martedì 16 marzo 2021

MUTANDINE ROVENTI - EPISODIO 3: TERESA (By Letizia Amore70)

Consueto appuntamento settimanale con Mutandine Roventi. Questa volta la bravissima Letizia Amore ci farà conoscere Teresa.

Non finirò mai di fare notare come Letizia sia stata bravissima a descrivere i turbamenti dell'adolescenza.. Tirando in ballo anche una serie a fumetti che i lettori del blog Zero in Condotta conoscono bene...

Donato

 

 

Teresa

 

Era ferragosto e lei, anziché essere in spiaggia con Lucia, e Mara, era dalla nonna in lunigiana, a Pontremoli, gli unici amici che aveva; la nonna non abitava in centro; erano i suoi cugini, Lidia, di tre anni più grande, neopatentata e Sandro, di due anni più grande di lei, che era appena tornato dal servizio di leva. Era con lui che aveva più feeling, nonostante i cinque anni di differenza, con la cugina; miss sono la più bella del mondo; non era mai andata d'accordo. Le giornate trascorrevano lente e l'unico svago possibile, era il fiume, il Verde, non era un vero fiume, ma un torrente, affluente del Magra, ma poco sotto i terreni della nonna, formava, per via di una chiusa, una piccola cascata e un laghetto, non era molto profondo, ma l'acqua era freschissima e rendeva piacevolissimo nuotare. Due giorni prima, era successa una cosa che aveva reso quella vacanza diversa da tutte le altre, Teresa, aveva sorpreso Sandro, mentre nascondeva un giornalino, sotto gli asciugamani in bagno, la stanza, era pregna dell'odore di sborra, lo conosceva bene avendo un fratello più piccolo di lei di un anno,

"Possibile che a vent'anni, si fa ancora le seghe!?"

pensò, ritenendo fosse una cosa da quattordicenni, o comunque da ragazzi, vinta dalla curiosità, si chiuse in bagno e cercò il giornalino. Era un fumetto "I casi della vita", cominciò a leggerlo, la storia, era molto carina, parlava di una situazione simile alla loro, la storia, la rapì al punto tale di immaginarsi nelle stesse situazioni con il cugino, si portò una mano fra le cosce e senza quasi rendersi conto di ciò che faceva, cominciò a toccarsi. Un rumore vicino alla porta del bagno, la riportò bruscamente alla realtà, ma non cancellò quelle fantasie che quel giornalino aveva acceso in lei. Durante la cena, guardava suo cugino, domandandosi se, come in quel fumetto, quando lei faceva la doccia, lui la spiava dal buco della serratura, si sentiva accaldata e non riusciva a dimenticare quei disegni espliciti. Quella notte, fece veramente troppo caldo e Teresa, non riusciva a prendere sonno, era forse l'una, quando sentì Sandro, alzarsi per andare in bagno. Si alzò anche lei; sua cugina era uscita con gli amici e non era ancora rientrata, il che le concedeva una certa libertà di movimento; si avvicinò alla porta del bagno, si abbassò e memore delle scene del fumetto, cominciò a spiarlo dal buco della serratura, Sandro, non si spogliò, voleva fare una rapida doccia, per combattere la calura, lo guardò con occhi nuovi, il suo sguardo scivolò sul suo corpo atletico, sulle spalle, sulla schiena e sul culo sodo, per esser un uomo, aveva un gran bel culo e quando si girò, si sentì mancare il fiato. Entrando in bagno, aveva già visto il pene di suo fratello, ma quello di suo cugino, era grosso almeno il doppio, restò a fissarlo incredula, era immaginando come doveva essere grosso in erezione, si sentiva turbata, sapeva che non era giusto, ma sentiva uno strano calore spandersi dal basso ventre. Il rumore del portoncino, le face capire che era ora di ritirarsi, sua cugina, stava rincasando e lei non poteva farsi scoprire a spiare Sandro, sotto la doccia, fece appena in tempo a infilarsi sotto le coperte, fingendo di dormire, quando Lidia, entrò rumorosamente nella stanza, non aveva alcun rispetto degli altri, esisteva solo lei. Stesa nel suo lettino, mise una mano tra le cosce, la sua fichetta, era bollente e fradicia, ma non poteva dar sfogo alla sua libidine, non più, ora che la cugina, era rientrata. Il giorno dopo, era il quattordici ed era tutto diverso, guardava Sandro, con occhi nuovi e le sembrava che anche il cugino, la guardava in modo strano, forse che quel fumetto aveva acceso strane fantasie anche in lui!? Giù al fiume, l'acqua fresca, aveva il potere di schiarire le idee, ma non bastò a spegnere il fuoco di quegli strani desideri, il costume metteva in avidenza il gonfiore del suo ventre, e il paragone con quello del fratello, era sin troppo facile. Sulla riva, nel recinto, il vecchio cavallo della nonna, era eccitato dalla presenza di una nuova giumenta e Teresa, vide la sua erezione, era enorme. Sapeva che i cavalli, erano tra i più dotati del regno anmale, ma non lo aveva mai visto e si domandò, quanto poteva essere grosso il membro di un uomo in erezione, sicuramente, rispetto a quello di suo fratello, doveva essere molto più grosso, ma quanto più grosso si domandava,

-:Ehi Teresa, ti sei incantata?

le domandò Sandro, prendendola da dietro e buttandola in acqua, per un attimo sentiil turgore del suo pene, premre sul suo fondoschiena e il suo viso si fece rosso incandescente. Restò a pelo d'acqua, con solo gli occhi fuor, come un coccodrillo, o un ippopotmo, non voleva che lui si accorgesse del rossore, lui si avvicinò e mettendole una mano sulla testa, la spinse sott'acqua. l'acqua del fiume, in quel punto, non era ma troppo limpida, ma la vicinanza, permise a Teresa, di vedere da vicino il gonfiore del suo cazzo, eccitata, avrebbe voluto toccarlo, ma non sapeva proprio come fare, nel frattempo, l'aria nei suoi polmoni era in esaurimento e suo cugino, continuava a tenerle la testa sott'acqua. Cominciò ad agitarsi e l'occasione le fu propizia, mentre si muoveva per emergere, guardò ancora  quel rigonfiamento e allungando una mano, lo tastò ambiguamente, Sandro, a quel contatto, la lasciò riemergere immediatamente, era in evidente imbarazzo, ma fece finta di nulla e uscì dall'acqua. Mentre si andava a stendere sull'erba, Teresa, fissò il suo pacco, il lieve turgore, aveva lasciato il passo ad una, seppur non piena, erezione. Lo aggiunse e sedendosi sul suo ventre gli dette un pugno sulla spalla,

-:Bestia, mi stavi affogando!

esclamò, con il sorriso sulle labbra, Sandro, si fece rossoi viso, mentre Teresa, poteva sentir premere sulla sua vulva, il motivo di quel forte imbarazzo, il membro di suo cugino, si era fatto grosso e duro. Entrambi troppo eccitati, si guardarono negli occhi imbarazzati, quindi senza dire nulla, si alzarono e si gettarono in acqua, in quel momento, quel fatto aveva rotto l'intesa tra loro, qualcosa era cambiato, per il resto del pomeriggio, non riuscirono a parlare, ne scherzare. Quando tornarono a casa, la nonna non c'era e anche i loro genitori erano usciti,

"Ma si che scema"

pensò Teresa, era la vigilia di ferragosto e come ogni anno, erano andati a fare la grande spesa per il giorno dopo. Appena rientrati, Sandro, si rintanò in camera sua, lasciandola sola in cucina, si sentiva strana, aveva paura che tra loro le cose non sarebbero mai tornate quelle di prima, troppe cose erano successe in un solo giorno. Entrò in bagno e si infilò sotto la doccia, ma nemmeno quello bastò a lavar via il ricordo del grosso membro di suo cugino, premere sulla sua fichetta. Mentre si asciugava, sentì un fruscio dietro la porta, era Sandro, la stava spiamdo, si avvicinò furtiva e la aprì, per sorprenderlo, non era lì, ma la porta della sua camera si stava chiudendo lentamente, uscì in punta di piedi dal bagno e si accostò alla sua porta, così come la notte prima, si abbassò e guardò dal buco della serratura. Sandro, era steso sul letto e con la mano, si stava massaggiando il duro membro in erezione, aveva ragione, suo cugino, aveva un attrezzo fuori misura, o almeno, così credeva, essendo il primo che vedeva. Scappò letteralmente in camera sua, sentiva tra le cosce un calore indescrivibile. La mattia dopo; la sera non successe niente; la nonna guardò Sandro,

-:Questo è il regalo del nonno, avrebbe voluto regalartela di persona!

gli passò le chiavi della vecchia moto del nonno, avrebbe voluto passarla al primo figlio maschio, ma avendo avuto solo due femmine, prima di morire, consegnò alla nonna le chiavi, dicendo che sarebbe stata sua, quando fosse tornato da militare,

-:Prendila, è in ordine, funziona come un orologio, perchè non porti Teresa, a fare un giro!?

ecco che tutto stava precipitando, non poteva esimersi da quel giro di innaugurazione, aveva sempre avuto una passione smodaa per quella moto e tutti lo sapevano. Sandro, non potè che accontentare la nonna. il vecchio Guzzone, si accese al primo colpo, Teresa, salì in sella, abbracciò il cugino e partirono. Il vento tra i capelli, l'aria fresca in faccia, era tutto come lo aveva sempre immaginato, suo cugino, tirò veloce sino alla pineta, dove si fermò,

-:Terry, dobbiamo parlare di quanto successo, non voglio che questo rovini tutto tra noi!

cominciò, lei lo guardò, era molto più alto di lei, si alzò sulla punta dei piedi per baciarlo su una guancia, ma forse, volutamente, le sue labbra si posarono su quelle del cugino, sentì la sua lingua penetrar nell sua bocca e quel bacio, che doveva essere innocente, si trasformò in un caldo suggello di passione. La strada era deserta, parcheggiarono la moto al riparo da occhi indiscreti e superando gli alberi che costeggiavano la strada, raggiunsero un prato. dovevano parlare, ma il desiderio li attanagliava e in breve si ritrovarono stesi sul prato, baciandosi con veemente bramosia. Sandro, le sbottonò il pantaloncino e intrufolò la mano, raggiungendo la sua natura fradicia di desiderio, mentre lei goffamente cercava il modo di prendere in mano quel grosso scettro nodoso, che premeva intrappolato nei jeans. Si guardarono, sapevano bene entrambi che non era una cosa giusta, che si sarebbero dovuti fermare. Le sollevò la maglietta e lambì con la linga i dur caezzoli, Teresa, ansimava scossa da un forte tremore, le abbassò i pantaloncini, le mutandine, le allargò le cosce e senza dir nulla comincò a leccarle la fessura. Erano come posseduti da quel desiderio folle, Sandro, si alzò e sfilò i pantaloni, il suo cazzo duro, ora le sembrava ancora più grosso, si avvicinò e com aveva visto nel fumetto e nelle riviste che suo fratello nascondeva sotto il letto, lo prese in bocca. Era grosso e quasi la soffocava, ma non intendeva sembrare una ragazzina inesperta, lo succhiò con innata bravura, ma suo cugino desiderava ben altro, la fermò e mettendosi tra le sue gambe, la baciò. Mio dio, cosa stavano facendo!? La punta dura e insistente di quel grosso cazzo, le stava allargando le labbra tumide della fichetta e premeva sull'imene, Teresa, baciò suo cugino, sciogliendo ogni suo dubio, il dolore della lacerazione, fu breve ma intenso, lui soffocò il suo grido, con un bacio appassionato e affondò tutto il suo remo, in quel lago di piacere. Nessuno dei due ormai pensava più al fatto che quella cosa fosse giusta o meno, erano entrambi rapiti da un piacere unico e travolgente, il cazzo di Sandro, scivolava rapido dentro la sua fichetta vogliosa e il ritmo era scandito da gemiti e sospiri ritmati. Si rotolarono sull'erba ed ora, era Teresa ad esser sopra di lui, imponendo il ritmo, lo sentiva tutto dentro di se, premere contro la parete uterina, il dolore della prima volta, era soffocato dal desiderio martellante e in breve sentì il suo primo, vero orgasmo travolgerla. Anche Sandro, era al limite, stava per venire, ma non voleva perdere nemmeno un istante di quella visione, lo sguardo vacuo di sua cugina, il suo giovane corpo scosso da irrefrenabili tremori, la bocca schiusa in labili gemiti di piacere, era bellissima e rapito da quella visione, non riuscì a trattenersi, esplodendo dentro di lei, come un fiume in piena. Mio dio, cosa aveva fatto, poteva rimanere incinta, mille pensieri attraversarono la loro mente, ma nemmeno quello fu sufficiente a freddare i loro bollori, il danno, era fatto, Teresa, sentiva la calda, densa sborra del cugino riempirle la figa, che fremeva pulsando ritmicamente attorno al suo cazzo duro. Inarcò la sciena, spingendosi più che poteva su quel palo di carne e ricominciò, non paga, a muoversi avanti e indietro, Sandro, era in estasi, nonostante alcune, non poche, avventure, non aveva mai avuto una così calda compagna. Continuarono ad amarsi, sin quasi all'ora di pranzo, alternando momenti di vivida passione, a quelli di eterei e romantici, come.due innamorati. Quando finalmente, tornarono a casa, fu lei, a prendersi tutte le colpe, di quel insindacabile ritardo.

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