martedì 26 gennaio 2021

LOST IN MY MEMORY - EPISODIO 5 (By Letizia Amore70)

 

Consueto appuntamento settimanale con Lost in my memory e i turbamente adolescenziali narrati con maestria dalla bravissima Letizia Amore.


Donato


Stavo scoprendo tutto, troppo velocemente e la mia giovane mente non era in grado di mettere ordine in tutta quella confusione e Giovanni, a cui avevo promesso che non li avrei più spiati, si stava dando da fare, per dimostrarmi che tutte le donne; in quel momento, rappresentate da mia zia, che io adoravo e prendevo ad esempio; a letto diventavano delle troie. La penetrava con brutalità e alla mia adorata zia, piaceva essere presa con quella violenza e anch'io sentivo crescere dentro di me, la voglia di essere presa con tutta quell'irruenza. Si fermò e si sdraiò sul letto, la zia rimase ancora alcuni istanti ferma in quella posizione, sgranai gli occhi e deglutii a secco, il buchino del suo culo, era ancora largo e pulsava ritmicamente. Continuavo a toccarmi e spiare famelica il loro focoso amplesso, guardai mordendomi le labbra la zia salire sopra di lui e non ancora appagata, guidare il suo grosso coso, nuovamente nel buco del culo. La imitai spingendomi a mia volta un dito dentro quel buchino voglioso e un brivido, correndo lungo la mia schiena, preannunciò l'imminente orgasmo, che mi stava per sconvolgere. Giovanni, mi fissò, la zia, guardava il soffitto, inarcando la schiena e muovendo freneticamente il bacino e lui ne approfittò per sillabare mutamente qualcosa, la prima volta, non riuscii a capire cosa mi stava dicendo e scrollai la testa, ripetè sillabando molto più lentamente, con calma, il che mi permise di leggere chiaramente le parole sulle sue labbra,

-:Girati, fammi vedere il buchino del culo troietta!

deglutii a secco e scrollai nuovamente la testa, ma lui ripetè nuovamente quella richiesta e io cedetti, vinta da un profondo turbamento. Mi voltai carponi e mentre gli mostravo il culetto, mi carezzai lascivamente e spinsi il ditino nel buchetto, mio dio, che stavo combinando, mi voltai nuovamente e lo fissai scuotendo la testa, lui sorrise malizioso, mentre mia zia ansimava fortissimo, stava godendo, lui mi mandò un bacio strizzandomi lascivamente l'occhio,

-:Ora, vai a dormire, ne parliamo domani.

sillabò piano e capii subito cosa mi aveva detto, indietreggiai carponi, sconvolta e terrorizzata da ciò che era successo. Mi precipitai in camera mia, nascondendomi sotto le lenzuola, ma non bastò a nascondermi da me stessa, mi vergognavo tremendamente di ciò che avevo fatto e più di tutto, di ciò che provavo. Nonostante sapessi che non era una cosa giusta, che Giovanni, era l'uomo di mia zia e che era troppo grande per me, nonostante fossi consapevole che tutto stava andando nella direzione sbagliata, sentivo il desiderio ardere nel mio ventre. Volevo dormire, per allontanare quel desiderio, dalla mia mente, ma la mia mano scivolò sul seno e mi pizzicai un capezzolo, scatenando una lunga serie di brividi che mi scombussolò, schiacciai la mano tra le cosce e cominciai a toccarmi freneticamente, spinsi un dito nella fessura, era così calda che sembrava avessi la febbre, cominciai a godere, ero totalmente in tilt e quasi senza rendermene conto, stavo masturbandomi con due dita completamente immerse nella fessurina. Sospiravo mordendomi il labbro e godevo, una cosa incredibile, mi girai lentamente su un fianco, senza però smettete di masturbarmi e piegando le gambe, cominciai a toccarmi il buchino del culo, mi piaceva, mi piaceva moltissimo. Rivedevo, con gli occhi della mente, il grosso coso duro di Giovanni, entrare tutto nel culo della zia e lei che ansimava e si toccava davanti, mi penetrai il buchino con un dito. Un brivido, come una scossa elettrica, mi costrinse ad inarcare la schiena, fu qualcosa di impressionante, continuavo a godere e senza più freni, spinsi un altro dito, il secondo, nel forellino pulsante del mio culetto. Un vero orgasmo, qualcosa che si stampò nella mia mente con veemenza, così folle, travolgente che non potrò mai più dimenticare e ancora, ripensandoci, mi provoca dei brividi. Erano circa le undici, la zia mi aveva lasciato dormire ed era pronta al lavoro, a svegliarmi fu Giovanni, io ero completamente nuda e stavo dormendo a pancia sotto, con le gambe larghe, quando avevo caldo, dormivo sempre così, non ero abituata ad avere uomini in giro per casa, tranne il mio papino, che mi adorava e non entrava mai nella mia stanza, come la mamma, a meno che non fossi io a chiamarlo per qualche motivo,

-:Buongiorno piccola puttanella, ti sei toccata stanotte, vero!? Il tuo bel buchino, oggi è molto più largo e accogliente! Avevamo un patto o mi sbaglio!

mi aveva bagnato il buchino del culo con la saliva e stava già spingendo lentamente due dita nel mio forellino. Mi sveglia di soprassalto, senza però rendermi conto di cosa stava facendo e lui ne approfittò, per spingere le due dita rudemente fino in fondo e allargarmi il buchino,

-:Bastardo, toglile mi fai male! Sono troppo grosse, mi fai male!

esclamai, le sue dita erano lunghe, grosse e sebbene avessi fatto la stessa cosa quella notte mi faceva male, lui infischiandosene delle mie proteste iniziò a muovere le dita con forza e io mio malgrado iniziai a godere. Sentii la zia salutare, il bastardo, non aveva nemmeno aspettato che lei fosse uscita, volevo gridare, fermarla, ma il piacere che cresceva come un incendio dentro di me, mi bloccava le parole e il fiato in gola,

-:Buona giornata, mi raccomando non stancarti troppo, ci vediamo stasera amore!

bastardo, la stava tradendo in casa sua, con sua nipote e aveva il coraggio di chiamarla amore, volevo sbattergli in faccia tutto quello che pensavo di lui, ma quando mi voltai verso di lui, vidi il suo coso enorme che mi puntava e non resistetti, era così grosso e duro, assaolutamente niente a che vedere con quello di Maurizio, aprii la bocca e cominciai a succhiarlo. Aveva un odore forte, virile di maschio, mi mise la mano sulla testa e cominciò a spingermelo in bocca, mentre le sue dita, continuavano a masturbarmi il buchetto del culo. Godevo e volevo sentire godere anche lui, succhiavo avidamente, come se volessi estrarre a forza la sua crema, dal quel coso duro e pulsante, era decisamente soddisfatto dal mio comportamento focoso e lascivo,

-:Ora fermati troietta, non voglio godere, non ancora, girati!

obbedii, ero eccitatissima e avrei fatto qualsiasi cosa mi avesse chiesto, mi spalancò le cosce e spingendovi in mezzo la testa, iniziò a leccare la fessurina e il bottoncino del piacere. Gridai, un urlo liberatorio, che sopraggiunse assieme ad un orgasmo travolgente, Giovanni, aveva tutta l'esperienza necessaria per farmi perdere il controllo e la usò, la sua lingua mi penetrò come fosse il suo duro membro, leccò il bottoncino dell'amore, mandandomi letteralmente in orbita. Oh, si, era veramente abile, quella lingua ruvida, stava letteralmente sciogliendo, quasi vergognandomi, sentii la mia fessurina schizzare, cosa succedeva!? Stavo facendomi la pipir addosso!? Il piacere era devastante, non riuscivo a trattenermi, era più forte di me, quel liquido usciva con schizzi cadenzati dagli spasmi del mio piacere e Giovanni, per nulla infastidito, da quella cosa, continuava a leccarmi, con la bocca aperta. Si fermò, il mio corpo era scosso da brividi irrefrenabili, mi fece aprire la bocca e co spinse dentro il suo membro, che sambrava ancora più grosso e duro, mentre lo succhiavo, affamata di sesso, mi accarezzò deciso fra le cosce e spinse due dita dentro sverginandomi. Gemetti, mordendomi le labbra, un dolore secco, pungente, ma ancora godevo scossa da lunghissimi brividi di piacere. Le sue dita, scavavano dentro di me con forza, muovendosi energicamente, godevo e dalla mia fessurina, continuava a schizzare sul letto, come una fontana il liquido del mio piacere, stavo godendo così forte e così tante volte, che non riuscivo più a muovere un muscolo e tremavo convulsamente. Sentii il nerboruto coso di Giovanni, vibrare violentemente, stava per riempirmi la bocca con la sua densa crema, si fermò di scatto e lo tolse, restai a bocca aperta, come un pulcino che aspetta di esser inboccato dalla mamma. Schizzò, mi schizzò in faccia, fra i capelli, sul seno, in bocca e io famelica, cercai di ingerirne più che potevo, leccandomi le labbra, carezzandomi le giovani tettine, imbrattate dal suo seme, per poi leccarmi le dita, ero letteralmente sconvolta,

-:Sei proprio una gran puttana, proprio come tua zia! Macchine da sesso, affamate di cazzo!

si, lo ero, lui era un gran figlio di puttana, ma io avevo appena tradito mia zia, con il suo uomo, ero veramente una puttana, lo desideravo, lo volevo sentire dentro di me. Lo guardai, tronfio, statuario davanti a me, con quel suo msaestoso batacchio ancora duro, lo odiavo, per colpa sua, aveva approfittato della mia inesperienza, della mia irrequietudine e la mia curiosità, mi aveva obbligato a volerlo, a fare sesso con lui, no non mi aveva non sedotto, ma era riuscito a farmi perdere la testa, ero convinta che avesse fatto apposta a lasciate la porta aperta, dopo la prima sera, sapeva che li avrei spiati ancora, voleva per solleticare la mia curiosità, le mie voglie e le mie fantasie, così da abbattere ogni mia resistenza. Ero convinta che quella notte, entrò nella mia stanza, ma tutto quello che era successo non mi giustificava, avevo tradito la persona che ammiravo e stimavo di più al mondo, mi sentivo una mrrda e lo odiavo, ma allo stesso tempo lo adoravo, lo desideravo come una cagnetta in calore. Il suo membro, ancora sporco di crema biancastra, stava lentamente perdendo vigore, avvicinai la bocca e così come avevo visto fare alla zia, cominciai a leccare la punta, poi lo presi nuovamente in bocca e succhiandolo gli resi vigore ed energia. Lo sentii crescere e farsi duro, tra le mie labbra e il desiderio, mai sopito, esplose prepotente nel mio ventre e nella mente.

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