Questo nuovo episodio di Mutandine Roventi ci farà conoscere la lolita Marzia ed imprimerà una svolta lesbo alla serie.
Letizia è esperta conoscitrice dell'amore tra donne e ce ne dà ennesima prova.
Donato
Marzia
Le vacanze estive erano finite, si tornava a scuola e per Mara, Lucia, e Teresa, significava una nuova scuola, una nuova classe e soprattutto nuove amicizie, erano sempre state inseparabili, sin dall'asilo, ma la vita crea nuove strade per ognuno. Fu Lucia, a far entrare nel gruppo una nuova presenza, Marzia, la sua vicina di casa, Mara, non l'aveva mai sopportata, Ma la sua amica aveva scoperto che avrebbero frequentato la stessa scuola e visto che avrebbe passato molto tempo con lei, non voleva che vecchie questioni e nuove amicizie, le separassero. Dopo non poche discussioni con sua madre; che non vedeva di buon occhio, che quattro ragazze così giovani, passassero la notte fuori casa; riuscì ad organizzare un week-end, tutto per loro, nella casa della nonna a Santo Stefano d'Aveto, sperava così, che conoscendosi tra Mara, e Marzia, si spegnessero le antipatie e potesse quindi nascere una bella amicizia, che avrebbe arricchito il loro gruppo. Marzia, era molto timida e per questo, parlava quasi esclusivamente con Lucia, questa cosa la faceva apparire agli occhi di Mara, come una ragazza snob. Era venerdì e le ragazze stavano definendo gli ultimi dettagli per la partenza del giorno dopo, tra Marzia, e Mara, nacque un'accesa discussione. Ogni buona amicizia, nasce da una bella litigata e così fu per loro, la rabbia, aveva permesso a Marzia, di superare la timidezza e mostrare a Mara, il suo vero io, fugando ogni pregiudizio che albergava in lei. Dopo quella furibonda litigata, Marzia, diventò la miglior amica di Mara, e quel pomeriggio si incontrarono a casa della prima, per preparare lo zainetto per il week-end, era solo una scusa per chiacchierare, che nasceva dalla voglia di conoscersi. Mara, cominciò a rovistare nei cassetti della biancheria di Marzia, aveva veramente dell'intimo sexy, quasi tutti perizomi di pizzo,
-:Sono bellissimi, perché non mi fai vedere come ti sta!
esclamò prendendone uno bianco di rete, era veramente sexy, forse anche troppo osè per una ragazza della sua età, ma decisamente molto bello. La sua nuova amica sorrise e senza esitare, cominciò a spogliarsi, era molto bella, il seno minuto e appuntito, su cui svettavano aureole rosa e piccoli capezzoli duri, Mara, la guardò, era strano, non era sicuramente lesbica, ma le forme aggraziate di Marzia, suscitavano in lei una sorta di ammirazione e attrazione. Le si avvicinò e accarezzò con naturalezza il suo seno,
-:Sei molto bella, non capisco perché tu sia tanto timida!
Marzia, indossava un perizoma rosa e nonostante quell'indumento, aveva un aspetto ingenuo e fanciullesco, le sorrise arrossendo timidamente,
-:Provane uno anche tu, sei così bella che ti starà d'incanto!
esclamò, cercando di togliersi dall'imbarazzo, Mara, si spogliò, continuando ad ammirare la sua nuova amica. Aveva il pube completamente rasato, cosa che a Mara, sembrò stranissima,
-:Ti radi la figa? Non ti da fastidio quando ricrescono i peli?
domandò meravigliata, la sua giovane amica, si carezzò maliziosamente,
-:Faccio la ceretta! Mi piace così liscia, vieni prova a toccarla!
rispose, serafica, aveva già visto nuda, sia Teresa, che Lucia, ma l'idea di toccarle in mezzo alle gambe non le era mai neanche lontanamente passata per la testa. Marzia, le prese la mano Eccomi naturalezza se la portò sul pube, era liscia delicato come la pelle di un bambino una sensazione strana, che imbarazzo Mara. Le sue dita erano scivolate sulle labbra umide di quella fighetta calda e liscia, si era masturbata molte volte e conosceva bene quel caldo umido, la sua nuova amica era visibilmente eccitata. Ritirò di scatto la mano e la fissò, abbassarono lo sguardo imbarazzate, era una cosa che stava sfuggendo al loro controllo e nessuna delle due voleva considerarne la possibilità. Marzia, crollò a sedere sul suo letto,
-:Scusa, io non so cosa... non so proprio cosa...
cercava un modo di scusarsi, ma non sapeva nemmeno lei, di cosa si doveva scusare, Mara, le si sedette accanto e poggiandole una mano sul ginocchio, cercò di trovare quelle parole che non riuscivano all'amica, ma nemmeno lei riuscì a dire nulla. Si guardarono perplesse e contro ogni logica si baciarono, si guardarono ancora, arrossendo violentamente, la mano di Mara, scivolò fra le cosce di Marzia, e le sue dita scavarono arditamente fra le labbra tumide della sua fichetta. Fu una cosa dolce, naturale, Marzia, si rovesciò con le spalle sul letto, allargando un po' le gambe, posò una mano su quella della sua nuova amica, e cominciò a gemere, anche Mara, si sdraiò, fissava il soffitto, allargò le cosce e cominciò a toccarsi lascivamente. Era una situazione strana, surreale, Marzia, allungò la mano e raggiunse quella della sua amica, che si stava masturbando e sostituendosi a lei, cominciò a ricambiare le sue carezze. Voltando la testa, si guardarono e in breve, raggiunsero assieme l'orgasmo. Non dissero niente, immobili, con il fiato corto, continuarono a fissarsi a lungo, Marzia, continuava a muovere lentamente le dita. Dopo un tempo, che parve un secolo, si alzarono dal letto, nessuna delle due sapeva che dire, Mara, prese la faccia di Marzia, tra le mani e la baciò,
-:È stato bellissimo, ma non significa che sono lesbica o che stiamo assieme!
esclamò, confusa da ciò che era successo, la sua compagna la fissò,
-:No, non sono lesbica nemmeno io, è la prima volta che... però è stato bellissimo! Potremmo rifarlo qualche volta... se vuoi!
era piaciuto ad entrambe e un bacio, sugellò un tacito accordo, nessuno avrebbe mai dovuto sapere di quel giorno. Ormai la confidenza tra loro era andata oltre ogni limite,
-:Tu, tu non sei vergine, vero!?
Mara, aveva sentito con le dita, l'imene infranto e a quel punto, Mara, le raccontò della notte in cui aveva perso la verginità. Mara, si eccitò terribilmente nel sentire come ogni particolare e se non fosse stato, per sua madre, che era rientrata, si sarebbe masturbata ancora. Quel folle pomeriggio, si concluse così. Il giorno dopo, sul pullman, era completamente diversa, come se ciò che era successo, avesse cancellato quei tabù che tanto la impacciavano, rendendola timida, alla presenza di alcuni ragazzi, molto più grandi di loro, mostrò un nuovo lato del carattere, rers molto più espansiva ed estroversa, la forza del gruppo; non fu lei ad attaccare bottone; e soprattutto la presenza di Mara, la rese forte. In breve, ammaliata da Filippo, alto, muscoloso, abbronzato, con i capelli lunghi e gli occhi cenere, aveva su di lei un potere magnetico. Anche, Mara, Teresa, e Lucia, avevano trovato in loro dei validi corteggiatori, ma più avvedute di Marzia, riuscivano a tener testa a quei bellimbusti. Filippo, le fece un complimento, i suoi occhi la fissavano da vicino, avvicinò lentamente il viso a quello di Marzia, come abbagliata, lei chiuse gli occhi e aspettò il bacio del suo bel principe, sentì le sue labbra tumide e carnose, poggiarsi sulla sua bocca, schiuse le labbra e la lingua del ragazzo, penetrò alla ricerca della sua, un bacio che le tolse il respiro. Aprì gli occhi, lo sguardo incandescente di Filippo, accese la passione e si lasciò andare, baciandolo ancora. Il viaggio era lungo e noioso, ma non per lei, Filippo, sapeva dosare e controllare l'impeto della passione, alternando discorsi seri, a roventi baci, tenendo alto e vivo il suo interesse. Marzia, pendeva dalle sue labbra ed era pronta a ricambiare i suoi baci, ogni qualvolta lui si avvicinava, sentì la sua mano poggiarsi sul seno, i capezzoli duri, strusciarono sulla camicetta e un brivido scosse il suo giovane corpo. Era la prima volta che un ragazzo la carezzava in quel modo e mentre continuava a baciarla, la sua mano scivolò sotto la minigonna, Marzia, sospirò languidamente, senti le robuste dita del suo spasimante, premere sul tessuto.del pesizoma, era già un lago. Filippo, era più rude e deciso di Mara, ma il fuoco stava già divampando in lei. Quelle dita abili e impertinenti, scostarono il perizoma e scivolarono fra le labbra della sua fichetta, era terribile, come brace sotto la cenere, che il vento riaccende, il suo corpo cominciò a bruciare di desiderio. Strinse più forte che poté le cosce, cercando di fermare la mano, la sua fichetta era in fiamme e un orgasmo travolgente, scosse il suo corpo. Lo desiderava con tutta se stessa e quando giunti a Santo Stefano d'Aveto, scesero dal bus, lo seguì come un bambino che segue un aquilone. Il rapace, aveva arigliato la sua preda, non disse nulla, la prese per mano e lo seguì sin dentro casa sua, lei, come le sue amiche prima di lei, era in preda ad un delirio sessuale adolescenziale, che non le permetteva di fare scelte ponderate. Chiusa la porta alle sue spalle, Filippo, spinse con le spalle contro il muro e sovrastandola con la sua mole imponente, la baciò, si accucciò e le abbassò lentamente, sia la minigonna, che il perizoma, denudandola dalla vita in giù. Tremava eccitata, sentiva il respiro di quello sconosciuto carezzarle il pube, si sbottonò la camicetta e si carezzò vogliosa il seno, Filippo, avvicinò le labbra al suo ventre, la baciò e con la punta della lingua cercò il turgido clitoride. Un violento brivido scosse il suo corpo, lui risalì lentamente, baciando la sua pelle bollente, baciò il suo ventre, la pancia, salì sul seno, tintinnando con la lingua i capezzoli, le sfiorò con le labbra il collo e finalmente si posò sulla sua bocca. La sollevò, le mani salde sul suo culetto sodo e continuando a baciarla, con gli occhi fissi nei suoi, la portò in camera da letto, Marzia, agitatissima guardò il lettone matrimoniale, in quel momento, colta dalla paura, si irrigidì, ma i continui baci di Filippo, non le consentivano di arrestarlo. In breve si ritrovò distesa sul letto con le gambe aperte, lui, con la testa fra le sue cosce, solleticava arditamente le labbra della sua fichetta e il clitoride. Gemeva e sospirava con il fiato in gola, gli mise le mani sulla nuca, per impedirgli di fermarsi e in quel momento un orgasmo travolse i suoi sensi. Filippo, si sollevò e cominciò a spogliarsi lentamente, era l'ultima occasione per lei, di tirarsi indietro, lo fissò, i pettorali, le larghe spalle, la tartaruga addominale e mentre sfilava i boxer, deglutì sgranando gli occhi. Il suo cazzo duro, svettava imponente dinnanzi a lei, non sapeva se fosse grande, piccolo o normale, ma a lei sembrava enorme, Filippo, si avvicinò e lo puntò sulla sua bocca, non sapeva cosa fare, ma sapeva bene, cosa si aspettava da lei, sciuse le labbra e cominciò timidamente a succhiarlo, si sentiva rimescolare tutta, quel grosso palo di carne, vibrava tra le sue labbra. La fermò, non era certo così che voleva finisse tutto, la fece sdraiare nuovamente e allargandole le cosce, spinse la violacea cappella contro l'imene. Marzia, si sentiva come una bambola tra le sue braccia, lo fissò negli occhi impaurita, in quel momento voleva scappare, ma il dolore della lacerazione la bloccò, urlò perdendo la verginità, Filippo, era dentro di lei e cominciava a muoversi con decisione. Chiuse gli occhi e le tornò alla mente la dolcezza del giorno prima, ma poco dopo, il suo ventre si incendiò di piacere e cominciò a sospirare rauca. Si lasciò andare, puntò i piedi sul letto e sollevò il bacino per permettergli di penetrarla con più foga, gemeva e muoveva i fianchi, accompagnando il ritmo di Filippo, si aggrappò letteralmente a lui, piantandogli le unghie sulla schiena e incrociando i piedi dietro i suoi reni, godeva, la sua giovane ed esuberante sessualità si fece prepotente. Dominata da quel istinto primordiale, si scatenò letteralmente. Filippo, stava per godere,
-:Prendilo in bocca, voglio sborrarti in bocca!
non era, né dolce, né romantico, ma in quel momento a lei non interessava. Aprì la bocca e cominciò a succhiargli il cazzo avidamente, sino a che un fiotto di sborra riempì la sua gola. Deglutì, ingoiando quel liquido denso dal sapore acre, si sentiva porca e sporca, non avrebbe mai immaginato che la sua prima volta, sarebbe stata così, fra le braccia di uno sconosciuto, che la trattava come un oggetto sessuale, ma soddisfatta, si abbandonò sul letto. Avrebbe voluto continuare, ma sapeva che le sue amiche la stavano aspettando, aveva detto a Mara, di non preoccuparsi, ma forse si stavano comunque preoccupando per lei. Si fece una doccia e corse a raggiungere le altre, il suo sguardo era diverso e mentre Lucia, e Teresa, cominciarono a cucinare, prese per mano Mara, e in un angolo del soggiorno, la baciò con passione.
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