Anche questa settimana continua il viaggio della bravissima Clarissa nei sette peccati capitali.
Questa volta Clarissa si toverà alle prese con l'invidia. Ma invidia di cosa?
Buona lettura
Donato
I sette peccati capitali 4– Invidia
Eccomi qui ancora nell'ascensore con la mia accompagnatrice. Ancora una volta ero nuda, ora però avevo freddo ed ero sporca. Iniziavo a sentire la stanchezza della giornata.
Guardo Liliana e provo a parlagli: "manca ancora molto". Non mi risponde.
L'ascensore si apre su una stanza piccola e carina, all'interno non c'era nessuno.
La mia datrice di lavoro mi sorride e si avvia verso l'ascensore. Prima di entrare si volta e con un'aria serena, come non l'avevo mai vista prima, mi dice: "lo so non te ne sei accorta, ma è già mezzanotte" - e indicandomi il letto – "è ora che ti riposi, se vuoi puoi farti pure una doccia" – apre un armadio li accanto - "qui ti puoi rivestire". E se ne va.
Una volta rimasta sola, torno a respirare, l'ansia era svanita, era come se fino ad allora fossi rimasta in apnea.
Dietro una porta alla mi sinistra trovo il bagno e mi faccio una lunghissima doccia, vado a letto senza vestirmi. Sul mobile accanto al letto trovo una lettera con le istruzioni per la mattina seguente.
"Nel cassetto c'è una macchina fotografica polaroid, non devi fare altro che portarmi una foto di nudo del prossimo cliente e passerai questa fase"
Finito di leggere cerco di addormentarmi, ma passo una notte turbolenta, mi tornano alla mente tutte le situazioni, belle o brutte che siano, che avevo superato in quella giornata. 5000 euro al mese erano decisamente tanti, ma forse non ne valeva la pena.
Nel dormiveglia sento che qualcuno abbassa le lenzuola del letto e mi sfiora il seno. Apro gli occhi.
Vedo una donna sulla sessantina, vista la sua avvenenza, probabilmente è anche più giovane. D'istinto tiro su la coperta e cerco di coprirmi.
"Tesoro lo sai che sei bellissima" – la sua voce è calma e sensuale, anche se aveva un timbro particolare.
"Grazzziee, lei chi è?"
"Zitta cucciola" – passa il dito sul mio seno – "sai ho sempre sognato di essere come te"
"Ma lei è ancora una bella donna" – Sono decisamente imbarazzata.
Mi stringe il seno destro con la sua possente mano destra, è molto più forte di qualsiasi altra donna che avessi mai incontrato – "forse, ma non avrò mai un seno cosi bello" – e me lo bacia.
Sento che il mio corpo sta fremendo di fare sesso con lei, anche se qualcosa non mi torna.
Si alza, si toglie il corpetto, e vidi per la prima volta il suo bellissimo seno nudo, era evidentemente rifatto, del resto alla sua età. Ne ero attratta.
"Se davvero ti piaccio, avvicinati" – non perdo un attimo, mi alzo e le bacio il seno.
"Sa signora pure io la invidio, vorrei tanto invecchiare come lei" – appena finisco di parlare, sento un dolore lancinante alla guancia destra. Mi aveva tirato una sberla.
"Non mi devi mai dare della vecchia, e sopratutto non mi devi prendere in giro, sono un mostro"
Mi sfiora di nuovo il seno.
"Guardati, bella, soda" – questa volta la sberla me la tira al seno – "ora inginocchiati"
Obbedisco immediatamente. Piego le ginocchia e mi ritrovo davanti il suo inguine. Noto subito qualcosa di strano, qualcosa d'inaspettato. Sotto le culette mi sembra di notare uno strano gonfiore, probabilmente avevo visto male, ma appena tocco il suo intimo, scopro la verità: questa donna ha un pene.
Mi allontano immediatamente.
Lei mi trattiene – "Cosa fai zoccola, vedo che hai scoperto il mio segreto". Si abbassa le mutandine e il suo cazzo scatta sull'attendi – "succhialo".
Non so come reagire. È come se fossi uscita da una illusione, ma devo fare il mio dovere, lo prendo in mano e inizio a segarlo.
"Non sai quante volte ho desiderato di essere una donna. Sopratutto bella come te"
Mi tira ancora una volta per i capelli, la mia bocca si avvicina alla sua cappella. Inizio a succhiarla.
Non so perché invece di godere, inizia a piangere.
La mia gola è riempita dal suo cazzo. Istintivamente le metto due dita in culo e lei non reagisce.
Lei continua a piangere – "non sai quante operazione ho fatto nella mia vita, ma non ho mai avuto il coraggio di amputarmi il pene".
Smetto di fagli il pompino e le dico – "non ne vedo il motivo, è bello grosso"
Senza motivo lei mi molla una sberla in pieno viso. Mi afferra per il collo e con tutta la forza che si ritrova mi solleva e mi spinge verso la sua quarta. Non so bene cosa fare, inizio a leccare i capezzoli e gli accarezzo il pene. In quel momento, senza capire il perché, la volevo dentro di me, ma ovviamente è lei che comanda.
Lei continua con il suo monologo - "non sai quante volte avrei voluto essere presa e sbattuta al muro" – ed è quello che fa con me. Mi ritrovo con la faccia al muro, mi toglie le mutandine, praticamente strappandomele – "lo sai che mi stai prendendo per il culo" – mi sputa sul collo – "ora ti tratto come meriti". - e mi infila il suo cazzone nella figa, le mie labbra si dischiudono e lo accolgo dentro di me. Se questa è una punizione, mi chiedo cosa sarebbe successo se mi volesse far godere.
Il suo pene enorme scorre dentro di me, e il suo seno fa altrettanto sulla mia schiena.
"Troia ti stai divertendo vero, come vorrei essere al tuo posto. Sentire un pene che mi penetra, sentire il fiato di un uomo sul mio collo" – Detto questo stringe entrambe le sue mani intorno alla gola.
Urlo cosi tanto dal piacere che, probabilmente, tutti gli abitanti di quello strano condominio mi sentivano.
"Dimmi cosa si prova"
Mi mordo le labbra, non so cosa rispondere e dico la prima cosa che mi salta in mente – "È come sentirsi in paradiso"
"Lo sapevo sei una fottuta egoista" – Mi morde il collo.
Mi rendo conto che è una psicopatica, ma devo lasciarla fare. Senza dirmi nulla, toglie il suo cazzo dalla mia vagina e me lo infila nel culo.
"Ora sentirai quello che provo io ogni volta"
Questa volta il pene si muove con più fatica e sento un piccolo dolore. Avvicina la sua bocca al mio orecchio – "questo è come mi tratta ogni uomo che ho incontrato in vita mia" – sembra triste – "tutto questo perché non sono una donna e non ho una figa".
Dopo questa parole mi gira, mi bacia – "Non sapete come siete fortunate voi donne" – vedo la sue lacrime scorrere sul suo viso – "Maledizione".
Si sposta dal mio sedere alla mia vagina e mi tocca il seno – "guarda come è bello, cosi naturale"
Per la prima volta durante mi bacia con dolcezza – "sai cosa invidio di più di voi donne?"
Sospirai un no.
"Sentire scorrere dentro di me il fluido" – sorride – "e rimanere incinta".
Mi preoccupo e cerco di svincolarmi. Mi tiene inchiodata alla parete. Il suo viso cambia aspetto, mi sembra d'intravedere una luce cattiva nel suo sguardo. Sento i suoi muscoli contrarsi, il suo pene ingrossarsi sempre di più e poi succede.
Sento il suo liquido seminale esplodere dentro di me. Nonostante prendessi regolarmente la pillola, mi spavento, forse spera di ottenere un figlio grazie a me.
Per la prima volta, da quando mi sono svegliata, lei si rilassa. Rilascia il mio corpo e mi osserva.
Istintivamente mi copro il seno, mi sento usurpata. Quella bella donna si inginocchia e raccoglie il suo sperma, che esce cospicuo dalla mia vagina, con la sua lingua.
Respiro con difficoltà, è stata una scopata intensa, probabilmente la sua invidia l'ha spinta a essere cosi passionale e determinata.
La vedo distratta per un attimo, mi ricordo della macchina fotografica, la cerco nel comodino e l'afferro. Non faccio in tempo a scattare la foto, che mi afferra per il polso.
"Vacca cosa pensi di fare?" - Mi afferra la polaroid e la getta sul letto. Finisco pure io sul letto grazie a una sua poderosa spinta. Mi getta uno strap-on sulle tette e mi urla – "ora tocca a te, fammi sentire una donna".
Per l'ennesima volta una cosa carina si era trasformata in una cosa squallida. Decido, ovviamente, di obbedire.
Lo indosso. In men che non si dica, lei si siede sopra di me e si infila quel cazzone sul per il culo.
"Ora brutta troia ti scopo io la tua figa di merda". Quelle parole mi escono di getto.
Le appoggio le mani sul seno e la penetro con forza - "ora sei quello che vuoi, una lurida puttana"
La scopo cosi forte, che sembra una cavallerizza al Kentucky Derby, le appoggia le mani dietro di se e il suo corpo smetta in tutta la sua bellezza. Era il momento di scattare la foto, afferro la macchina fotografica, scatto velocemente la foto, la nascondo sotto le coperte e torno a lei.
Il quel momento il suo pene torna duro e gli lo afferro.
"Ora dimmi chi è la mignotta?"
"Io" – lo dice sospirando
"Non ho capito" – spingo il pene fino in fondo.
"IO" - questa volta urla
"Chi vuole rimanere incinta"
"Io, io lo desidero con tutta me stessa"
"Che illusa" – quella situazione mi ero incattivita. Mi accarezzo la passerà, raccolgo sulle dita il suo sperma rimasto e gli le infilo in bocca – "che gusto ha?"
Non risponde. Le stringo con forza il pene e lo sego. Emette un gemito ancora più forte e senza motivo le urlo – "stronza tu non sarai mai una donna, sei una lurida trans e non otterrai mai quello che vuoi"
Mi slaccio rapidamente il pene di gomma, che rimane dentro il suo sedere. Afferro da sotto le coperte la fotografia, che si era sviluppata.
Mi alzo dal letto, cerco dei vestiti frettolosamente nell'armadio e corro verso l'ascensore, appena premo il pulsante dell'ascensore questo si apre. Ansimavo, entro nella mia via di fuga, e con mia grande sorpresa trovo dentro Liliana, chissà da quanto tempo mi aspettava. Non mi guarda neppure. Le mostro la foto, ma lei lo straccia.
"Mi dispiace tesoro, ma questo non era il vero obiettivo" – non capisco – "In realtà dovevi accogliere il suo sperma dentro di te".
Mi esce un grido soffocato.
E con la freddezza che la distingue – "In caso rimarrai incinta ti daremmo un extra di 10000 euro" – Preme il bottone per la risalita - "Ok, ora sei pronta per il tuo prossimo lavoro"
Clarissa ❤️ ❤️
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