Oggi pubblichiamo la prima parte di un racconto a forti tematiche BDSM di una nuova bravissima scrittrice non professionista che ho conosciuto su FB: Jay Indaco.Jay è una slave ed io ho chiesto a lei stessa di presentarsi ai lettori.
Queste le sue parole: essere
donna. Complesso e bellissimo.
Essere donna e slave. Complicatissimo e molto difficile. Devi stare
attenta a non perderti. Devi sempre pensare che Tu Sei. Si, tu sei...
Sei un essere indipendente quando non sei col Padrone, sei forte, sei
da rispettare sempre anche quando sottomessa.
Sei con idee e con principi tuoi ferrei con i quali difficilmente si
verrà a compromessi.
Sei una donna come sei perché la slave che è in te è accettata e
soddisfatta, in altro modo non potrebbe essere e saresti qualcun'altra.
Accettarsi per essere. Questa è sempre la cosa più difficile.
Altro non serve aggiungere.
Vi invito a godervi questo gran bel racconto
Donato
Lui
non lo conoscevo di persona. Era un master conosciuto on line.
Internet è rimasto l'unico modo per conoscere qualcuno che può
condividere il mio lato oscuro.
La mia perversione.
Il mio segreto.
Il mio istinto mi ha semore guidato verso veri master. Tanti, troppi
master improvvisati, gente che pensa che essere una slave sia uguale ad
essere una puttana, una facile. Una che ha bisogno di scopare forte,
come ultimamente va di moda dire (che cazzo vuol dire, poi...) Oppure
gente appena conosciuta che ti da ordini via chat...No no no. Il mio
istinto ha sempre ragione e nel corso degli anni mi fido solo di lui.
So che la mia vita deve essere scissa in due parti. Per tutti sono
Julie, donna indipendente, mamma, moglie, forte, solare, simpatica e
gentile. Per pochi, pochissimi sono Julie, slave devota al suo master,
passionale e disposta sempre a superare i limiti per godere. I più non
sarebbero in grado di comprendere. Il mondo delle slave è ancora tabù.
Un segreto e tale deve rimanere.
Mi balena il suo profilo sotto gli occhi. Poche foto, ma buone. Profilo
fake di sicuro ma l'istinto prevale e gli scrivo.
Risponde quasi subito. Chattiamo per qualche giorno. E poi eccolo...
quel pizzicore famigliare alla base del collo. Eccolo, il mio istinto! E
quel formicolare mi fa dire... Si, incontriamoci! Mai nel corso di
questi ultimi anni alla spasmodica ricerca di qualcuno che possa capirmi
e soddisfarmi appieno avevo accettato anche solo un caffè.
Ma lui era diverso.
Lui andava subito al punto. Lui sapeva qiello che stavo cercando.
Ci incontriamo un venerdi in centro.
Il primo incontro è sempre eccitante di suo. Ansia, il cuore che batte
veloce e gola secca.
Mi vesto come lui aveva chiesto. Un vestito nero, elegante, leggero e
tacchi. Capelli ricci biondi sciolti, truccata poco, ma curata. Lui mi
accompagna a parcheggiare e si avvicina.
Camicia bianca sapientemente stirata, pantaloni neri, occhiali da sole e
un aria molto misteriosa, che scompare quando mi vede lasciandosi
andare in un magnifico sorriso.
Ci salutiamo con un casto bacio sulla guancia. Mi sfiora il gomito.
Scosse elettriche fino al basso ventre. Perfetto!
Chiacchieriamo, impacciati da subito, ma dopo i primi 10 minuti,
complice anche un buon bicchiere di bianco frizzante, parliamo
tranquillamente come due che si conoscono da sempre.
Ordiniamo un menu a base di sushi e sashimi. E parliamo dei miei
desideri, dei suoi e di che cosa cerchiamo oltre alle nostre vite, che
si potrebbero definire perfette.
Cerchiamo, come tutti, quello che manca: Il proibito.
Per noi, forse ancora più proibito! Che non è solo una scopata. Non è
solo sesso.
È di più.
È la mente.
La capacità di entrare in una mente non è per tutti. Serve
un'itelligenza spiccata, empatia e buona consapevolezza di se stessi.
Mentre parliamo inizio a giocare.
Apro le gambe.
Lui lo nota subito e anche il cameriere. Iniziamo un gioco fantastico e
senza nemmeno sfiorarci siamo eccitati.
Parliamo e giochiamo. Le mie gambe restano aperte. Dio, quanto avrei
voluto la sua mano li in mezzo!!
Ma non era quello il gioco. Non questa volta.
Ci fermiamo ancora a bere un caffè in un bar. Vado in bagno e mi sfilo
le mutandine. Come arrivo al bancone del bar se ne accorge...
Mi accompagna alla macchina. Li, in quel garage sotterraneo mi prende
per la gola, mi sbatte contro la macchina e mi bacia.
Oh, si.
Oh si, finalmente la sua mano arriva tra le mie gambe. Sulla mia figa,
esposta, bagnata e bramosa.
Mi tocca sapientemente, mi piace come mi tocca.
Poi si abbassa e inizia a leccarmi.
Non posso e non devo venire. Siamo in un cazzo di garage sotterraneo con
tanto di telecamere.
Si rialza. Mi bacia in bocca. Sa di me. Mi piace.
"Sali in macchina... Altrimenti ti scopo qui"
Mi siedo sul sedile. Mi bacia di nuovo
"A presto..."
Chiudo la portiera.
Guardo il nulla.
Paralizzata e piacevolmente sconvolta. Metto in moto e torno verso
casa.
La mente però no. Rimane li, in quel garage almeno per tre o quattro
ore. Non riesco a pensare ad altro.
Ringrazio il mio istinto e me stessa per permettermi queste esperienze
che mi rianimano dal mio torpore della normalità.
1 commento:
Finalmente una femmina che fa la femmina..leggerò gli altri capitoli con interesse..(Convel)
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