giovedì 25 luglio 2024

I SETTE PECCATI CAPITALI- PARTE 6: LUSSURIA (By Clarissa Poggi)

 


 

Sesto appuntamento con la storia a puntate della nostra amica Calrissa dedicata ai sette peccati capitali.

Leggete come Clarissa si faccia trasportare dalla lussuria!


Donato

 

I sette peccati capitali 6- lussuria

Sono senza fiato e non smetto di piangere. Sono sconvolta.
“Scusami”
Mi giro verso la signora - “È l'unica cosa che sai dirmi?” - mi alzo e gli tiro una sberla - “Tuo figlio è un mostro, me ne voglio andare!!”
Lei non si scompone, si accarezza il viso dove l'avevo colpita, poi torna il suo sguardo glaciale.
“Bene se te ne vuoi andare, basta che schiacci quel bottone con scritto R, ma” - Esita un attimo - “non sarai mai assunta, non dire che non ti avevo avvisata”.
Dopo un attimo silenzio, mi porge un fazzoletto, sembra più accomodante - “Anche perché il peggio è passato e sai una cosa” - mi bacia sulla guancia - “La nostra prossima cliente sei tu”.
Ovviamente non capisco.
“Mi promette che non subirò più tale violenza?”
“Te lo giuro, anzi sono sicura che d'ora in poi godrai, come la vacca lussuriosa che sei”
“Mi scusi..?”

“Nulla, Nulla” - allunga la mano e mi regala 500 euro, la cosa mi stupisce - “ora è l'ultima volta che mi vedrai. Tra poco tornerai al lavoro”
“Quindi la prossima è l'ultima scopata che devo fare?”
“No” - una sola parola ti può mettere nello sconforto - “Con questi soldi ti potrai comprare il tuo prossimo vestito” - afferrai la banconota - “e potrai accedere al salone principale del hotel”
“E il mio lavoro?”
“Ti daranno le indicazioni dopo che hai fatto il tuo dovere” - Si spalanca la porta - “Eccoci arrivate, è stato un piacere conoscerti, e scusami ancora per mio figlio”
Rimando da sola, nuda, nel corridoio.. Vedo un insegna... “Vestiti per feste”.. La mia salvezza
Trovo un carrello del cambio biancheria, afferro un asciugamano e lo indosso intorno al mio corpo.
“Salve” - alla cassa c'è un signora sulla settantina.
“Salve” - mi risponde a fatica - “lei deve essere la nostra prossima guest star, prenda pure quello che vuole”
Volevo sia un vestito elegante che sia nello stesso tempo pratico, del resto dovevo fare sesso. Sperando che stavolta fosse piacevole. Osservo gli scaffali per qualche minuto e poi lo trovo, mi innamorerai in pochi secondi. Ha un bellissimo scollo sulla schiena che arriva fino alla gamba. Da li partiva lo spacco inquinale. Sulla schiena c'è un intreccio di lacci, che dava la caratteristica vedo e non vedo. Davanti è tutto coperto. Le maniche sono molto lunghe. Ora dovevo trovare gli accessori giusti.
Mi dirigo verso il reparto intimo. Lo trovo immediatamente, del resto non voglio perdere altro tempo. E' un completo in pizzo. Reggiseno leggero con collare e scollatura prominente. Cintura reggicalze, piccole mutandine semitrasparenti e calze anche esse di pizzo semitrasparenti.
Man mano che passa il tempo, mi sento più audace, e il pericolo che avevo passato pochi minuti prima sta diventando un ricordo. Per completare l'opera prendo degli stivali che mi arrivavano alla coscia, e decido che non mi li sarei più tolti. Vado alla cassa li pago 250 euro, e visto che non sono soldi miei, lascio 50 euro di mancia. Entro nello spogliatoio e indosso tutto quello che ho comprato.
Il vestito si avvolge perfettamente sulle mie curve. Mi sento subito elegante e sensuale. Mi guardo allo specchio e mi sento sicura di me. Manca ancora qualcosa per completare il mio look, decido di farmi una treccia.
Ora che sono pronta, dovevo solo capire dove fosse il salone principale. La commessa mi indica una porta rossa. Trattengo il respiro e l'apro.
Mi si spalanca davanti un posto molto raffinato, pieno di divani, con luci rosso/azzurre soffuse e tante persone nude. La prima cosa che sento, appena entrata, sono di passione. Nessuno si accorge di me, rimango qualche secondo in mezzo alla stanza e analizzo la situazione.
Ovviamente ci sono più uomini che donne, pure uomini gay, mi sembrava scontato. Però la qualità è eccelsa, e mi chiedo da chi o dove iniziare, finché un maggiordomo non mi si avvicina.
“Benvenuta”
“Grazie”
Con un cenno della mano mi indica la sala - “Scegli pure quello che vuoi, qui puoi fare di tutto e andartene quando vuoi” - Sorrise - “L'unico obbligo è godere e far godere, non si va via senza orgasmi”
Mi sembra un ottima prospettiva.
Non so come mai ma i miei occhi si posano subito su una ragazza seduca in un angolo. Il suo sguardo esprimeva timidezza. Sono stanca dei maschi. Mi avvicino e mi presento. Lei non risponde. Attorno a noi, da un lato, c'è una donna penetrata con vigore e, dall'altro, un uomo che sta succhiando grosso pene.
Provo a risalutarla. La desidero, voglio un po di dolcezza.
Forse a non tutti piacerebbe. È minuta, non più di un 160 cm, occhioni grandi coperti da occhiali con lenti enorme, castana con la frangetta. Sembra gracile, ma dalle gambe intuivo muscolosa, probabilmente una sportiva. Indossa una camicia e una gonna corta. Ripeto dopo le mie avventure, lei è esattamente chi voglio, ma come conquistarla?
Penso a un approccio diretto. Gli accarezzo i capelli e la bacio. Lei non indietreggia.
Penso che l'ho conquistata, la mia lingua si insinua dentro la sua gola e le stringo il seno destro, che al tatto mi sembra una seconda. Per pochi secondi quello che avviene intorno a me sparisce.
Lei non risponde al mio bacio, dedico di abbandonarla, non sono venuta per perdere tempo.
Mi aggiro per la sala. Più passa il tempo, più mi eccito. Mi sarei scopata il primo che incontravo. Per fortuna non lo faccio.
Con la coda dell'occhio sinistro ammiro una mora riccia che si sta facendo scopare da un giovane virgulto, mi avvicino alla coppia e lecco il seno alla donna. In risposta lei mi accarezzo i capelli. Quindi continuo. Succhio entrambi i capezzoli, mentre il suo uomo, sempre se fosse il suo uomo, la trapana con vigore.
Mi alzo il vestito e mi tolgo le mutandine, è assurdo aver pensato d'indossarle, visto la situazione. Le getto addosso a lui e mi siedo sul viso della tipa. La sua lingua mi lecca la passera lentamente, finalmente avevo trovato una troia che ci sapeva fare.
La sua lingua scorre elegantemente sulla mia fessura.. Lui mi palpa il culo, lo lascio fare. Ormai sono coinvolta nella festa. Uhnn si. La tipa ha una lingua esperta, mi succhia il clito con passione e godo. La signora geme grazie ai colpi dell'uomo, la sento ansimare faticosamente dentro di me. Contemporaneamente allunga le mani lungo il mio corpo, cercando il mio seno e una volta trovato me lo stringe da sopra il vestito.
Mi godo il momento migliore di tutto il week end.
Anche lui mi afferra il seno con le sue mani vigorose e me stringe con ancora più forza. Vogliono che mi spogli, ma ho paura di mostrare i lividi causati dal mostro precedente. Lui infila due dita nel mio culo da dietro e me lo apre.
Mi sposto e mi sdraio sopra di lei, la bacio, questa volta sono io ad accarezzare il suo seno e lo spingo verso l'alto. L'uomo appena vede due fighe vicino al suo cazzo non perde tempo, toglie il pene dalla sua donna e lo infila nella mia fessura. Non protesto.
Sento chiaramente il suo pene dentro la mia passera dolorante. Dopo la prestazione di qualche ora prima, dovevo intuirlo. Ma il dolore scopare dopo qualche secondo e appare il piacere.
Lei mi sussurra - “Sei una puttana”
La ribacio - “Anche tu non sei male”
Il cazzo continua il suo lavoro con maggior intensità, mi riempe tutta, intanto io scorro il mio clito sopra quello della puttana. Anche stavolta inizio a piangere, ma ora i miei sentimenti sono diversi, sono felice. Non smetto di baciarla, mi serve la sua dolcezza selvaggia.
Il grosso pene esce dalla mia figa e si struscia sulle nostre passere allagate. Sarei rimasta cosi per tutto il tempo ma la donna mi dice - “Amore lascia venire questo tipo in figa, voglio rimanere incinta” - mi bacia ancora - “Noi ci possiamo vedere dopo”
Ci sono così tante occasioni che mi alzo, mi risistemo il vestito e me ne vado, Non prima di girarmi e guardare la scena. Lei si è messa a 90 e quel uomo, che era dannatamente bello, gli spinge il pene in figa con tutto l'ardore di uno stallone. E il viso della tipa si illumina. La mia mano scorre verso le mie parti intime e me le sfioro delicatamente.
Lui venne di getto e distolgo lo sguardo. Chi è la mia prossima preda.
Ora che ero entrata in sintonia con il posto, mi sembrano tutti belli. Ammiro quattro donne di ogni razza e religione che si leccavano a vicenda, ma era troppo per i miei gusti. Poi il mio sguardo viene attratto da una situazione particolare, che difficilmente mi poteva capitare altrove.
Vedo i due bellissimi ragazzi muscolosi che avevo notato accanto alla ragazza di prima. Uno moro e uno biondo. Si stanno baciando in piedi e i loro cazzi si scontrano come se schermissero.
Mi mordo la lingua, prendo coraggio mi avvicino a loro e afferro i loro peni con decisione. Mi sorridono. Bene. Interseco la mia lingua con le loro. Allungano le mani verso il mio corpo, e mi accarezzano chi il seno, chi la passera. Ho trovato i mie compagni di giochi. Succhio i capezzoli del moro.
È il momento di agire, voglio assaporare i loro peni, quindi mi inginocchio. Lecco prima il cazzo di quello più muscoloso e poi mi infilo il pene dell'altro in bocca, mi accarezzarono i capelli, mentre continuano a limonare. In quel momento penso: chissà quando inizieranno a scoparmi, forse dovrei darmi una mossa.
Ma sono loro a fare la prima mossa e ne rimango sconvolta. Il moro piega in avanti il biondo e lo incula senza esitazione, la mia eccitazione va alle stelle.
Il belloccio afferra il sottomesso per i fianchi e lo impala con intensità. Non perdo tempo, li voglio, entrambi. Mi metto in ginocchio davanti al passivo e lecco il suo cazzo enorme. Passo in modo appassionato la lingua sul bel glande e mi assaporo il suo bel buchetto.
Intorno a noi si sentono gemiti e orgasmi di ogni genere, ma ormai sono concentrata su di loro.
Stanca di guardare mi chino e apro le gambe. Il biondo invece di scoparmi mi lecca, non che la cosa mi dia fastidio. La lingua inizia a giocare con le mie grandi labbra, me le morde. Me le succhia.
Mi aiuto con le dita accarezzandomi, con movimenti circolari, il clito, quanto mi scopa questa, ma intuisco che sono loro a decidere. Di qua non mi muovo per nulla al mondo, almeno finché non raggiungo l'orgasmo.
Il moro sussurra qualcosa al biondo che si sposta. L'altro prende il suo posto - “Scusami tesoro è un po' imbranato con le donne”
E senza chiedere il permesso, mi penetra. Si dopo essere stato dentro il culo dell'altro. Inarco subito la schiena. Noto la differenza con tutti i cazzi presi in precedenza, è immenso.
Mi slaccia il vestito da collo, me lo abbassa fino al seno e me lo lecca - “Sei una bellissima donna”
Lo ringrazio.
Dietro di lui il suo amico gli lecca l'ano. A intuito lui è il “frocetto”, mi scuso per la parola, e quello che mi scopa il maschio alfa, anche questa volta mi sento stupida, infatti viene inculato in cinque secondi.
“E così ti scopi questa troietta, stronzo”
Sento i colpi del biondo direttamente nella mia figa, anche se di fatto scopa il suo “uomo”
Le mie gambe si intorcigliano attorno la vita di lui, così lo sento ancora di più dentro di me. L'altro mi tocca il seno per la prima volta. Si stanno scaldando.
Il moro solleva le mani e prende la nuca del suo compagno tra di esse, gli lecca il collo. Il suo pene fa il suo dovere esplorando la mia bellissima caverna umida. Ormai la mia vagina si è abituata alle sue dimensioni e scorre dentro con piacere arrivando a toccare il fondo. Ogni volta che mi sfonda sussulto di piacere.
“So io cosa ti serve signorina” - Appena lo disse mi solleva di peso e mi trovo tra le sue braccia - “Ora ti divertirai”
Mi fido di lui.
Sobbalzo sopra il suo scettro e lui sussurra qualcosa al suo amico, il quale si sposta dietro di me.
“Milady ora si rilassi”
Al contrario trattengo il respiro. Il biondino mi sfiora il corpo con le sue mani callose. Mi bacia il collo e poi lentamente mi appoggia il suo arnese al mio ano. Il mio corpo trema dall'eccitazione.
Il suo pene entra con accuratezza, il mio piacere duplica. Sono in mezzo a loro sollevata da terrà. A quando pare ora siamo l'attrazione della festa e tutti ci osservano.
I loro cazzi mi sbattono all'unisono e sento dentro di me le loro cappelle scontrarsi, chissà se lo fanno apposta. I miei urli risuonano in tutta la sala, forse per quello ci guardano.
Do il mio contributo baciando entrambi.
“Venitemi dentro, ho preso la pillola” - Si l'ho detto davvero
L'uomo alle mia spalle aumenta il ritmo e, dopo pochi attimi, sento il suo sperma scorrere lungo il mio cavo anale e lui che mi dice - “però la sua sborra è mia”
Vengo catapultata da quel dondolo e il biondo prende in bocca l'altro cazzo eretto e io ammiro lo spettacolo toccandomi la passera. Penso che dovrei imparare da quel ragazzo a fare pompini.
“A te ora ci penso io” - mi giro e vedo la ragazza che mia aveva rifiutata in precedenza.
Si avvicina con passi felpati verso di me, mi bacia - “Scusami per prima” - mi tocca il seno - “non avevo capito che eri tu” - Cosa significavano quelle parole?.
Mentre mi tocca, davanti a noi i miei nuovi amici si danno ancora da fare, ora il moro sta penetrando il biondo con passione, da quei gesti intuisco che io non ero di suo gusto.
“Mi chiamo Romina” - il mio sguardo torna verso i suoi occhi.
Le sue dita scivolano sulla mia passera e mi penetra e, con un tono perentorio, disse - “Riccardo, vieni qui”
Il moro obbedisce e si avvicina. A ogni suo passo il suo bel pene dondola in modo sensuale, la mia nuova amica lo afferra con decisione e lo sega con forza. I suoi occhi sono fissi sui miei.
Silvio, l'altro ragazzo di prima, lecca la figa di Romina, ma non era timida. Mi indica d'inchinarmi.
Non faccio in tempo a inginocchiarmi che il moretto mi esplode in faccia - “ora potete andarvene” - detto questo la bellissima ragazza si china pure lei, mi lecca il viso e mi pulisce dallo sperma.
“Dai, tesoro, vieni con me” - mi prende la mano - “abbiamo bisogno di tranquillità”.
Accanto a delle scale c'è un separé, all'interno c'era solo un divano, mi dice di sedermi accanto a lei, questa volta ero io la timida e non sapevo come reagire.
Cerco di baciarla, le premo il mio seno contro di lei, sento il suo cuore battere, tra di noi è scattato qualcosa di strano. La mia lingua gira dentro la sua bocca.
Le nostre mani toccano i seni altrui, li stringono. La spingo verso il lato opposto del divano e le alzo la gonna. Ora questa passera è mia.
La lecco, la penetro con tre dita, la sento gemere.
“Tu sei mia”
“Magari tesoro”
Adoro tutto di lei, la sua figa bagnata, il suo giovane seno, la sua timidezza.
La mia lingua si dirige in modo deciso verso il suo seno, la faccio scorrere con lentezza e intanto entrambe ci masturbiamo. La bacio, è il momento più bello del week end.
Le apro con forza le gambe e le appoggio la mia passera sulla sua e ci sfregiamo con tutta le delicatezza del caso, ma anche con passione. Mi sento innamorata.
Il mio clito gonfio la penetra leggermente e la vedo mordersi il labbro inferiore. Mi sussurra - “Sei la donna che stavo aspettando” - questa parole mi riempono di gioia.
Il tempo sembra immobile, mi godo ogni singolo momento di felicità, fino a che lei mi dice - “Amore, fammi alzare”
Mi sposto delusa, almeno per il momento, lei scompare per un attimo, io l'aspetto penetrandomi con tre dita, pensando alla sua bellezza. Per fortuna torna subito, con una novità. Indossa uno strap-on gigante, che quasi mi mette agitazione.
“Tesoro è ora che tu raggiunga l'orgasmo” - Dentro di me sorrido.
Questa volta è lei a stendersi sopra di me e senza induci mi infila quel palo dentro la figa. In effetti non ho ancora raggiunto l'orgasmo anche se ci sono andata molto vicina.
Sento lo spessore di quel cazzone. Sento che sbatte contro la parete uterina. Le sue mani stringono il mio seno e la sua lingua esplora la mia bocca. Sono in estasi.
Il ritmo aumenta sensibilmente e io mi ritrovo completamente aperta. L'asta di quel cazzone sfrega contro il mio clitoride sviluppato. Inizio a sentire delle scosse dalla testa ai miei. Lacrimo per il piacere.
Per un attimo credo di dover urinare, ma non è quel liquido che vuole uscire. Non sono mai stata così bagnata e improvvisamente eruttai, letteralmente. La mia nuova amica è rapida a far uscire il fallo di gomma dalla mia fessura, e zampillo vivamente. Credetemi, non mi sono mai sentita cosi.
Lei insiste nel masturbarmi la passera e i getti continuano finché non mi sento esausta e in quel momento mi bacia ancora.
“È la prima volta che squirti?” - non sapevo cosa rispondere, ma effettivamente era la prima volta -
“È ora che ti muovi, il tuo lavoro non è ancora finito” - con una sola frase Romina mi fa calare nella realtà. È vero sono li per uno scopo e non so ancora cosa mi aspettasse e mi rivesto.
Lei mi aspetta accanto alle scale che ho visto prima. Non la faccio parlare - “Vorrei tanto rivederti”
“Chi lo sa, forse in futuro capiterà” - Come risposta mi sembra glaciale, visto quello che era appena successo, poi indica le scale - “Sali tesoro, ti aspetta la tua ultima avventura”
Ultima avventura, voleva dire che quell'incubo non è ancora finito. Rubo un ultimo bacio e mi avvio, ansiosa, su per le scale. Prima che lei sparisse definitivamente mi urla dietro - “A proposito saluta mia madre da parte mia” - E poi svanisce, non lasciandomi il tempo di rispondere.
Clarissa ❤️ ❤️

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi hai fatto morire, Clarissa....

Eros ha detto...

racconto sempre più avvicente complimenti Clarissa