Purtroppo questo è anche l'ultimo episodio di cui disponiamo.. la serie rimarrà incompleta ma ciò non ne diminuisce la carica erotica e la bravuar di Letizia nel descrivere l'adolescenza.
Donato
Marzia & Mara
L'estate era finita e la nuova scuola, gli impegni, i nuovi compagni di classe e soprattutto i nuovi amori di Teresa, e Lucia, che persa la verginità, si stavano dando da fare per vivere le gioie dell'amore, avevano finito per allontanare le tre amiche. Solo Mara, e Marzia, erano rimaste unite, molto di più di quanto la prima, fosse legata con le altre due, erano diventate intime, dopo essersi confessate le avventure estive, continuavano a confidarsi le nuove e i timori ad essi legati. Marzia, da poco più di un mese, abbandonate le avventure toccata e fuga, aveva un ragazzo fisso, Mattia, ma la loro storia, non interferiva con l'amicizia tra lei e Mara. Era il suo compleanno e marinata la scuola, aveva pensato di passare la mattina, scopando con Mattia, si preparò con cura, la doccia, il trucco, il perizoma di rete bianco, una minigonna bianca molto aderente e un top dello stesso colore. Prese il bus, per raggiungere la casa del suo ragazzo e come spesso accade sui mezzi troppo affollati della città, alcuni rattusi, le palparono il culo. La cosa le accadeva spesso e aveva abbandonato l'idea di sottrarsi a quel gioco lascivo, allontanato uno, ce n'era sempre pronto un'altro, oltretutto il suo abbigliamento, così succinto, era come una calamita, per i maniaci. Mattia, abitava dall'altra parte della città e quando arrivò da lui, erano già le dieci passate, disoccupato, passava le giornate a giocare con la playstation e quindi lei era sicura di trovarlo li, ma quando le aprì la porta, Marzia, si sentì mancare. Dietro il suo ragazzo, sul divano, una bionda, completamente nuda. Non c'era certo bisogno di un genio, per capire cosa stava succedendo, non una parola, niente, girò le spalle e salì sull'ascensore. Sul bus, ricevette come all'andata, parecchie attenzioni, in altri momenti, così com'era successo poco prima, si sarebbe divertita a sentire come quei maiali, le palpavano il culo o spingevano il basso ventre tra le sue belle chiappette sode, ma non quel giorno, era incazzata, voleva solo arrivare a casa. Giunta sotto casa di Mara, esasperata dall'insistenza di quei maniaci, scese dal bus e citofonò, la sua amica non era a casa e fu costretta ad aspettarla per quasi due ore. Il tempo passava lento e Marzia, si stava veramente stancando degli sguardi che riceveva, non era dell'umore giusto, stava per andar via, quando fu fermata dalla voce di Mara, era finalmente arrivata. Chiuse in camera, iniziò a raccontarle, frustrata, cosa era successo, ma furono interrotte dalla mamma di Mara, che dovendo andar al lavoro, le chiamò quasi subito per mangiare. Finito di pranzare, rimaste sole, si chiusero nuovamente nella cameretta e lì, in un pianto liberatorio, finalmente si sfogò, si alzò di scatto in piedi e spogliandosi quasi completamente, tuonò,
-:Perché!? Cosa gli mancava!? Gli ho dato tutto ciò che voleva e lui mi fa le corna!?
agitatissima, rimase impalata davanti alla sua amica, il suo giovane corpo statuario, Mara, si alzò e la abbracciò, cercando di calmarla, era la prima volta che la vedeva così angustiata per un ragazzo e non sapeva cosa dirle per consolarla, Marzia, le prese la faccia tra le mani,
-:Solo tu mi vuoi veramente bene!
esclamò e senza indugi, appoggiò le labbra sulla sua bocca. Le loro lingue si intrecciarono, non era più successo, da quella volta, alcuni mesi prima, ma la passione esplose dirompente, Mara, sentì i capezzoli dell'amica indurirsi e premere sul suo seno, scivolò decisa con una mano nel suo perizoma, era già un lago. Marzia, la spinse sul letto e cogliendola di sorpresa, le sfilò rapidamente i fuseaux e le mutandine, Mara, era eccitata, ma non sapeva cosa fare, lasciò dunque tutta l'iniziativa alla sua amica. Sorpresa, ma non turbata, la guardò scivolar con la testa fra le sue cosce e quando sentì la sua lingua solleticarle il clitoride, si lasciò andare in un lungo sospiro. Non era più inesperta, lo aveva già fatto con diversi ragazzi, ma Marzia, essendo lei stessa una donna, sapeva come solleticarla, facendole letteralmente perdere la testa.
Venne prepotentemente e voleva ricambiare quel piacere, in breve si ritrovarono avvinghiate in un rovente sessantanove. Marzia, stesa sul letto, le gambe sollevate, spalancate e bloccate sotto le braccia di Mara, aveva il bacino sollevato e in quella posa, offriva sia la fichetta vogliosa, che il buchino del culo, affondò la lingua nella figa della sua amica. Marzia, ormai scatenata spinse due dita nel culo, no più vergine, di Mara, che dopo averglielo leccato a lungo, la imitò, profanando per prima, quella rosellina vergine. Scatenate, oramai superata la soglia, quel limite che le bloccò la prima volta, godevano rumorosamente senza ritegno, Marzia, si era completamente dimenticata del motivo per cui era lì e incitava l'amica a farla godere. Non c'è come due donne che fanno l'amore, per comprendere quanto la loro natura non conosca limiti e stanchezza, Mara, e Marzia, avevano perso la cognizione del tempo, ma più godevano, più il loro desiderio cresceva. Fortunatamente, la mamma di Mara, aveva dimenticato le chiavi e fu costretta a citofonare, quindi ebbero il tempo di sistemarsi e quando entrò in camera, dopo aver sistemato la sua roba ed essersi cambiata, le trovò sul letto che giocavano a cuscinate e non si insospettì, nonostante fossero sudate e spettinate. Si guardarono e come la volta prima, non si domandarono nulla, era successo ed era bellissimo, i loro visi si avvicinarono e le labbra si sfiorarono teneramente, poi Marzia, accarezzò la guancia della sua amica e ancora poggiò la bocca sulle sua, un lungo bacio appassionato e mani vogliose che ancora cercavano il piacere di pochi istanti prima. Non erano lesbiche, i ragazzi piacevano ad entrambe, ma tra loro c'era un intesa diversa, durante la cena, nessuna delle due, aveva rimesso le mutandine, Marzia, allungò lenta un piede sotto il tavolo; mentre con una mano, incoscientemente, si toccava la fichetta ancora ardente di desiderio; toccò con le dita, la figa della sua amica. Mara, si morse il labbro, non poteva farsi scoprire dai suoi genitori, sentì il ditone del piede, allargarle le labbra fradicie della figa e lentamente scivolare prepotente nella sua umida fessura, scattò sulla sedia, sottraendosi a quella piacevole tortura e mentre Marzia, sorrideva divertita, cercò una scusa plausibile agli occhi dei suoi genitori, per quello scatto improvviso. Verso le dieci, i genitori di Marzia, la vennero a prendere e la discesa con l'ascensore; Mara, la accompagnò sino dai suoi per ringraziarli; fu l'ultima occasione, per baciarsi liberamente, travolte dalla passione.
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