giorno dopo.
Preparai la colazione per tutti in pantaloni e maglietta; per fortuna l’atmosfera fu tranquilla, Gastone sembrava normale e Alex a parte il mal di testa dovuto alla sbornia, era molto affettuoso. Appena uscirono tornai ad indossare l’abbigliamento che mi era stato imposto.
Mentre cercavo di comprimere le mie forme prorompenti nel tessuto leggero, non mi passò neanche per la testa di vestirmi come mi pareva visto che nessuno poteva controllarmi.
Il suono del campanello mi fece trasalire e, dando un’ultima sistemata alle tette che non volevano entrare dentro quello spazio angusto, andai ad aprire.
“ciao prof”
Era Artemio!!!
“ma……la scuola…..??”“oggi avevo di meglio da fare”
Poi senza entrare in casa tirò fuori dai pantaloni quella cosa smisurata già piuttosto dura e disse:
“forza, in ginocchio e saluta l’oggetto del tuo desiderio”
“ma…io…come……qui fuori???”
Balbettai guardando a destra e sinistra per vedere se ci fosse qualcuno sul pianerottolo, mentre già l’occhio di quel ciclope iniziava ad avere il suo effetto ipnotico e la mia forza di volontà svaniva mentre le gambe da sole si misero in ginocchio.
Intanto che la mia mano, dotata di vita propria, andava ad afferrare quel bastone che mi sembrava ancora più grande del giorno precedente, tentai un’ultima flebile protesta:
“Ti prego….vieni in casa…..”
“Più tempo ci metti e più rischi….”
“Si…ma…..il portiere…..Vittommmmmmppppphhhhh”
Mi tappò la bocca…..e spinse fino in fondo quella cosa bollente che mi soffocava, io lo agguantai con entrambe le mani e provai a fare quello che avevo imparato la sera precedente, ma era difficile con quella cosa enorme e poi lui spingeva forte tenendomi la testa con le mani…
“succhia troia……….. che problema c’è col portiere?”
Mi lasciò un attimo per permettermi di rispondere mentre gli occhi si inumidivano per lo sforzo a cui mi sottoponeva……
“ti prego, è curioso e sempre in giro e poi è un porcooooommmmpppphhhhhh”
Ricominciò a scoparmi in bocca io subivo, in balìa di quella verga imperiosa che mi picchiava in fondo alla gola.
Era una sensazione così forte che come il giorno precedente tutta la tensione per il pericolo e l’imbarazzo si tramutarono improvvisamente in piacere e sentii sgorgare tra le gambe una quantità incredibile di umore che mi colava tra le cosce.
“alzati” mi disse in tono deciso togliendomi di bocca quella cappellona mostruosa.
Io obbedii rimanendo con la bocca ancora aperta e mi sorpresi a pensare di essere quasi delusa nonostante la situazione nella quale gli stavo facendo il pompino, fosse da incoscienti.
“Ma il portiere ha le chiavi di riserva?”
“si…perché?...”
Non feci in tempo a finire la frase che lui chiuse la porta di casa facendo anche un notevole rumore.
“ma…..nooooo!!!…..e adesso?”
Non mi rispose, mi girò facendomi appoggiare col viso alla porta appena chiusa e mi sollevò la vestaglietta da dietro dandomi due sculaccioni dolorosi ma soprattutto rumorosissimi!!!
“Ahii…” mi scappò un lamento che subito smorzai timorosa di attirare l’attenzione di Vittorio che aveva la guardiola al piano di sotto ma era sempre pronto ad origliare su quello che avveniva nel condominio.
“ti prego…così è troppo rischiosoooooooooooooohhhhhhhhh”
Sentii la fica allargarsi in maniera smisurata mentre mi inseriva il suo membro bollente senza preavviso………
Era la sensazione che volevo provare a tutti i costi ed era ancora più bella di quanto avessi immaginato, le pareti della vagina erano stirate al massimo per accoglierlo ma ero così bagnata che entrava senza il minimo problema.
Sentii che arrivava in fondo a toccare dandomi dei brividi pazzeschi, sarebbe stata una cosa paradisiaca se non fosse avvenuto sul pianerottolo di casa mia!!!!
Mentre impazzivo travolta da quelle sensazioni stupende e dal terrore puro di venire scoperta, sentii dei passi sulle scale, leggeri: era sicuramente Vittorio che veniva a curiosare;
la mente mi ordinò di smettere e ricompormi, a differenza del corpo che rimaneva lì a subire quell’amplesso bestiale e, quando girai la testa disperata verso il lato delle scale, intanto che quel maglio continuava a penetrarmi senza pietà, incontrai gli occhi maligni e trionfanti di quel porco curioso che aveva scoperto una cosa per lui succulenta ed io, sentendomi perduta ebbi una reazione assurda:
continuando a guardare quel vecchio maiale, sopraffatta dalla vergogna assoluta, il mio corpo iniziò a tremare spasmodicamente e venni in maniera pazzesca con contrazioni così potenti che se Artemio non mi avesse sorretto sarei caduta in terra.
Stavo ancora finendo di venire maledicendo il mio corpo e la mia mente così perversi che Artemio mi tolse quel palo e, facendomi inginocchiare e girare verso di lui, mi esplose in bocca tutto il suo seme mentre io completamente soggiogata inghiottivo fino all’ultima goccia con la mia fica che, adesso completamente esposta alla vista del portiere, insieme al mio culo, continuava a pulsare negli ultimi spasimi di un orgasmo che non voleva finire.
“Nel pomeriggio si va a fare shopping…”
….e con questa frase che sul momento per me non aveva alcun senso se ne andò lasciandomi lì in ginocchio senza la forza di rialzarmi.
Dopo qualche secondo mi riscossi e mi alzai di scatto ritornando alla realtà: adesso avrei dovuto andare a parlare con Vittorio per avere le chiavi, ben consapevole di cosa mi aveva visto fare.
Mentre scendevo tremante le scale, ripensavo a come mi avesse sempre guardato con quegli occhietti da porco e come io avessi sempre ricambiato altezzosamente e con disprezzo cercando di comunicargli cose del tipo: “non si vergogna a guardarmi così? Io sono una donna seria e lei è un porco!”
Intanto ero arrivata davanti alla sua guardiola e lui mi guardava con uno sguardo a dir poco trionfante, come a dire:
“adesso chi è il porco e chi la donna seria?”
“Vittorio, mi scusi…..” Esordii sentendo le guance che diventavano bollenti…
“Mi dica signora Genny…” Rispose con un tono di voce veramente odioso
“mi…mi si è chiusa la porta e….sono rimasta chiusa fuori….”
“Eh si….l’ho visto…..venga dentro, vediamo che cosa posso fare per lei” continuò con quel tono insopportabile.
Entrai dentro, ormai certa di dover sottostare a delle avances molto pesanti ma rimasi letteralmente senza fiato:
Era vestito solo con la maglietta, mentre sotto si era spogliato completamente visto che dalla guardiola non si vedeva, ed io, oltre a notare la sua figura ridicola con quella pancia e quelle gambe tozze e pelose, mi trovai davanti un cazzo incredibilmente nodoso, già eretto, parecchio largo anche se non lunghissimo, percorso da vene enormi, già tutto scappellato con una cappella ancora più grande del tronco e alla base due palle smisurate.
Io rimasi paralizzata, senza riuscire a proferire verbo né a muovermi mentre lui mi guardava cattivo e trionfante.
Avrei dovuto evitare di fissargli quella cosa che puntava dritta verso di me ma non ci riuscivo.
Se mi avesse ordinato di succhiarglielo o di fare qualsiasi altra cosa, sarebbe stato comunque meglio che rimanere in quella situazione di imbarazzo totale.
In perfetta immobilità il silenzio durò tantissimo, credo un paio di minuti, durante i quali lui studiava le mie reazioni beandosi del mio imbarazzo con il suo membro che ogni tanto aveva dei piccoli scatti mentre io lo fissavo imbambolata incapace di muovermi e di parlare.
“le tette..”“c….come scusi….”“le tiri fuori…..”“ma…io…..”
Non disse altro, continuava a fissarmi con quel bastone strano e nerboruto che sembrava guardarmi anche lui
“la prego….”
“le tette” ripetè facendo un passo verso di me
Non riuscivo a guardarlo in faccia e abbassando lo sguardo per evitarlo mi trovavo a fissare nuovamente quell’altro occhio.
Il silenzio diventava sempre più pesante e quella cappella cominciava a sortire quel maledetto effetto sul mio corpo; inoltre i miei capezzoli, forse consapevoli di essere in procinto di essere esposti, iniziarono ad inturgidirsi.
Forse più che altro per rompere quel momento di stallo, decisi di obbedire e mostrare le mie mammelle che premevano come se volessero uscire da sole, ed aprii due bottoni della vestaglietta facendole balzare fuori immediatamente.
Istintivamente alzai lo sguardo e lo guardai e vidi che strabuzzava gli occhi, poi allungò le mani e cominciò a pastrugnarle senza alcun garbo saggiandole come si tasta un animale per vedere se è sano.
“bravissima Genny sapevo che nascondeva un bel tesoro, sono proprio dure e enormi, molto molto bene…..e guarda che capezzoloni duri e grossi, mi sa che sono anche sensibili.”
Così dicendo me li afferrò con forza facendomi uscire mio malgrado un gemito fortissimo.
“si..direi proprio di si”
Ridacchiò il vecchio porco che nel frattempo continuava a martoriarli mentre io, al culmine della vergogna, sentivo l’ondata di piacere che mi assaliva: le cosce si strizzavano con forza tra loro e il respiro si faceva pesante, ma avrei pagato non so cosa per non farglielo capire.
“Adesso si giri e guardi fuori dal gabbiotto che io controllo cos’altro abbiamo di interessante qui sotto”
Mi fece girare e appoggiare i gomiti e le tette nude sul piano di appoggio davanti alla finestrella della portineria in modo che se fosse passato qualcuno avrebbe visto il mio viso viola e le mie tettone in bella vista appoggiate sul piano di formica.
Poi sentii che mi sollevava il vestito e le sue mani che mi strizzavano con forza le natiche.
“Ma…. signora….mi devo complimentare per questo bel culone ampio e spazioso, mi sembrava troppo strano che a un corpo da zoccola corrispondesse una donna morigerata come cercava di apparire”
Incominciò improvvisamente a sculacciarmi con forza come se volesse punirmi di avergli nascosto la mia vera natura che in realtà avevo nascosto anche me stessa fino alla settimana scorsa.
Mi faceva male e faceva anche un rumore d’inferno ma il mio problema principale era non dargli soddisfazione cercando di non emettere neanche un lamento.
Purtroppo il calore che si propagava dalle mie povere natiche raggiunse il centro del mio corpo e sentivo che involontariamente ancheggiavo al ritmo di quelle sculacciate mentre cercando di non farmi notare stringevo i gomiti a comprimere le tette che reclamavano attenzioni immediate.
La sculacciata terminò com’era iniziata e subito sentii due dita penetrarmi con una certa cattiveria.
“ma senti che lago……la signora ama farsi sculacciare!!! Veramente una sorpresa dopo l’altra…..vuole le sue chiavi?”
“….si…” sospirai tentando di emettere una voce normale ma mi usci un lamento roco segno inequivocabile di quanto fossi in preda del piacere.
“allora me le deve chiedere…..”
“ma…..ooohhh…gliele ho già chieste”
Intanto continuava a muovere le dita dentro di me portandomi, insieme al calore che continuava a diffondersi dalle mie chiappe brucianti e la mia compressione delle tette, vicino a quello che non avrei voluto mai fargli vedere: un orgasmo.
“no, deve chiederle a lui….”
Non capivo ma quando mi prese per un braccio e mi costrinse in ginocchio portando quel cazzo rozzo come il suo padrone a 10 cm dal mio viso iniziai a comprendere.
“se vuole le chiavi le chieda a lui, ogni parola una leccata tipo gelato, se la cosa sarà di nostra soddisfazione gliele darò, altrimenti le darò a suo marito spiegandogli perché è rimasta fuori”
“no no la prego!!! Faccio come vuole le chiederò come ha detto lei ma la prego non mi faccia questo!!!”
“allora forza…..”
Mi accinsi a recitare quella scena ridicola e prendendolo con entrambe le mani (come era caldo e pieno di vene!!!)
“vorrei….slurp…..riavere…..slurp…..le ..slurp….mie….slurp…..chiavimmmmmmppphhh”
Dopo l’ultima parola me lo cacciò in bocca di forza ed io come al solito reagii impegnandomi a leccarlo come meglio potevo, apprezzando anche le differenze di forma, sapore e odore rispetto agli altri e dopo poco le sue mani non spinsero più dietro la mia nuca perché mi impegnavo da sola in un pompino frenetico mentre di nascosto serravo le cosce per placare il fuoco che di nuovo si era acceso tra le mie gambe.
“che pompinara!!! E brava la maestrina!! Si è quasi meritata le chiavi, ma per punirla di come faceva la santarellina altezzosa, dovrà fare un ultimo sforzo …….”
“mmmppphhhh…che cosa ancorammmmppphhh”
Me lo ricacciò dentro a forza…..
“Voglio incularla ma lei me lo dovrà chiedere per piacere ed in maniera convincente ed allora avrà le sue chiavi.
Voleva stravincere, non gli bastava quello che mi stava facendo?
“va bene….me lo metta dietro….”
Dissi piena di vergogna smettendo di leccarlo
“non ci siamo capiti me lo deve chiedere per piacere e deve anche muovere il suo culone per essere più invitante”
Con il viso se possibile ancora più in fiamme, mi riappoggiai al piano in formica e agitando il sedere girai il viso verso di lui e dissi:
“la prego signor Vittorio, potrebbe mettermelo nel sedere?...Mi farebbe tanto piacere”
Senza rispondere me lo infilò tutto nella fica ed io emisi un gemito lunghissimo di cui subito mi vergognai.
“se proprio le fa piacere, l’accontenterò e togliendolo ormai ben lubrificato dai miei umori me lo infilò tutto dentro in un solo colpo facendomi rimanere letteralmente senza fiato: aprii la bocca ma non uscì niente.
Sentii un dolore partire dalla parte più interna di me e propagarsi per tutto il corpo, nello stesso momento sentimmo una porta per le scale aprirsi e poi chiudersi con dei passi che scendevano le scale.
Lui mi tirò indietro facendomi perdere l’appoggio davanti e quindi mi costrinse ad appoggiarmi con le mani a terra mentre quel bastone rovente rimaneva piantato in me, poi spingendomi nuovamente in avanti mi fece avanzare sotto il piano a cui ero appoggiata prima, cosicché dall’esterno si vedeva il mezzobusto di Vittorio e basta e non si immaginava che sotto c’ero io, piegata in due in una posizione scomodissima mentre venivo sodomizzata.
“buon giorno signor Vittorio” disse la mia vicina di casa (se fosse uscita 20 minuti prima????!!!!!!)
“Buon giorno signora Lia, come va? Tutto bene?”
“Si grazie, vado a fare un po’ di spesa, arrivederci”
“Arrivederci”
Durante il dialogo, riusciva a muovere quella cosa bollente nelle mie viscere ed il mio corpo, che si era abituato, iniziava a reagire come al solito, quindi, nonostante la posizione scomodissima, sentivo il piacere che cresceva in me inarrestabile e, quando mi sentii riempire dai suoi schizzi bollenti che non parevano finire mai, esplosi in un altro orgasmo spaventoso con degli scatti di bacino così evidenti che fu chiarissimo anche per lui che stavo venendo.
Questo mi procurava ancora più imbarazzo e l’imbarazzo mi procurava ancora più eccitazione: il risultato fu che continuai a contrarre il mio povero buchetto sul suo cazzone per molto tempo prolungando anche il suo di orgasmo mentre lui mi aveva agguantato le natiche e le stringeva fortissimo.
“Molto bene signora!”
Disse senza ancora togliere il pisellone dal mio culo
“le darò le chiavi, ma non creda di aver finito con me, voglio chiavarla quando mi pare e piace e lei dovrà sempre essere pronta per me anche se da come sta ancora godendo non credo le dispiaccia più di tanto….ci siamo capiti?”
“….si….” risposi con un filo di voce
“brava, ripulisca per bene e poi potrà andare”
Lo tolse dal mio culetto e facendomi girare me lo mise in bocca ed io completamente sopraffatta lo leccai docilmente come mi aveva ordinato...

2 commenti:

Franziska71 ha detto...

Al momento l’episodio più bello

Anonimo ha detto...

Davvero molto efficaci questi racconti. Complimenti all'autrice!

P.S. piccolo consiglio: inserite sempre il titolo della serie nella lista delle "Etichette", così le puntate sono più facili da trovare.