martedì 16 febbraio 2021

LOST IN MY MEMORY - EPISODIO 8 (By Letizia Amore70)

 

 


 

 

Consueto appuntamento settimanale con Lost in my memory.

Episodio davvero eccitante come pochi... non servono altre parole...

 Donato 


 

Stavo lì attonita, guardavo Giovanni, poi fissavo la videocamera appoggiata sul mio comodino, avrei potuto rubare la videocassetta e liberarmi del pericolo, ma continuavo a pensare, che su quel nastro, era inpressa un'altra me, lasciva e vogliosa. Nessuno avrebbe mai dovuto vedere quello che avevo fatto, ma sapevo che non mi avrebbe mai dato la videocassetta,

-:Tu vuoi quella videocassetta vrro!? E se la facessi vedere a qualche amico!? Sei una bella troietta, avresti sicuramente molti ammiratori sai!?

mio dio, cosa stava dicendo, sentivo il cuore in gola, no, non lo avrebbe fatto sul serio, non lo avrebbe fatto, non poteva osare tanto. Fissavo la mini videocassetta che aveva tirato fuori e teneva in mano, era tutto ciò che volevo, in quel momento, ma non sapevo cosa dire, né fare. Mi avvicinai e lui appoggiò quel dannato nastro sul comodino, allontanandolo dalle mie mani,

-:Allora dimmi, vuoi la cassetta!? Vuoi tenerti le prove di quanto sei troia!? Così magari ti masturbi riguardando come lo hai preso nel culo!? Sei proprio una bella troia sai!?

si stava divertendo a tormentarmi e io non sapevo come comportarmi, ne cosa dire,

-:Si, la voglio, voglio quella dannata videocassetta, è mia di diritto, non credi!?

alzai un po' i toni, cercando di mostrarmi sicura di me, nella peranza che me la desse. Si alzò, prese quel dannato nastro e uscendo mi disse che ne avremmo parlato l'indomani. Quella notte non riuscii a chiudere occhio, mi continuavo a chiedere come avessi potuto essere così scema da accettare che mi riprendesse, mentre facevo la troia con lui, che nel video, non appariva mai, in quel modo, come avessi potuto lasciare che tutto accadesse, ero davvero quel tipo di ragazza!? Mi addormentai tardissimo e quando mi svegliai, erano già le due, quindi la zia, era già uscita, mi alzai, ero nuda, ma tanto Giovanni, aveva già visto tutto quello che c'era da vedere, a che pro, vestirmi. Udii una voce in soggiorno, la riconobbi subito, era la mia, quel gran porco, stava guardando il video, girato il giorno prima, mi avvicinai alla porta e vidi le scene sul televisore, il mio viso in primo piano, mantre succhiavo il suo membro duro. Mi soffermai a guardare, era eccitante rivedermi così troia, sentii il caldo divampare dalla mia fessurina, nella stanza riecheggiavano i miei sospiri e i miei gemiti, entrai decisa,

-:Ecco la mia giovane allieva! Cosa ne dite, non è carina? Ed è una vera troia, quello che avete visto sin'ora, è solo un assaggio di ciò che sa fare, la mia puttana, ve lo garantisco!

in piedi, vicino a lui, che le teneva una mano sul culo, c'era una biondina, era più o meno mia coetanea, nuda, il seno, piccolo e a punta, sul quale, svettavano i duri capezzoli rosa, il culetto, che Giovanni, palpava oscenamente, tondo e bello pieno. Sul divano, seduti a guardare il video che mi aveva fatto il giorno prima, c'erano due uomini, nudi, come lo era lui, mi sentii violata nella mia più profonda intimità e dopo un attimo di smarrimento, in cui il mio sguardo indugiò voracemente sui loro cosi duri; tranne quello di Giovanni, non ne avevo visti altri, così grossi e duri; scappai rifugiandomi in camera. Rannicchiata sul mio lettino, singhiozzavo, non mi ero mai sentita così nuda, oltraggiata, ma nello stesso tempo, continuavo a pensare a quei due cosi enormi e duri, che avevo appena visto e sentivo la voglia crescere nel mio ventre. Cominciai a toccarmi, sospirando sommessamente, con il timore che, dall'altra stanza, potessero sentirmi, la porta si aprì lentamente, mi girai porgendo le spalle e di conseguenza il culo, a quello che credevo fosse lo "zio". Una voce calda, suadente, no, non era Giovanni, mi voltai di scatto, cercando inutilmente di coprirmi come potevo, con il lenzuolo, che era rimasto bloccato sotto di me e mentre lui si scusava, per la sua presenza e quella del suo amico; dicendo che se non avessi voluto, se ne sarebbero andati; i miei occhi si fissarono su suo grosso coso, continuava a parlare e scusarsi, Ma io ero come ipnotizzata dalla punta tesa e chiara del suo scettro,

-:Com'è bello, sembra così innocuo...

mi interruppi bruscamente, sorpresa di ciò che avevo appena detto, la mia natura lasciva, stava avendo ancora una volta la meglio sulla mia morale, lo stavo accarezzando e mi ero avvicinata pericolosamente con la bocca, guardai quell'uomo, era il più giovane dei tre, ed era veramente bello. Mi sorrise e mi carezzò dolcemente il viso, schiusi le labbra e nonostante il suo coso, fosse di gran lunga, più grosso e lungo, di quello di Giovanni, cominciai a succhiarlo e senza che lui dicesse o facesse nulla, cercai di spingerlo tutto in bocca. Lo sentivo vibrare, teso come una corda di violino e aspettavo che da un momento all'altro, riversasse nella mia gola, il suo caldo nettare cremoso. Lo sfilò, con mio grande disappunto e sempre silenzioso, mi girò sul lettino, come fossi una bambola. A culo all'aria, sentii la sua lingua, perlustrare la mia micina, la sua lingua, si spinse, dura e appuntita, nel buchino roseo e voglioso del mio culetto, gemevo, avevo voglia di sentirmi penetrare come una troia. Giovanni, aveva scelto bene i suoi amici e li aveva certo informati dei miei punti deboli, così da farmi capitolare rovinosamente, tra le loro braccia, preda dei miei bassi istinti e delle loro voglie. Si fermò e cominciò a palparmi le mele oscenamente, mollandomi alcune sonore pacche a mano aperta, mi spinse due dita dentro,

-:Certo che per essere così giovane, sei proprio una gran bella troia! Hai il culo tutto sfondato!

mi derise, bastardo, sapeva bene che era stato il suo amico ad abusare del mio culetto e che sino al giorno prima, ero vergine, ma quel suo modo di fare, mi eccitava terribilmente e rimasi ad aspettare che mi penetrasse. Cominciò a masturbatmi rudemente, con il pollice dietro e due dita nella passerina, facendomi godere e sentire vetamente una troia,

-:Brava troia, stai già godendo, hai proprio una gran voglia di cazzo! Adesso vediamo se il tuo culo calza bene sul mio cazzo, o se devo spanartelo ancora di più!

strusciava il suo coso duro, tra le mie mele, strizzandogliele attorno, come se lo strusciasse fra le mie tettine. Un gioco lento che aumentava la mia voglia e mprovviso, duro, prepotente mi penetrò, lasciandomi senza fiato, era veramente grosso e il mio buchino si allargò allo spasimo. Era molto piò grosso di quello di Giovanni, e anche più lungo, mi lasciò letteralmente senza fiato e sentii la mia fessurina allagarsi e spruzzare in un violento orgasmo, il buchino pulsava stringendosi attorno a quel palo di carne rovente, che entrava e usciva prepotentemente, facendomi gemere e sospirare di piacere, come una vera puttanella in calore,

-:Bella troia, hai un culo fantastico, mi calza come un guanto sul cazzo1

pià che calzare come un guanto, il mio buchino, era così teso che sembrava dovesse strapparsi da un momento all'altro, mentre lui mi penetrava come fosse  un fabbro che colpisce l'incudine. Ogni affondo, mi faceva sobbalzare, il suo ventre colpiva le mie chiapette sode e lo scroto scontrava la mia fessurina fradiicia. Ansimavo, gemevo e volevo che penetrasse con altrettanta brutalità la mia fessurna, ma non riuscivo a dire nulla, ogni spinta, mi toglieva il fiato e ogni affondo mi faceva desiderare sempre di più il suo coso duro tutto dentro di me. Mentre il mio corpo, febbricitante di desiderio, era scosso, da brividi e spasmi di piacere, nella mia mente, che uralva con forsa il desiderio di essere presa con brutalità, una vocina si chiedeva quando, quando ero diventata una troia, affamata di "cazzo". Quando ero diventata quella che ero e mentre un nuovo travolgente orgasmo, mi fece crollare sul letto, sfilandomi da quel grosso randello di carne, con il buchino del culo largo, ancora voglioso, una lacrima rigò il mio viso, pensando a come stavo tradendo tutti quei valori, che mia madre e mio padre, mi avevano insegnato e a come stavo tradendo la fiducia dela zia. ogni rimorso, ogni pentimento, fu soffocato in un istante, Dario, che non era ancora venuto, mi presentò il suo coso, davanti alla bocca e io, da brava puttana, quale ero diventata, cominciai a succhiarlo, bramendo il suo caldo e denso nettare, che sopraggiunse puntuale, inondandomi la bocca. ingoiai, ingoiai tutto,continuando a succhiare, per non perderne neanche una goccia. La voglia di maschio, la bramosia che si impadroniva di me, davanti a quella cosa, non aveva pudore, come una laida ninfomane, mi gettavo con tutta me stessa nella ricerca di piacere. Dario, si sedett sul lettino accanto a me, posandomi una mano sul culetto,giocherellando con due dita nel buchino,

-:Troia, alzati, non è ancora finita, nell'altra stanza, ci sono altri due cazzi duri, che stanno aspettando di scoparti a dovere! Avrai tre grossi cazzi duri tutti per te, come una vera puttana!

si divertiva a farmi sentire sporca, una lurida puttana, ma non riuscii a resistere. quando mi prese per mano, aiutandomi ad alzarmi, con le gambe molle, tremanti, il respiro affanoso e il buchino del culo, che ancora pulsava largo, lo seguii obbediente.


 

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