martedì 14 luglio 2020

AUTOSTOP - BARBARA (By Letizia Amore 70)



Da oggi iniziano le pubblicazioni di una nuova serie di episodi brevi e senza personaggi fissi che hanno però un oggetto comune e ricorrente: l' autostop!
Concepito dalla misteriosa e affascinante Letizia Amore questa serie comparirà ogni tanto in mezzo a storie più lunghe e complesse opera di  Letizia e di altri autori.

Donato






 Ho sempre preferito le vacanze del tipo zaino in spalla, sacco a pelo e autostop, naturalmente non è certo il modo più comodo e sicuro di viaggiare, ma sicuramente quello più avventuroso, ricco di sorprese e piacevoli incontri.

Era luglio, l'asfalto bollente faceva tremare l'orizzonte, il classico effetto miraggio, con quel caldo, avevo percorso da Tarvisio, a Chiusaforte, volevo raggiungere Napoli, ma non volevo certo farmi novecento chilometri a piedi. Seduto su un paracarro, lo zaino appoggiato a terra e il cartello con la mia destinazione ideale, poggiato sulle gambe. Le macchine mi sfrecciavano davanti senza rallentare, quasi fossi trasparente, un fantasma. Dopo un paio d'ore d'attesa, si erano ormai fatte quasi le otto, mentre mi apprestavo sconsolato a riprendere la faticosa marcia, approfittando del fresco venticello serale. Si fermò una macchina, mi avvicinai, era una coppia di circa quarant'anni, forse lui un po' più vecchio, lei era veramente una bella donna. Un viso angelico, labbra rosse a cuore, occhi verdi, incorniciato da lunghi capelli rossi, mi colpì il suo sorriso, uno sguardo decisamente penetrante e malizioso. Erano diretti a Palermo, un vero colpo di fortuna, pensai, avrei potuto fare tutto il tragitto con loro, misero il mio zaino nel bagagliaio e partimmo. Erano austriaci, viennesi e Markus, stava già guidando da più di cinque ore, Barbara, parlava un ottimo italiano e il viaggio, grazie a lei, era molto piacevole, ci fermammo poco dopo aver passato Bologna. Era mezzanotte e Markus, fece cambio di posto con me, aveva bisogno di riposo, si sdraiò sul sedile posteriore e si mise a dormire. Ora seduto di fianco a Barbara, che si era messa alla guida, potei apprezzare tutta la sua bellezza, l'occhio mi cadde inevitabilmente sul decoltè, indossava una maglietta molto fine, tipo canottiera, nera, con la stampa dei Rolling Stones, dalla profonda scollatura potevo vedere chiaramente che non indossava il reggiseno, ciononostante, il suo seno, una terza, minuta, era soda, marmorea, da far invidia ad una ventenne. Si accorse del mio sguardo e rispose sorridente, inevitabilmente il mio sguardo scivolò sulle cosce, sode, lisce, candide come solo la pelle di una rossa naturale può essere. Ero incantato dalla sua bellezza, dalla sua voce, dal suo profumo,

-:Ti piaccio? Anche tu sei un bel ragazzo sai!?

sorrisi, probabilmente arrossii, perché lei ridette sommessamente, il marito stava dormendo sul sedile dietro di noi. Bloccato, intimorito dalla situazione la guardai negli occhi,

-:Ti piaccio veramente? Non sono troppo grande?

ci stava provando o mi stava prendendo in giro!? Entrò in un parcheggio, eravamo nei pressi di Firenze, si girò verso di me, fissandomi maliziosamente,

-:Ho voglia di far l'amore, Italiener sind große Liebhaber!

guardai il marito che dormiva sul sedile posteriore,

-:
Non preoccuparti, quando dorme è come un... un... bär... orso!?

le sorrisi e la mia mano scivolò rapida tra le sue cosce,

-:Ja, so kleines italienisches Schwein!

era già eccitatissima, dimenticò che non ero austriaco e che non parlavo tedesco, ma in certi momenti non serve parlare, la sua figa era fradicia. Mise la mano sul mio cazzo e abbassata la zip dei pantaloni, mi ha tirato fuori il cazzo, si è piegata e l'ha preso golosamente in bocca,

-:Wunderbar ein großer italienischer schwanz!

che cazzo stava dicendo proprio non lo capivo allora, ma andava bene, con la bocca ci sapeva fare la troia. Le poggiai la mano sulla testa e le spinsi il cazzo in gola prepotentemente, si alzò, prese dal bagagliaio una coperta e mi trascinò letteralmente dietro le siepi,

-:Dammelo, scopami, ho voglia di cazzo! Ora!

un tono perentorio, ma la voce rauca di una troia eccitata, ma queste sono solo divagazioni sul tema, non mi son fatto pregare, le ho allargato le cosce, le ho strappato via il perizoma, ed ho iniziato a leccarle la figa. Gemeva come una pazza, non avevo mai trovato una femmina così calda. Quando le ho spinto il cazzo nella figa, sembrava una fornace, fradicia di umori, il mio cazzo scivolò dentro tutto di colpo, ma la sua vagina era bollente, un caldo umido incredibile, che avvolse il mio scettro con bramosia. Un'esperienza unica, certo ero giovane e non molto esperto, però una donna così è rara, dopo pochi colpi, già cominciava a godere, pensai che doveva essere in astinenza e quando gridò, un urlo pazzesco, che annunciava l'orgasmo, mi ricordai del marito, che avevamo lasciato addormentato in macchina. Le tappai la bocca, mentre dalla sua figa, un getto caldo inondò il mio cazzo. La feci girare, io non ero ancora venuto, ricominciai a scoparla così, come un cane in calore, monta una cagna, che culo fantastico, mentre la sua figa, divorava il mio cazzo duro, guardai quelle due mele sode, erano veramente invitanti, un culo che gridava, scopami tutta. Mi fermai, ricominciai a leccarle la figa, impedendole di cambiare posizione, ogni tanto con la lingua saggiavo anche il buchino stretto del suo culo. Mi sollevai, strusciai il cazzo fra le sue chiappe sode,

-:Nein, ich habe es nie in den Arsch getan, es tut weh! Ich will nicht!

che cazzo stava dicendo!? La afferrai saldamente sui fianchi e glielo spinsi tutto nel culo! Era strettissimo, urlò, forse aveva detto che lì era vergine, poco male, ormai glielo avevo rotto, tanto valeva spanarglielo per bene,

-:Toglilo, mi fai male è troppo grosso, schmutziges Arschloch!

-:Vuoi che mi fermo?

gli rispondo, sebbene nel frattempo, assesto due poderosi affondi di cazzo, da farla sobbalzare,

-:Scopami vigliacco, sfondami il culo!

già, ormai rotto, tanto vale approfittarne dico io, e riprendo, in verità non mi ero mai fermato, a scoparla in culo rudemente. Il suo sfintere si contraeva ritmicamente, calzava attorno al mio cazzo duro come un guanto, caldo e morbido, sentii che si stava rilassando, i gemiti di dolore assunsero la forma di rauchi, prepotenti ruggiti di piacere, il mio duro scettro scivolava sempre più facilmente in quel buco accogliente. Era mia, allungai una mano sotto il suo ventre e trovai il clitoride duro, la figa fradicia, cominciai a masturbarla brutalmente, pizzicando il clitoride crudelmente. La troia, mostrò di gradire la mia prepotenza, ululò come una lupa, questa volta temevo proprio che Markus, si sarebbe svegliato, ma ormai non mi interessava piu, volevo solo godermi quel culo caldo e stretto. Barbara, godeva come una cagna in calore,

-:Guter italienischer Liebhaber, schieb deinen ganzen Schwanz in meinen Arsch! Sfondami il culo, porco italiano, scopami!

ero al limite, ormai prossimo a venire, se ne accorse e mi fermò,

-:Sborra nella mia bocca!

cos'avrei dovuto fare, gli puntai il cazzo tra quelle labbra stupende e sborrai nella sua bocca, golosa ingoiò tutto leccandosi le labbra. Leccò la cappella, abboccò il cazzo, succhiando avida, spremendolo insaziabile. Soddisfatta, sebbene non paga di desiderio, si ricompose, dovevamo ripartire, quel piacevole intermezzo era finito. Passata Roma, svegliò Markus, per farsi dare il cambio, lei aveva voluto sedersi dietro, per tenermi compagnia e parlare della Sicilia, con la scusa che Markus, suo marito non parlava italiano, in realtà, non voleva assolutamente parlare del viaggio. Conoscendo bene il suo compagno, che non
staccava mai lo sguardo dalla strada, ne approfittò per riprendere in mano il mio cazzo, le misi una mano tra le cosce, non aveva messo lo slip, la sua figa era bollente. Eravamo quasi a Napoli, Markus, si fermò allAutogrill di Teano, erano circa le sette e voleva fare colazione, fuori dal bar, c'era una folla incredibile, nel parcheggio, cinque pullmann di tipo turistico, Barbara, chiese al marito di portarle il caffè in macchina. Appena si allontanò, su piegò su di me, tirò fuori il mio cazzo e lo prese in bocca,

-:Scopami ancora!
esclamò risoluta, già, ma dove? Inutile perdere tempo, scendemmo dalla macchina, l'unico posto possibile era dietro le siepi a bordo parcheggio. Si sollevò la gonna e sedendosi sull'erba allargò le gambe, la scopai selvaggiamente, bella, soda, la figa bollente mi risucchiata il cazzo, come fosse una ventosa, non avevamo, molto tempo, ma lo sfruttammo tutto. Pochi minuti,
intensi, triviali, esplose in un orgasmo che travolse anche me e le sborrai dentro, Barbara, era una vera piovra, mi succhiò ancora il cazzo, spremendolo sino all'ultima goccia di sborra. Ci risistemammo, tornando alla macchina, incontrammo Markus, con i nostri caffè in mano, lei si giustificò, dicendo che era dovuta andare in bagno. Ripartimmo, purtroppo il mio viaggio con loro, stava per finire. A Napoli, Barbara, mi lasciò il suo numero di telefono,

-:Se vuoi raggiungerci in Sicilia, sarai mio ospite! Se vuoi vedere Vienna, vieni quando vuoi!

3 commenti:

Franziska71 ha detto...

Carino non male

gabs73 ha detto...

Bel racconto, veloce e ben scritto

gabs73 ha detto...

Bel racconto, veloce e ben scritto