giovedì 11 novembre 2021

SABRINA (By Letizia Amore70)

 


La scorsa settimana abbiamo pubblicato un racconto della meravigliosa Letizia Amore che io avevo dimenticato nel mio hard disk. Ebbene, dopo la pubblicazione,  una persona molto vicina a Letizia mi ha scritto di avere trovato un suo manoscritto risalente a qualche anno fa e quindi precedente a tutti i racconti pubblicati su questo blog...

La stessa persona ha copiato al pc il manoscritto e mi ha chiesto di pubblicarlo in una unica soluzione.

Ho subito acconsentito alla richiesta con entusiasmo e quindi ecco questo racconto di Letizia (al quale io ho dato il titolo "Sabrina")  che effettivamente è diverso da quelli successivamente scritti.. ma non per questo meno eccitante ed immediato.

Inutile dirvi che ogni pubblicazione di Letizia è per noi sempre emozionante... ci auguriamo lo sia anche per voi.


Donato

 

Così cominciai a fare la troia. Era il giorno prima del nostro anniversario, avevo solo ventisei anni, tutte le curve al punto giusto, un bel culetto alto e sodo, così come il seno. Eppure mio marito, di sedici anni più grande di me, non mi guardava più, io sapevo che almeno una volta alla settimana andava con delle prostitute, ma nonostante questo non riuscivo a mollarlo, anzi mi colpevolizzavo per la poca esperienza sessuale e i miei tabù. Qualche giorno prima, ne parlai con Irene, un amica di famiglia molto più grande di me, la quale mi disse :-Cara, fidati di me! Gli uomini sono come bambini, dopo un po’ si stancano dei giocattoli nuovi! O ti trovi un amante, o diventi tu la sua troia! La sua amante!- tradirlo per me non era assolutamente concepibile, ma la seconda possibilità mi piacque, se non ero una “buona moglie” sarei stata la sua amante. Fu così che mi misi in moto per sedurlo in un modo totalmente nuovo e diverso, quel pomeriggio mi dedicai allo shopping, entrai timidamente in un sexy shop. Per essere la sua amante, sarei dovuta essere per prima cosa la sua troia. Mi vergognavo come una ladra, gli espositori del negozio erano pieni di oggetti pornografici, comprai un dvd e un vibratore di gomma. Lo sguardo malizioso e sprezzante del commesso e di alcuni clienti mi infastidì, ma allo stesso tempo, mi eccitò. Quella stessa sera misi in atto il mio piano. Non appena mio marito si mise a letto, tirai fuori il dvd, il mio vibratore nuovo e mi spogliai nuda. Pochi minuti dopo, svegliato dai miei gemiti, che non mi preoccupavo affatto di soffocare, mio marito cominciò a spiarmi. Dopo mesi di solitari ditalini, anche un fallo vibrante nella figa, era una cosa incredibile e in breve, raggiunsi il tanto agognato orgasmo gemendo spudoratamente. Uscì da dietro la porta e mi saltò addosso :-Bella la mia troia!- esordì, quindi mi scopò con ritrovato vigore, purtroppo il mio coniglietto durava veramente poco, ma fu sufficiente a darmi il meritato e tanto atteso orgasmo. Dopo quel veloce rapporto, mi chiese scusa :-Amore non ti scusare, sarò la tua troia, la rua amante, ma ora basta con le fantasie represse, ti amo e sarò pronta ad esaudire ogni tuo capriccio, come la migliore delle amanti, come una vera troia se tu lo vorrai!- gli risposi, senza sapere dove quelle parole mi avrebbero portato. Dopo un paio di giorni di ritrovata armonia sessuale, mi propose un gioco, dentro di me mi sentii morire, ma non volevo assolutamente deluderlo, non dopo ciò che gli avevo promesso, “ero la sua troia”. Mi preparai sotto il suo vigile e attento sguardo, acceso di desiderio, mi depilai la figa, quindi indossai una minigonna di pelle nera molto corta, che metteva in evidenza il mio bel culetto, seguendo le sue fantasie, senza indossare intimo sotto e sopra a coprire il bel seno, solo il chiodo di pelle. Guardandomi allo specchio, mi sentii una vera puttana, ma era il suo desiderio e io la sua troia, mi accompagnò sino al cinema porno, dove dovevo entrare da sola, lui mi avrebbe seguito pochi minuti dopo. Entrando, notai un bel manzo, che mi adocchiò subito e mi seguì nella sala buia del cinema. Il film era già cominciato e a tutto schermo si vedeva un grosso cazzo che allargava la figa della protagonista femminile, quel ragazzo mi si sedette accanto e tirò fuori il cazzo senza tanti complimenti, avrei voluto scappare, ma la situazione incarnava perfettamente le fantasie del mio cornuto :-Vuoi compagnia bella troia?- disse lo sconosciuto senza mezzi termini, infilando la mano tra le mie cosce. Non gli risposi, mi vergognavo come una ladra, gli presi il cazzo in mano e cominciai a menarglielo. Era veramente grosso, lungo, duro e nodoso, io sino a quel giorno, tranne quello di mio marito, che era notevolmente più piccolo, non ne avevo visti altri, mi ero sposata vergine in tutti i sensi. Rapidamente quel ragazzone raggiunse con le dita la mia figa nuda e già fradicia, facendomi saltare sulla poltroncina, mi morsi le labbra e lui mi fece intendere chiaramente che voleva gli prendessi il cazzo in bocca. Era quello che temevo e non avrei voluto fare, ma era esattamente quello che sperava il mio cornuto, mi abbassai e cominciai a succhiargli il cazzo, mentre lui mi frugava la figa con le dita. Mentre stava sborrando, mi spinse la testa sul cazzo, riempiendomi la bocca di calda sborra ed ebbi un orgasmo travolgente. Il cornuto guardava tutto seduto a breve distanza, con il cazzo in mano, lo fissai, aprii la bocca per mostrargli il denso liquido biancastro che la riempiva e poi la ingoiai da brava puttana, subito dopo mi alzai, sistemai la gonna e uscii dal cinema. Lui mi raggiunse trafelato ed eccitatissimo, una veloce corsa a casa e mi scopò scatenato. Dopo quella sera, tutto sembrò tornato alla normalità, ma una settimana dopo se ne venne con una nuova fantasia, del tutto simile alla prima, lo accontentai, in fin dei conti, la prima volta quello sconosciuto era riuscito a farmi godere. Quella sera, dovetti indossare la sola pelliccia sulla pelle nuda, come la volta prima mi accompagnò al cinema es entrai per prima, quindi, così come mi aveva chiesto, tolsi la pelliccia, camminando nuda tra le poltroncine e mi sedetti. L’attesa fu lunga e infruttuosa, la sala era praticamente deserta, vi erano solo due spettatori, troppo intenti a guardare il film, per accorgerai di me, ma quando le luci si accesero e feci per indossare la pelliccia, per tornare a casa con un nulla di fatto, mi bloccarono, entrando nella fila delle poltroncine in cui avevo preso posto, uno da una parte e uno dall’altra :-Non guardi il secondo tempo?- mi domandò quello che avevo davanti, tirando fuori il cazzo duro. Non gli risposi, le scene del film e quel grosso cazzo, mi avevano eccitato, mi piegai in avanti e glielo presi in bocca esponendo al secondo, il mio bel culo e la figa rasata, questi si piegò e cominciò a leccarmela, le luci si spensero e in un attimo mi trovai il suo grosso cazzo duro prepotentemente nella figa, mugolai soffocata dall’altro cazzo che mi arrivava in gola. Non so se i due si conoscessero prima di quella sera, ma di sicuro avevano un’ottima intesa, fui travolta da un orgasmo pazzesco e poco dopo i miei due “assalitori” si scambiarono di posto e mi ritrovai con un nuovo cazzo, forse anche più grosso del primo nella figa e il secondo, ricoperto dei miei umori vaginali in bocca. Nonostante i ripetuti orgasmi non mi sentivo a mio agio, ma li lasciai fare, godendo come una vera troia, si cambiarono di posto più volte, sino a che, sui titoli di coda del film, come la protagonista, mi sborrarono in bocca e nella figa senza ritegno. :-È stato sublime, sei una troia fantastica!- esordì, -Mi sarebbe piaciuto vederti alle prese con tre cazzi, uno in bocca, uno nella figa e uno nel culo!- aggiunse, mentre eccitatissimo mi leccava la figa ancora sporca della sborra di quello sconosciuto. Sebbene avessi goduto veramente come una troia, mi sentivo sporca e speravo di non dover più soggiacere a quelle fantasie e comunque in cuor mio negavo tassativamente la possibilità di concedere il mio culo, non lo avevo permesso a lui e non intendevo concederlo ad altri. Per mia sfortuna o forse per fortuna, al mio cornuto la cosa piacque moltissimo e soli due giorni dopo mi chiese di ripetere la cosa, cercai di dissuaderlo, ma era già eccitatissimo e non sentiva ragioni Mi preparai, indossai un corto robe-manteau sul corpo naturalmente nudo e ci recammo al solito cinema, mentre ci avvicinavamo, sentivo l’ansia e il desiderio crescere in me smodatamente. Davanti all’ingresso del cinema, come se aspettasse qualcuno, vidi Matteo, il bel manzo della prima sera, lo guardai e flirtai con lo sguardo, mordendomi le labbra lasciva e gli allungai la mano in un plateale invito, si avvicinò, entrando vidi al botteghino anche Marco, il ragazzo di due sere prima e mentre Matteo mi palpava spudoratamente il culo, sbottonai il robe-manteau, mostrandomi completamente nuda e pronta per loro. Una volta in sala non si fecero pregare e cominciarono a toccarmi oscenamente e baciarmi il seno mordendomi delicatamente i capezzoli, non avevo ancora avuto il tempo di saggiare i loro cazzi, quando si unì al gruppetto un altro ragazzo, Luca un bel giovane con gli occhi azzurri e lunghi capelli biondi. Aveva il cazzo più grosso che avessi mai visto, lungo, duro e soprattutto molto spesso, a quel punto però era impossibile gestire e godermeli tutti e tre tra le fila del cinema,:-Ragazzi qui è impossibile scopare per bene!- esclamai, -Dove mi portate?- chiesi sfacciatamente. Luca aveva li vicino una garçonnière dove probabilmente portava le viziose “come me” che incontrava nel cinema, mi alzai e ancora mezza nuda lo seguii, tenendo sotto braccio i miei tre nuovi “amici” dal cinema, il cornuto mi chiamò sul cellulare, quell’uscita non era prevista, schiacciai il tasto della risposta ma lasciai il telefono in tasca. Poco dopo entravamo già nella piccola garçonnière di Matteo e mi liberai velocemente del robe-manteau, se dovevo essere troia per il cornuto, volevo esserlo prima per me stessa e godere sino in fondo. Con la luce, potei constatare la realtà di quei tre bei cazzi giovani e duri, pronti a scoparmi, non esitai nemmeno un istante, ero eccitatissima e mi prodigai in un succulento pompino per il padrone di casa. Aveva il cazzo così grosso che quasi mi soffocava -:Dai ragazzacci, cosa state aspettando? Un invito scritto? Scopatemi, ma non il culo, li sono ancora vergine e lo voglio offrire al padrone di casa!- mentre dicevo questo, guardai il cazzo di Luca e  deglutii a secco, forse avevo sbagliato, ma il primo cazzo entrò deciso nella mia figa e cominciai a godere. Sapevo che il cornuto era ancora al telefono e poteva sentire tutto, questo mi eccitò a dismisura e raggiunsi un primo travolgente orgasmo. Mi sentivo troia -:Sdraiati Matte, voglio cavalcarti il cazzo mentre succhio quello di Marco!- ruggii, ansimavo più forte che potevo, per far sentire al cornuto quanto ero diventata troia, :-Ah si mi piace!- farfugliai, -Dai Luca cosa aspetti, inculami! Rompimi il culo!- esclamai allargandomi lasciva le chiappe, per offrirgli la mia verginità. Non se lo fece ripetere, mi puntò la cappella sul buchino del culo e non credendo alle mie parole, mi inculò brutale. Urlai, sebbene il mio dolore fu soffocato dal cazzo che avevo in bocca, l’urlo risuonò atroce nella stanza, -:Cazzo, questa troia era davvero vergine nel culo!- esclamò sorpreso, -È veramente strettissimo!-, -:non la sciupare troppo!- gli rispose Matteo, -Vogliamo incularla anche noi!- aggiunse volgare, ormai era dentro e nonostante il dolore godevo, -:Dai rompimi il culo! Sfondami tutta!- lo incitai, godendo anche del fatto che il cornuto stava ascoltando ma non poteva vedermi. I miei tre amanti si alternarono di gusto nei miei buchi slabbrati, mi bruciava la figa e il buco del culo mi faceva un male atroce, ma non volevo fermarmi, gli orgasmi si susseguivano rapidi, facendomi perdere ogni freno. Verso le tre, ormai sfiniti, ci dovemmo arrendere, mi vestii e uscii nel fresco della notte con il vestito quasi aperto, camminavo orgogliosa e soddisfatta, avevo goduto veramente come una troia, il vento mi carezzava le labbra della figa e il buco del culo spanato, la loro sborra mi colava lungo le cosce e sul seno. -:Troia, questo non era nei patti!- mi aggredì mio marito quando rientrai, -:Cornuto! Volevi ce tua moglie fosse una troia!- gli risposi, -Bene ho scoparti che mi piace farmi sbattere da cazzi belli grossi nel culo e non intendo rinunciarci mai più!- aggiunsi, -Tieniti le corna e fatti le seghe!-. Dopo quella sera, decisi di continuare a godermi la vita e il sesso senza regole, il primo vero tradimento, cioè il primo senza che mio marito fosse a conoscenza della cosa, fu con il garzone del salumiere. Virgilio era un ragazzo molto carino, di pochi anni più giovane di me, ne aveva ventitré e mi aveva fatto una corte spietata da quando sposata, mi ero trasferita a vivere li, “merita un premio!” pensai e ordinata la spesa, come facevo spesso, lo accolsi con il solo perizoma a difendere la mia nudità, -:Signora Sabrina, io…- mi guardava sorpreso mangiandomi con gli occhi, -:Vieni Virgilio, entra pure, voglio darti la mancia!- lo invitai lasciva, certo non era dotato come Matteo, Marco e soprattutto Luca, ma la sua irruenza e la giovane età, gli dettero la forza di farmi godere più volte. Dopo di lui, fui sorpresa in ascensore dal portiere del palazzo, che notate le frequenti visite di Virgilio, aveva mangiato la foglia e volle anche lui la sua parte e scopandomi, per mia fortuna con un bel cazzo, non troppo lungo, ma decisamente bello grosso, mi trattò da vera troia. Fu per quello che pochi giorni dopo, vedendo in portineria suo figlio sedicenne, lo chiamai in casa per farmi scopare anche da lui. Ero diventata una vera ninfomane, ma grazie alla mia riservatezza e approfittando del fatto che nessuno si sarebbe permesso di vantarsi di essersi scopato la giovane moglie del vice questore, mi permisi di farmi scopare anche dal salumiere, dal panettiere e il suo garzone e dall’avvocato. Qualche settimana dopo, insoddisfatta di quelle situazioni troppo poco coinvolgenti, decisi di iscrivermi, assieme al cornuto ad un corso di hip-hop, il mio comportamento fu irreprensibile, sino a che mio marito, non reggendo il ritmo, abbandonò, a quel punto il mio abbigliamento cominciò a farsi molto più volgare e nonostante la crew, fosse formata da soli uomini, per la maggioranza sud americani e si colore, il cornuto non poté, essendo stato lui ad abbandonare il corso, impedirmi di partecipare. Alla fine del corso, tre mesi dopo, avevamo il nostro primo concorso nazionale, tre giorni di gare. Ero eccitatissima, il cornuto non poteva seguirmi ma non mi impedì di partecipare, sarei stata tre giorni in compagnia di venti ragazzi atletici e vogliosi. Tutto rimase nella norma per i giorni di gara, volevamo essere al top, ma la sera dell’ultimo giorno, per festeggiare il podio ottenuto, uno splendido terzo posto, tornammo nella palestra che avevamo affittato per allenarci durante quei tre giorni. Entrammo nel locale, avevano portato lo spumante e diversi liquori, volevano ubriacarmi e farmi la festa, ma la festa io volevo godermela tutta. Mi guardai attorno e con un movimento rapido mi liberai dei vestiti, rimanendo con il solo perizoma, -:Ho voglia di ballare, di scatenarmi!- la signora Sabrina aveva lasciato il passo alla troia, cominciai a twerkare volgarmente, William e Thomas si fecero subito avanti e iniziarono a ballare strusciandosi sfacciatamente. Pochi minuti dopo, constatata la mia reale disponibilità, Thomas si fece coraggio e mi abbassò il perizoma, lasciandomi nuda,

-:Bravo Thomas, meriti un premio!- esclamai strusciandogli il culo sul cazzo duro, mi girai, gli abbassai i pantaloni e gli presi il cazzo in bocca. Così cominciò la gang bang, mi scoparono tutti in ogni buco disponibile sino alle cinque della mattina e quando il cornuto venne a prendermi la mattina dopo, ero letteralmente distrutta, -:Dimmi la verità, non mi arrabbierò, me lo sono meritato! Mi hai tradito con uno di loro vero?- lo guardai e sorrisi, -No piccolo cornuto mio!- gli risposi, -Non ti ho tradito con uno di loro, mi sono fatta sbattere da tutta la crew! Mi hai voluto troia, ora lo sono, non ti va bene!? Chiedi il divorzio!- mi guardò, -No amore, ti amo, ma non escludermi dalla tua vita!- aveva il cazzo duro, potevo vedere il gonfiore nei suoi pantaloni, -Allora fermati!- gli ordinai indicando un parcheggio autostradale, -Ho voglia di farmi sbattere da un bel paio di camionisti!- fece come gli avevo chiesto. Scesi dalla macchina e mentre mi avvicinavo ai camion parcheggiati, mi tolsi la giacca, rimanendo a seno nudo, quindi feci scivolare la gonna a terra e con addosso le sole scarpe col tacco e le autoreggenti, mi avvicinai a un incredulo camionista.

 

1 commento:

Fausto ha detto...

Mi mancheranno i suoi scritti