sabato 17 novembre 2018

IL COMMESSO - Prima parte: GILDA



Oggi pubblichiamo il racconto erotico di un nostro amico e lettore dei miei due blog, ovvero LOSTESSO, così usa firmarsi sul web, si perché è anche un bravo e ironico scrittore di racconti che già in passato altrove sul vasto web, in altri siti e blog, ha spesso pubblicato suoi scritti. Ha deciso di condividerli anche qui e visto che sono molto intriganti e con un suo stile leggero, un po' da commedia italiana, ma giustamente piccanti, io e il mio socio Vito li abbiamo letti e a poco a poco li pubblicheremo per farli scoprire anche a voi...
Iniziamo con la prima parte di una mini serie in due capitoli che ho rinominato IL COMMESSO e che vede protagonista un simpatico lavoratore di un negozio di calzature alle prese con avventure molto sensuali, dove il tacco alto e il colore rosso fanno da perfetta e suggestiva scenografia...Buona lettura e mi raccomando, commentate...

PS: Ringraziamo ovviamente LOSTESSO e invitiamo altri appassionati scrittori o scrittrici che come lui vogliono condividere con i nostri lettori la loro passione per i racconti hot a scriverci:
tippy.hostess@mail.com  -  vitolicata6@gmail.com


IL COMMESSO


PRIMA PARTE: GILDA

Ottobre...quale mese è più odioso di Ottobre! Oggi è martedì... il giorno più odioso della settimana.
In più è una giornata uggiosa. Piove. Beh, non proprio...pioviggina. Quella pioggerella fine fine, odiosa come il mese di Ottobre ed il Martedì.
Dall'interno del negozio dove lavoro, distrattamente guardo fuori la gente che passa.
Nessuno si ferma a guardare la vetrina. Tutti scappano via veloci camminando spediti sul marciapiede bagnato.
Oggi è una giornata di merda, di quelle che non vorresti averne mai. Ho confusione nella testa....molta confusione
Sono solo per tutto il giorno. Il proprietario del negozio, che per la cronaca è Mio Zio, e la commessa sono andati, non so dove, a vedere i nuovi campionari per la prossima primavera.
Vendiamo scarpe, uomo e donna, borse e qualche capo di abbigliamento per sole donne, e accessori, monili e ciarpame vario, sempre per sole femmine.
Mi chiedo che ci vanno a fare adesso che la primavera è lungi dall'arrivare. Secondo me c'è dell'altro sotto sotto.
Penso si meglio che mi faccia i cazzi miei. Lo Zio mi ha fatto il favore di farmi lavorare e me lo rinfaccia sempre...negriero. Lui si fa il grano ed io lavoro. Lui si fa la commessa, tra l'altro bruttina e sposata ed io sto zitto.
Povera Zia Beatrice, lei è una santa donna e deve sopportare, come me, quest'uomo insulso, becero e fedifrago.
I soldi però li ha lui e questa è un'arma di potere.
E se loro vanno a scopare, opsss chiedo scusa....fare l'amore, ovviamente qualcuno doveva tenere il negozio aperto.
”Cosa ci vieni a fare tu che non capisci niente di scarpe?” aveva detto Sara, la commessa.
Si, va beh! Certo, un laureato in Economia e commercio che ne sa di scarpe!
Ma forse il laureato ha capito che è di troppo.
Ed eccomi qua....nel commercio ci sono ed economie ne ho fatte tante quindi la laurea è salva, no? Bravo te! Non penso proprio.
Sei anni buttati nel cesso. Ed ora a ventisette anni mi ritrovo a fare il commesso.
A dire il vero non avevo mai pensato di finire qua dentro a consigliare alle persone il tipo di scarpa più adatto.
Avrei preferito consigliarli per qualche investimento o per scaricare meglio le spese.
Ma tant'è che il lavoro non ti prende...a volte prendi tu quello che viene.

I pensieri si accavallano...continuo distrattamente a guardar fuori...nessuno entra...ed io penso. Penso alle cazzate che ogni giorno riesco ad inventarmi.
Oddio non è che me le invento…arrivano così…senza cercarle
Mannaggia a me mannaggia...stavolta però l'ho fatta veramente grossa.
La mia fidanzata Monia mi ha scaricato. Mi piaceva. A lei ci tenevo.
Una vocina dentro il piccolo cervello mi dice “ sì, ma se ci tenevi così tanto perché hai fatto certe cose?”
Bella domanda! Perché sono una testa di minchia, ecco perché.
Nel fine settimana dovevamo fare sesso, quello che adesso faranno gli altri due traditori.
Era tutto pronto. Agriturismo sulla collina Ligure, cenetta a base di pesce e passeggiata romantica sul lungomare, poca gente in giro, un drink prima di tornare alla pensione...un quadretto perfetto.
E tutto procedeva liscio...troppo liscio. Un SMS sul mio telefonino mi ha fregato.
Era di Giusy. Mannaggia anche a lei. Ma proprio in quel momento doveva scrivermi...”ciao Fede...ieri mi son divertita, sei un bravo porcello...ci si rivede?”.
Se non l'avete ancora capito, FEDE sono io. Diminutivo di Federico.
In quell'attimo ero in bagno...lei da una sbirciatina e vede il nome.
Ovviamente la curiosità femminile è più forte della propria privacy. Non mi va ad aprire il messaggio?
Immaginatevi la conseguenza. UN CASINO!!! Hulk in confronto è un agnellino. La serata è continuata fra litigi e impossibili spiegazioni.
Negavo l'evidenza, anche perché alcune contraddizioni mi hanno messo ancor più con le spalle al muro. La situazione era sprofondata negli abissi più bui.
E lei mi ha scaricato, mollato, lasciato, abbandonato come un cane in autostrada.
Tutto questo per una misera scopata.
Giusy è, o forse è meglio dire ERA, una sua amica ed io, senza che sapesse niente ma questo è ovvio, me la sono sbattuta.
Giusy è una troia ma io sono un FESSO, sono un FESSO, sono un FESSO!!
A mente fredda avrei dovuto pensarci che quella ti può richiamare. Spegnilo questo telefonino...dagli fuoco...buttalo dal balcone, qualsiasi cosa. Prendi delle precauzioni.
Me la sono cercata
Sono il solito maschio che non vede l'ora di conquistare la preda da fottere. Tanto, mi dico sempre, è solo per quella volta.
Balle. Le donne non lo fanno solo per il gusto di farlo.
E se possono cercano di metterti in difficoltà.
Bisognerebbe che i maschi pensassero un 10 percento come una donna e la donna facesse altrettanto.
Forse risolveremo l’eterno dilemma della guerra fra i sessi che tanto ci fa penare.
Ormai la frittata è fatta, diceva mia nonna, sia in un senso che nell'altro.

Intanto ha smesso di piovere, ma non è che per questo ci sia più gente in giro.
Vengo però attratto da un bel pezzo di figliola che passa davanti alla vetrina.
Un flash. La visione di un attimo ma ho fotografato tutto
Bella donna, longilinea, passo sinuoso, tailleur con gonna a tubino color pesca, borsa di Versace nera con inserti color del tailleur , decoltè nere tacco 12 (si vede che qualcosa ho imparato in questo campo) e, meraviglia delle meraviglie, calze color bronzo chiaro con la riga.
Ahhhhhh, le calze di nylon! Con la riga poi. Femminilità allo stato puro. Per me sono una vera passione. Mi piace vederle indossate con il reggicalze che a dirla tutta è un po' demodè, ma è anche molto intrigante.
Assolutamente inebriante sentire con la mano la differenza fra la calza e la coscia, accarezzando la gamba.
Ma i collant hanno fatto morire questo capo e non ci sono più ragazze che apprezzano e indossino questa lingerie.
Capisco che non è il massimo della comodità, però vuoi mettere quanto ci potrebbero guadagnare in sensualità?
Comunque a parte i miei pensieri erotici, passa veloce anche lei...peccato.
Son stanco di pensare.
Il mio unico neurone chiede pietà ed io lo ascolto; voglio lasciarlo in pace e vado a fare qualcosa. Così forse i pensieri si dissolvono.
Non faccio in tempo a girami che rispunta lei e si sofferma a guardare la vetrina.
La vedo e mi fermo
La osservo meglio....pettinatura un po' retrò, tipo pin-up anni 60, camicetta nera con colletto rigido che copre buona parte del collo, leggermente aperta, che lascia trasparire un bel paio di tette e per concludere una finezza...indossa guanti in pelle nera. Non fa così freddo da mettere i guanti ma signori miei, nel contesto, danno un tocco di eleganza in più.
A dirla tutta il look merita perché merita lei. Mi innamoro subito. Va bene, scherzo ma più la guardo e più mi piace
Penso non sia giovanissima, forse 40 anni, ma li porta stupendamente.



Alta, slanciata, bel viso, occhi nocciola chiaro e capelli castano chiaro, bocca ben disegnata e carnosa il giusto, penso con solo un velo di lucidalabbra che ne esalta il colore naturale.
Del seno già detto e soffermandosi non mi sembra porti un reggiseno push-up, tanto di moda ora, che anche una prima diventa una terza. Lo si nota perché i due seni non sono schiacciati fra loro.
Vita stretta e fianchi importanti ma non prominenti ed infine delle gambe strepitose. Le cosce son fasciate dal tubino ma si capisce subito che son lunghe e sode, polpacci affusolati ma non troppo magri e caviglie bellissime. Non so perché ma le caviglie mi attirano; è una delle prime cose che focalizzo in una donna, anche se l'elenco non è cominciato con loro.
La fisso, lo so. La fisso incessantemente.
Non riesco a farne a meno. Le mie occhiate sono inequivocabili.
Lei alza lo sguardo un momento e lo incrocia col mio.
Quello sguardo mi penetra. Non è uno sguardo per intimorirmi. Ma è intenso, pieno di charme… ohhh, cazzo mi piace da morire.
Ma forse mi piace lei. Tutta lei.
I miei pensieri cominciano a veleggiare per i sentieri della perdizione.
Voli pindarici iniziano pensando a quello che potrei e vorrei farle.
Immagino abbia una sensualità superiore alla media e tutto questo mi inebria, mi annebbia il cervello.
E non la conosco nemmeno. Ma mi attira ancora di più proprio per questo.
OHHHHH, svegliaaaaa!!!
“Guarda che Lei non c'è più” mi dice la solita vocina nel mio cervello sconquassato.
Poi davanti a me solo la strada
Tutto finito.
Tanto cosa pensavi di fare?
Uscivi in strada e le proferivi tutto il tuo amore?
La invitavi a prendere un caffè?
La prendevi per un braccio, la giravi e la baciavi voluttuosamente?
Non sei ancora sveglio, vero?
Mi illudo che con quello sguardo mi abbia visto e magari si dirà che non sono poi malaccio.
Anzi, le donne che mi conoscono dicono di me che sono interessante, carino, pieno di sense of humor, simpatico e dai modi gentili. In ultimo con un bel fisico anche se non palestrato.
Miseria a me. Rimettere i piedi a terra non sarebbe male. Basta veleggiare per mari burrascosi della perdizione con una barca a vela minuscola e pericolosa, con cui è facile affondare.
Stavolta mi impegno veramente e lavoro. Mi lascio la vetrina alle spalle e vado verso il bancone.
Sento il campanello della porta che suona mentre si apre.
Mio zio è un tipo all’antica e ha messo un campanello di quelli che si usavano negli anni 60. Manco ero nato io. E fa pure un suono stridulo e poco piacevole.
Non mi volto di scatto, il cuore batte forte…spero succeda quello che penso.
Mi giro e vedo lei. Statuaria.
La mascella mi si stacca come nei migliori cartoni animati della Looney Tunes; “Buongiorno” mi dice ed io, dopo che ho ricongiunto la mascella alla faccia, con salivazione accentuata, rispondo con un “Buonasera” fuori luogo che già mi fa perdere 1000 punti subito.
Deficiente di un deficiente…prima, io qui io la, io su io giù...adesso te la fai addosso.
Con uno sguardo, misto fra compassione e stupore, mi squadra. Poi mi dice di essere interessata ad un paio di scarpe viste in vetrina.
Gentilmente le chiedo di indicarmele, Lei si gira e ancheggiando va verso l’esposizione della vetrina.
Sono nel pallone più completo. Lo sguardo non si stacca dal culo mentre cammina davanti a me e, come il pubblico ad una partita di tennis, seguo le sue anche come la pallina nel campo.
Da destra a sinistra e poi da sinistra a destra.
Si ferma e indica il paio di scarpe che vuole vedere.
“Ahhhhh, quelle…si…attenda un attimo vado a prenderle… si accomodi pure sulla sedia…che numero?”
“36” risponde.
Piede piccolo per la sua statura. Non capisco un granché di moda, ha ragione la commessa, ma le scarpe che ha scelto mi piacciono.
Rosse come la passione, di vernice, tacco alto e zeppetta.
Ritorno, lei è lì, seduta a gambe accavallate.
Ora riesco a vedere le cosce, non completamente, ma quello che vedo è esattamente quello che avevo immaginato.
Mi avvicino e tiro fuori dalla scatola una scarpa.
La porgo a…aspetta, devo darle un nome. La chiamerò siura Maria…no scherzo come al solito. Gilda, ecco, come la Gilda del famoso film…una femme fatal.
Allora, dicevo….la porgo a Gilda che mi guarda stupita. Io la guardo ancora più stupito.
Attimo di silenzio. Mi si gela il sangue. Penso, “Che ho combinato?”
Con uno sguardo mieloso, mi sussurra in modo suadente “ Non me le mette lei?” ….e a momenti me la faccio addosso.
Passano 10 secondi di disorientamento poi mi riprendo.
“Certo…come no…sa, non me lo chiedono mai”.
“C’è sempre una prima volta” risponde lei.
Con la scarpa in mano, leggermente tremante, mi inginocchio davanti a Gilda.
Con la mano sinistra le prendo la caviglia…e un brivido mi percorre la spina dorsale. Sento la calza fra le dita e giuro che faccio una fatica immane a rimanere calmo.
Con l’altra mano le infilo la scarpa. Dio che bei piedi, curati, eleganti, affusolati.
Per un attimo vorrei baciarglieli ma rinsavisco in tempo. La scarpa scivola lentamente nel piede e vedo un piccolo sussulto in Gilda. Per infilarle la scarpa ho stretto un po’ di più la caviglia.
Chiedo se per caso le ho fatto male e lei mi fa cenno di no. In effetti non ho stretto molto. Spero che quel sussulto sia per il mia mano che la toccava.
Recidivo, eh! Smettila di sognare.
Si guarda il piede ed alza leggermente la gamba. La gonna si alza quel minimo che mi fa intravedere tutto quello che i miei pensieri volevano vedere.
Sono in apnea. Vedo la calza quasi interamente e intravedo uno dei gancetti del reggicalze. Sto male. Se non faccio qualcosa scoppio.
Gli occhi non riescono a staccarsi da quella visione mentre lei, gamba tesa, gira il piede a destra e sinistra.
Mi guarda…se né accorta…abbasso lo sguardo.
Sono il solito fesso. Sii risoluto. Non abbassare lo sguardo.
Gilda mette giù la gamba e la gonna ritorna a coprire la zona calda del mio sguardo. Si alza dalla sedia, io rimango in ginocchio.
Si gira verso di me e mi guarda. Alza la gamba.
La seguo dal basso e mi mette la scarpa sul petto. Sono annichilito ma invece di godere del momento, ho paura.
Paura non del piede appoggiato ormai al mio petto.
Ma paura che possa essere tutto uno scherzo, che tutto finisca con un cliente che entra, che tutto sia solo frutto della mia immaginazione.
Ma sento una spinta, a livello dello sterno, e ritorno alla realtà. Gilda mi spinge con il piede e perdo l’equilibrio. O forse l’avevo già perso prima, non so. So solo che mi trovo per terra davanti a lei. Gilda ride.
Mi alzo, stavolta la guardo dritta nelle palle dell'occhio come un pistolero in un duello. Strano è quasi mezzogiorno....mezzogiorno di fuoco.
Lei continua a ridere ma non dice altro.
Rimane davanti a me, smette di ridere ed anche lei mi fissa come un pistolero. Il suo sguardo penetrante stavolta mi sembra piccante
Le dico un perentorio “Aspetta un attimo”
Prendo l’occasione al volo. Mi fiondo verso la porta d’ingresso e metto il cartello “TORNO SUBITO” non quello “Vengo subito” che figura ci farei. Son proprio scemo…fra me e me rido per la battuta.
Mi giro anche lei sorride.
E’ bellissima
Mi avvicino. Ha capito le mie intenzioni e smette di ridere.
Anche io smetto di ridere fra me e me per la battuta scema di prima.
E adesso?
Che faccio. Son davanti a Gilda. Immobile. Non una parola.
Ci pensa lei. Mi mette le braccia al collo e mi bacia appassionatamente.
Ma guarda proprio quello che volevo fare io prima ancora che entrasse in negozio.
Sento la sua lingua entrare nella mi bocca. Le sue labbra accostarsi alle mie.
L’eccitazione mi avvolge. Accenno anche io ad entrare nella sua bocca con la lingua, ma Gilda si stacca e mi apostrofa con un “ Qui il gioco lo conduco io. Se non ti va dimmelo subito”. Dalla mia bocca mi esce un flebile “ Fai di me quello che vuoi, però andiamo di la, nel retro”
Ci spostiamo a fatica perché ci siamo nuovamente avvinghiati in un altro bacio ancora più appassionato. La sua lingua si muove sinuosamente mentre le labbra umide si spostano ora destra ora a sinistra. Mi ritrovo con un eccitazione tale che ho il cazzo turgido, dentro i pantaloni, che scoppierà a momenti.
Mi appoggio alla vecchia scrivania che ci serve per fare i conteggi di fine giornata. Smette di baciarmi ed inizia a togliermi maglione e camicia ma lentamente, guardandomi negli occhi. Anche lei è eccitata. Lo sento.
Ora sono a torso nudo. Meno male che mi sono depilato da poco. Odio i peli.
Gilda si avvicina con il suo corpo verso i miei pettorali. Sento il seno che si schiaccia sul petto. Dio come sono sode. Tutto è come immaginavo. Le mie mani non toccano lei, sono appoggiate dietro così da poter inarcare la schiena.
Adesso è la sua lingua ad accarezzarmi la pelle. Scende sempre di più verso il basso, mentre le mani continuano a muoversi sul mio petto. Questo è un sogno, penso.
Non è possibile stia accadendo veramente tutto.
Ma quando sento le sue mani spostarsi sulla cinghia dei pantaloni, capisco che è tutto vero. La slaccia e mi abbassa anche la cerniera e comincia ad abbassarmi i pantaloni e poi i boxer. Ora la sua mano prende in mano il fallo cominciando a massaggiarlo.
Non ho mai visto il mio cazzo così duro. Continua il massaggio mentre le labbra strusciano sulla parte bassa della tartaruga. Cazzata, non è vero; la tartaruga non ce l’ho, però non ho neanche un accenno di pancetta.
Comunque sta di fatto che comincia a baciarmi la nerchia. Sono estasiato. Queste cose ho sempre pensato capitassero solo nei film porno. Invece sta capitando a me, non ci posso credere.
Infine me lo prende in bocca ma appoggiando prima le labbra sulla cappella per poi, lentamente, ingoiarlo quasi totalmente.
Che donna!! Gilda ci sa fare, sa esattamente cosa piace ad un uomo.
Il membro pulsa ed io ho una vibrante sensazione di benessere che mi pervade il corpo.
La intravedo in uno specchio messo di fianco a dove siamo noi. Che stupenda visione.
Lei mi “lavora” ancora un po’.
Le mie mani ora cercano la sua testa. In un momento di pausa mi abbasso e la bacio.
Poi la giro ed ora è lei appoggiata alla scrivania. Sbottono la giacca e gliela tolgo e poi inizio con la camicetta. Lentamente molto lentamente. Mentre sono alle prese con i bottoni, le bacio il collo. La sua testa penzola all’indietro. È cotta.
All’orecchio le sussurro ”Adesso tocca a me, ragazza”.
Gilda non dice niente. Ora ho davanti ai miei occhi le tette. Il reggiseno non è imbottito. Ci ho preso anche su questo.
Una delle cose più dure da fare per un uomo è slacciare un reggiseno.
Penso abbiano una combinazione che noi maschi non conosciamo.
Ma la fortuna mi viene incontro e con solo due dita lo sgancio. Faccio un figurone. Lo tolgo e mi concentro sulle poppe....e che poppe.
Non sono enormi ma sicuramente sono terza piena.
L’areola è grande ed il capezzolo è duro come il mio attrezzo in erezione.
Accosto le labbra al capezzolo. Ora è lei che inarca la schiena. Sento che geme sotto i colpi di lingua che lo rendono ancora più turgido.
Le mie mani tengono entrambe le tette e si danno da fare per farsi sentire.
Poi cerco la cerniera della gonna…deve essere dietro…cazzo non c’è.
Momento di panico. Non mi fermo continuo a baciarle il seno mentre con una mano, facendo finta di accarezzarle i fianchi, cerco la cerniera. Se non è dietro sarà sul fianco, giusto?
Sì, è proprio sul fianco sinistro. La apro e sempre senza smettere di baciarla faccio scivolare la gonna in basso. Il cuore è in fibrillazione. Il completo mutande e reggicalze di pizzo nero è fantastico. Non aspetto. Le mutande volano dietro alla mia schiena in un batter d’occhio.
Finalmente vedo il punto G del mio piacere. Il suo non so dov’è.
Ma le donne hanno tutte questo punto G o è una di quelle cose inventate dai maschi che non sanno far godere le femmine? Ai posteri l’ardua sentenza.
Per me bisogna solo capire cosa piace alla partner e fortunatamente l’ho sempre capito. Non è un punto fisico ma è la situazione che diventa G.
Una cosa su cui non ho dubbi è che una leccata di figa trova d’accordo la maggior parte delle donne. Gilda si mette a gambe larghe…ecco il segnale…non aspetta altro.
Pure la fichetta è bella. Depilata ma con il vezzo di un triangolino di peli poco sopra il clitoride. Inizio il mio lavoro di lingua. Sento che le piace....


Il respiro è affannato. La sua vagina si riempie di umori tumidi. Si sta sciogliendo.
Aumento la velocità con cui muovo la lingua, poi la irrigidisco e la infilo all’interno delle grandi labbra, poi delle piccole labbra per poi penetrarla come se fosse un piccolo pene. La situazione è calda. Le sue mani mi afferrano la testa spingendola verso di se.
La mia lingua non si ferma e lei ha sempre più il respiro affannato. E sempre più gemente.
Appiattisco la lingua e muovo la testa su è giù. Gilda non respira più...ora è lei in piena estasi....


Muove i fianchi in armonia con la mia lingua.
Il respiro diventa man mano più ansimante fino a sfociare in un gemito liberatorio seguito da un fremito corporeo.
Gode. Si sta mordendo le labbra.
Un piccolo rivolo di umore bianco scende dalle grandi labbra. Lo vedo e con il dito lo raccolgo e me lo lecco. Lei sorride e mi bacia cercando la mia lingua. Siamo in perfetta simbiosi erotica
Non le lascio il tempo di riprendersi che la penetro.
Comincio a muovermi, Lei si tira su di addominali e con le mani mi stringe forte le mie natiche.
Ora è Gilda che mi da il tempo. Sento che mi tira verso di se.
Ormai è una cagna in calore. Sento il mio uccello entrare completamente nella figa fino al’inguine
Però non è ancora quello che voglio. Mi fermo e lei tira con tutte le sue forze per non farmi spostare. Non vuole che io tolga il mio cazzo dalla sua fica

Ma io lo tolgo lo stesso e lo struscio sul clitoride.
Gilda lo cerca con la mano.
Lo prende stizzita e se lo infila. E di nuovo mi prende le natiche e ricomincio a prenderla con veemenza.
Cerco le sue labbra, le infilo la lingua in bocca e la faccio roteare vorticosamente. Sento il
suo respiro caldo e sempre più affannato. È pronta per godere di nuovo ed io non mi tiro indietro.
Aumento la cadenza dei colpi. Il mio pube sbatte contro il suo monte di Venere.
Il gioco diventa sempre più intrigante.
Alterna gemiti a dei "SI", via via più forti.
Non ha più segreti per me e capisco ancora che è prossima ad un altro orgasmo.
Che in effetti non tarda ad arrivare.
Mi piace perché son riuscito a capire ancora una volta cosa esige una donna nel far sesso...



E sono sempre più convinto che il punto G non esiste.
Prima di tutto una donna gode di testa prima che di corpo. È come un fuoco. Se sai come accenderlo non ci sono problemi.
Sono eccitato al massimo, ma tengo duro, in tutti i sensi.
Non capisco se ne ha abbastanza o se sta riprendendo solo fiato.
Sta di fatto che non devo lasciarle il tempo di pensare.
La sposto dalla scrivania e la metto a pecorina....
Se dovessi fotografare questo istante vedreste due chiappe da urlo, gambe stupende e una figa che pulsa ancora dall'orgasmo di prima.
Non le lascio un momento di pausa, troppo facile sarebbe, e con la lingua inumidisco il buchetto del culo, uno schiaffetto alla natica ed è pronta per farselo infilare.
Inizialmente il mio cazzo fatica ad entrare ma poco alla volta allarga lo sfintere ed entra.
Ragazzi che goduria.


Subito si lascia andare ad un fremito e poi con un sussurro mi dice "Fammi godere ancora. Voglio sentirlo dentro tutto".
Vuoi sfidarmi? No problem.
Mi sento un toro e come tale la monto come fosse una vacca.
Il mio cazzo penetra fino in fondo. Gilda stringe lo sfintere ad ogni gemito di piacere.
Sento le pareti del suo culo che mi fasciano l'uccello stringendolo in un amplesso erotico senza eguali.
Gilda lancia un urlo di piacere quando spingo ancora più in fondo al suo corpo il mio cazzo.
Sicuramente è venuta ancora una volta. Mi piace pensare che sia totalmente in mio possesso.
Ho raggiunto il mio scopo...
Sono nel pieno della mia potenzialità sessuale.
Tolgo il cazzo dal culo. La prendo per i fianchi e la giro.
Inizio a masturbarmi e Gilda capisce che è il momento di farmi raggiungere l'orgasmo. Toglie la mia mano e con la sua continua quello che ho cominciato.
Con l'altra mano mi accarezza le palle. Poi la sposta, in mezzo alle gambe verso le mie natiche e tocca il mio sfintere massaggiandolo delicatamente.
Non avevo mai provato la sensazione che in quel momento stavo vivendo....un misto di piacere e di paura per quello che poteva accadermi.
Si porta la mano verso la bocca, inumidisce il suo dito medio e senza che io possa opporre la benché minima resistenza me lo infila nel culo.
La mano continua a masturbarmi e il dito si muove dentro me, lo sento.
Non provo dolore, solo piacere e non posso più trattenermi.
È un attimo.
Godo ed uno schizzo di sperma esce sfiorando Gilda. Ho le gambe molli come se avessi scalato l'Everest
Mi siedo mentre Lei me lo tiene ancora in mano e me lo massaggia ancora con molta delicatezza. Siamo sfiniti, ma Gilda sembra ancora più bella mentre io penso di essere uno straccio. Passa un attimo di tranquillità.
Poi Lei si sposta e cerca le mutandine e tutto il resto, rivestendosi con calma.
Io sono molto meno attivo e con fatica mi rivesto anche io.
Non una parola esce dalla mia bocca.
Anche Lei è silenziosa.
Mi guarda, sorride e mi da un bacio sulla guancia sussurrandomi "Sei stato bravo"
La cosa non può che farmi piacere. Le vorrei dire la stessa cosa ma Gilda sta già vicino alla porta socchiusa.
Usciamo insieme dal retro del negozio. Le scarpe son rimaste lì, come le abbiamo lasciate.
Le raccolgo. Le rimetto nella scatola e le chiedo" Ci rivedremo?"
Mi risponde che nella vita non si può mai sapere cosa può succedere, ma alla fine dice, “Difficile”.
Mi viene ancora in mente il momento in cui la porta del negozio si chiudeva dietro la sagoma di Gilda che se ne andava
Gilda non mi ha cambiato la vita.
Gilda è stato un bel momento.
Gilda è rimasta la sensazione di un attimo.
Un attimo intenso e un po' perverso.
Una situazione particolare che probabilmente non capiterà una seconda volta.
Ma il ricordo di quell'ora passata con una sconosciuta mi resterà dentro finché vivrò.
Continuo a fare il commesso. Tutto sommato non mi dispiace.
Aspetto sempre un'altra Gilda che si voglia lasciare andare, come fece Lei.
Per la cronaca, le scarpe le ha prese. Le ha anche pagate anche se mi sarebbe piaciuto le avesse accettate come regalo.
Gran Donna Gilda....gran bella Donna!!!

FINE PRIMA PARTE

Lostesso

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