giovedì 21 maggio 2020

IL COMMESSO - seconda parte - CHE SENSAZIONE DI LEGGERA FOLLIA


Oggi rimedio ad una dimenticanza commessa da Vito Licata all'epoca in cui sono subentrato a lui nella gestione del blog e pubblico la seconda parte de IL COMMESSO, un racconto il cui primo episodio fu pubblicato l'oramai lontano 17 novembre 2018 in questo stesso blog. Per leggere la prima parte CLICCATE QUI
Chiedo scusa per la lentezza a LOSTESSO, autore del racconto e lettore di questo blog!

Donato





Che sensazione di leggera follia sta colorando l'anima mia… qualcuno, è già nell'aria qualcuno”

Parafrasando una canzone di Lucio Battisti,  “Innocenti evasioni” che poi tanto innocenti non erano, stasera mi sento leggermente euforico.
Qualcuno!
Sì, stasera arriva qualcuno.
Immaginando il momento preparo i cuscini sul divano, anche i particolari contano.

qualcuno, è già nell'aria qualcuno, sorriso ingenuo e profumo” continua il testo della canzone che mi passa in testa ogni tanto.

Tutto deve essere a posto.
Non vedrai mai una casa pulita come quella di un single che aspetta una donna.
Se prima era un disastro, due ore dopo la trovi luccicante.
É vero, ho i cassetti riempiti di tutta la roba che prima era sparsa per la casa ma conta il primo approccio visivo.
Meno male che non ne devo aprire nessuno di quei cassetti, se no farebbero il classico effetto molla.
Ah, il potere della figa.
Lo diceva sempre mio nonno “Se vuoi vivere libero, togliti dalla testa le donne. Se vuoi farti del male allora sposale”
Beh, ne è passato di tempo da quelle parole. Un po' aveva ragione.
Però non me le sono tolte dalla testa ma nemmeno le ho sposate, e devo dire che vivo alla grande.
Il mio cinismo mi ha aiutato in questo; non ne faccio un vanto ma devo dire che è servito.
Sto mettendo a posto le ultime cose ma i cassetti sono pieni. Devo trovare una sistemazione alternativa. Sgabuzzino, ultima spiaggia... di sicuro non faremo sesso li dentro.

Il giradischi, le luci rosse e poi...
champagne ghiacciato e l'avventura può iniziare ormai”, il testo cita.

I giradischi praticamente non esistono più; ormai il CD ha soppiantato il vinile.
Io ne possiedo ancora uno ed, ovviamente, anche dei vinili che tengo con cura maniacale.
Non c'è paragone con i cd. Il suono è diverso, più caldo, più presente meno metallico.
A parte queste divagazioni da audiofilo, devo mettere un po' di musica.
Cosa scelgo?  Fusion? New Age? Leggera? Rock? Vado con della New Age.
È una palla, ma per fare ambiente è ottima.
Personalmente amo il rock, ma il contesto non lo impone.
Le luci rosse non le ho, ma soffuse sì.
Lo Champagne nemmeno… ma è meglio un gran Prosecco. Più amabile e gustoso.
Flute pronti e qualche stuzzichino sul tavolino.

accendo il fuoco e mi siedo vicino… qualcuno
stasera arriva qualcuno, sorrido intanto che fumo”

Il camino, azzz... me ne stavo dimenticando!
Ne ho fatto installare uno di quelli  a parete che funzionano a bioetanolo.
Vanno da Dio, sono esteticamente eccezionali e scaldano bene. Peccato che costino un botto.
Fuori ci sono meno tre gradi, dentro 22. L'ambiente deve essere caldo.
Ma di sicuro ci sarà modo di scaldarlo… ci penseremo io e “Qualcuno”



Chi può bussare a quest'ora di sera?” ad un certo momento dice la canzone. Ma nel testo  succede che la lei di lui,  che è arrivata senza preavviso sulle croste, probabilmente subodorando qualcosa, alla quale lui voleva mettere le corna, adesso non più perché gli è accanto e allora, con quell'aria da ingenuo impertinente, si pone quella domanda. Ma lui sapeva chi era e dice a lei di non andare ad aprire che tanto sarà un amico o chissà chi. Per farla breve… lui aspettava un'altra e… ohhh insomma… ascoltavi la canzone e capirete meglio!

Ed in effetti il campanello ha squillato.
Ecco è Lei. Quel “qualcuno” è Gilda.
In realtà si chiama Maura, ma mi piace chiamarla Gilda.
Le avevo dato questo nome di fantasia quella volta che la conobbi molto intimamente.
Lavoro come commesso nel negozio di scarpe e borse di mio zio; quel giorno ero solo e lei inizialmente sembrava una cliente qualsiasi. Una bella cliente.
Vi risparmio i particolari ma finimmo a fare del gran sesso e si era rivelata una gran porca, per mia fortuna.
Ci eravamo però lasciati senza che lei mi concedesse un altro appuntamento. Neanche il nome mi lasciò in pegno. Disperazione profonda.
Un'ora di sesso e poi un “Ciao”
Pensavo di non rivederla più. E ormai mi era persino passata di mente.
Poi ieri, come per incanto, la vedo entrare nel negozio.
In quel momento penso di aver avuto la solita espressione da demente.
Lei invece era bellissima.
Cappotto nero attillato, stiletto blu elettrico e borsa abbinata, foulard di Hermes in sfumature di blu, calza bronzo con riga (questa l'ho notata quando si stava avviando verso la porta per andarsene). Uno schianto.
Son rimasto con l'espressione da ebete talmente tanto tempo che mio Zio, prima che potessi farlo io, le si avvicina e  chiede se può aiutarla.
Lei gli dice “Cercavo lui”, indicando me.
Mio zio alzò le spalle come dire  “è tutto tuo”
La demenza mi si leggeva sul viso.
Per fortuna mi svegliai da quella situazione kafkiana momentanea, rinvenni.
Il mio motto è “barcollo ma non mollo”.
Mi avvicinai cercando di nascondere una certa emozione, camminata da gigolò (chissà poi come sarà la camminata da gigolò) giungendo davanti a lei, che mi apostrofò subito con un Ma tu sei sempre così...o ci fai?”
Colto in flagrante cerco di riprendere un espressione meno demente, ma so  già di aver fatto una figura barbina.
No, sono inciampato e non volevo farlo vedere”
Una scusa più stupida e banale non la potevo trovare.
Poi dico “Qual buon vento ti porta qui? Hai bisogno di altro paio di scarpe? Ti posso offrire un caffè, un tè… me?”
Sorrido. La battuta, ripresa da un film di cui non ricordo il titolo, non sembra averla colpita molto. Anzi, mi guardava con compassione.
“Eh già, allora sì, sei proprio così. Sei salvo solo perché sei bravo a letto, se no ti avrei già spedito a quel paese. Fesso! No, son qui per proporti una cosa. Domani sera sei libero?”
Deglutisco, perché so che lo avrebbe fatto, quello del mandarmi a quel paese, e  ho cercato di riprendere una espressione più consona “Si, assolutamente libero”.
Non era vero. Avevo un appuntamento con gli amici per una partita a biliardo.
Che si fottano, gli dirò che non sto bene”, penso.
Bene. Se non ricordo male, nel nostro “incontro” mi proponesti un invito a rivederci, giusto?”
Beh, si. Ma mi dicesti anche che non era possibile”
Ora è diventato fattibile ad una condizione.  A casa tua e non chiedermi in che modo perché so io cosa fare. E attenzione... il gioco lo conduco io. E fai meno il fessacchiotto. Ti conviene, credimi”
Porca puzzola! Ho il fratellino che chiama dal basso e mi dice “ Ragazzo, accetta, non mollare la presa, qualunque cosa sia”.
Anche se non potevo sapere cosa mi aspettasse, senza timore alcuno la mia risposta fu solo una “Va bene!”
Scrissi su di un biglietto il mio indirizzo e numero di cellulare. Lei mi diede il suo. Maura. Finalmente sapevo come si chiamava. Che bel nome.
Chissà come mai quando mi trovo davanti a lei son sempre così mieloso.
Uscì con quel suo portamento da gran signora.
Non riuscivo a staccare lo sguardo da quel culo.
Ci pensò mio zio con uno scappellotto sulla nuca.
“Allora… dormiamo… chi era quella lì che non ha comprato niente? Che è venuta a fare qui?”
Ma niente… è la sorella di un mio amico e mi ha portato una cosa che avevo chiesto a lui”

Questo l'antefatto.
Adesso è lì, fuori dalla porta. Cerco di darmi un contegno viste le magre figure precedenti.
Apro e.…, ohhh cazzo, non è sola!!!
Sono esterrefatto. Gilda mi stupisce ogni volta. Passa una manciata di secondi di silenzio fra di noi.
Però, da buona stronza qual'è, non perde occasione per mettermi in difficoltà, vista anche la mia espressione trasognata del momento.
“TOC TOC, c'è qualcuno in quella testolina” battendomi i pugni sulla fronte “Sono io! M...A...U...R...A. Quando ti degnerai di ritornare nel mondo dei vivi, faccelo sapere. Ma in fretta. Se no ce ne andiamo”.
 Ci mancava solo mi desse una botta più forte sulla fronte mentre proferiva la frase.
“Nooo....scusa...ma sai...non mi aspettavo ….” con un balbettio da deficiente.
Una altra donna? Dillo pure. Se non ti garba, noi si va via!”
No, no.....nel modo più assoluto....va benissimo”, cercando di riprendere una situazione che mi stava quasi per sfuggire di mano.
L'amica, presumo tale perché non l'ho ancora conosciuta, sorride a tanta goffaggine.
 È carina da morire.
Lei è Monica....ci fai entrare o passiamo la serata sul pianerottolo?”
Sono il solito babbeo. Mi imbambolo come un bambino che si guarda il suo cartone preferito.
“Prego entrate e scusatemi. Piacere, io sono Federico”
Piacere” dice lei. Sono incantato anche dalla voce.
Ma ormai lo sapete che mi blocco ogni volta che vedo una bella femmina che mi si para davanti.
Entra ancheggiando come Gilda....una fotocopia.
E come faccio sempre, quando guardo il culo di Gilda, i miei occhi seguono l'ondeggiare delle sue anche.
Una pertica di donna.
Va bene i tacchi, ma questa è  uno e novanta.
Ha delle gambe lunghe come la direttissima Firenze-Roma dell'alta velocità.
Gilda se ne accorge.
Si avvicina con fare minaccioso. Mi prende per la cravatta (non la metto mai e forse, visto a cosa serve in questo momento, sarebbe stato meglio non metterla), mi tira verso di lei e mi dice appiccicando la bocca all’orecchio
Attento. Sono molto gelosa.....e non scherzo. Guai a te se la tocchi senza il mio permesso” e mi da una leccata che sa di intimidatorio.
Monica sorride in silenzio.
Io la guardo. Anche lei mi guarda.
Adesso la vedo bene. È una gran figa.
Capelli lunghi fino alle spalle, viso dolce, occhi scuri, naso a patatina, bocca carnosa.
Si toglie il cappotto e la osservo bene.
Le tette sono piccole ma ben fatte e anche sode perché non ha reggiseno.
Come faccio a saperlo? Scollatura che non lascia spazio ad interpretazioni.
Fianchi stretti e quelle gambe poi …non riuscivo a toglierle gli occhi di dosso.
Maura come al solito era vestita da gran signora.
Quelle gonne che le fasciano il culo sono un must.
E le calze con la riga anche.
Allora ragazze vi va un bicchiere di Prosecco veramente buono?”
Monica dice “Bella idea”
Maura non commenta, la guarda con occhi di ghiaccio, come a redarguirla per aver aperto bocca.
Prende un bicchiere dal tavolino e me lo porge per riempirglielo.
Mangiamo qualche stuzzichino e parliamo un po'.
La voce di Monica, per quel poco che Maura le permette di parlare, è sensuale come lei
La ammiro con uno sguardo beato come uno che ha visto la Madonna.
Maura mi sveglia come al solito.
Senza farsi notare mi dice Fede, lo so che Monica è una bella ragazza, e che le stai sbavando da mezz'ora dietro, ma se son venuta con lei un motivo ci sarà.
Mi ricordo esattamente cosa avevi fatto con me quel giorno. Mi sei rimasto dentro. Ancora adesso se ci penso ho i fremiti. Me li devi far riprovare, ma a lei ci penso io. Ricordati...Lei è mia. Tu al massimo la puoi solo sfiorare. E ti dirò io come!”
E mi da un bacio sulla bocca che i fremiti li fa venire a me.
Che fare? Adesso la cosa diventa difficile.
Due donne ma una è OFF-LIMITS.
Ed io che pensavo di potermele fare tutte e due in un colpo solo.
La mia fantasia erotica preferita, come penso per tutti gli uomini.
Mi sento sotto esame. E se sbaglio l'approccio? Maura non mi ha dato nessun particolare e mi permette solo di sfiorarla.
Ma fino a che punto? Maura mi fa capire con uno sguardo che devo andare verso Monica.
Mi avvicino a  lei, che era rimasta un attimo in disparte, visto che Maura parlava con me.
È di spalle. Sta guardando fuori dalla finestra. Metto le mie mani sui suoi fianchi. Non si volta. Poi passo alle spalle e la massaggio. Sembra piacerle.
Maura approva e si appoggia dietro a me, le sue mani si posano sulla patta dei pantaloni e mi sussurra all’orecchio “Baciala fra il collo e le spalle, è molto sensibile”
Beh, con il suggeritore va meglio. Almeno non sbaglio.
Con il corpo mi appoggio al suo e la mia bocca si avvicina al collo.
Ma quanto sono fortunato, mi dico. Sono a panino in mezzo a due bellissime donne. Qualcosa però non quadra, ma non ho ancora capito cosa.
Cerco di togliermi questi pensieri.
Maura, da intraprendente qual è, mi mette le mani dentro i pantaloni, ma non arriva a toccare il membro, che è gonfio. 
Bacio Monica come mi ha detto Maura.
Le mie mani scendono dalle spalle verso le sue mani. Sento che le è venuta la pelle d’oca mentre la mia bocca continua a baciarla. Le mie mani sono sulle sue. Rimane immobile. Sembra non apprezzare, a parte la pelle d’oca.
Sono sincero. Non mi sto divertendo ma il profumo della sua pelle mi inebria.
Maura non smette di toccarmi. Anzi, apre la cerniera e fruga alla ricerca del mio membro. Non è difficile trovarlo. È talmente duro e gonfio che ha riempito i pantaloni.
Nel mentre mi sussurra di toglierle il vestito. Tiro giù la cerniera ed il vestito scivola a terra.
Non smetto di baciarla. Ora anche Maura bacia me sul collo e non smette di pasturarmi il cazzo.
Sono eccitato ma non come vorrei ed ho sempre paura di esagerare nei confronti di Monica.
Le mani di Maura si tolgono da dentro i pantaloni e sento che cercano le mani di lei.
Le mie si spostano sul ventre di Monica.
Maura con delicatezza sposta le mani di Monica dentro i pantaloni come faceva lei prima.
Le sento le sue mani. Non sono intraprendenti come quelle di Maura, ma mi danno una sensazione delicata, tutta da scoprire.
Maura ora prende le mie mani e le indirizza a cercare la parte più femminile di Monica. Sento le mutandine e le scosto per permettere alle dita di sentire il suo sesso. È umido, certo, ma non come dovrebbe esserlo. Non è un buon segno.
Le mie dita si muovono sulle grandi labbra con movimenti lenti, i più delicati possibili.  Sento una mano che si appoggia sulla mia e  indirizza le mie dita ad entrare dentro quella vulva. È la mano di Maura
Non era pronta ad accettare il trattamento imposto. Le dita non entrano libere come dovrebbero.
Mi sa che Monica non si diverte, anzi penso di averle procurato un piccolo dolore. Ho la sensazione che Maura sia l’unica a godere della situazione.
Mi sento una marionetta manipolata dalla donna che prima mi dava forti sensazioni erotiche ma ora no.
Non me lo aspettavo, ma è Monica la prima che da una svolta al momento.
Lentamente si volta verso di me e devo fare dei contorsionismi non indifferenti per tenere le dita ancora dentro. Guarda Maura. Poi mi bacia. Probabilmente le ha dato il permesso. È una marionetta anche lei.
La sua lingua si insinua in bocca. La mia lingua incontra la sua. Finalmente sento un piccolo brivido.
Mi piace ma si stacca.
Guarda di nuovo Maura. Mi toglie la mano e ci spostiamo tutt'e tre sul divano.
Mi fanno sedere e mi tolgono tutto quello che c'è da togliere.
Anche Monica si toglie l'ultimo indumento che rimaneva e resta in autoreggenti.
Si spoglia anche Maura. Fino ad un ora fa avrei dato non so che cosa per vederla così.
Ora non mi fa nessun effetto. Il cazzo è diventato barzotto
Eppure ha una Guepiere nera con una V di rete da cui si intravede il seno, bello, sodo e sotto la sua bella e depilata fighetta.
Che mi succede? Non mi eccita. Perché? Per contro mi eccita molto di più Monica, che non ha fatto niente  che non abbia deciso la signora.
Maura sul divano, vede il membro non proprio pimpante rispetto a prima.
Monica, prendiglielo in bocca e risveglialo che ho bisogno di infilarmelo”
Poi si rivolge a me, prendendomi il mento fra due dita e mi dice, muovendomi la testa a destra e sinistra, “ Cosa succede ciccino….due donne ti spaventano?”
Veramente  a spaventarmi sei tu” ho pensato. Non la conoscevo sotto questo aspetto.
Monica intanto, su ordinazione, consegna il mio cazzo un po’ ringalluzzito a Maura.
Si mette sopra di me e lo lascia scivolare dentro la sua vagina, bagnata.
È l’unica ad essere eccitata. Fa tutto lei. Si muove.
Costringe Monica a baciarla sulla bocca e le morde la lingua anche violentemente.
Sento un verso di dolore provenire dalla bocca di Monica.
Siamo in balia di una cagna in calore che nessuno dei due riesce a  controbattere.
Gli occhi di Monica sono tristi, più tristi di prima. I nostri sguardi si incontrano e sembra che si chiedano aiuto.
La  troia gode ed io non so nemmeno se ho sentito qualcosa. Ho la testa da un’altra parte.
Maura si toglie. Dice che deve andare in bagno. Non la riconosco più. Se prima la guardavo con il solito sguardo da pesce lesso adesso ho le saette che escono  dagli occhi e se potessi la brucerei.
Questa sosta mi da una possibilità di parlare con Monica.
Senti, non so come la vedi tu ma sta cosa mi sta sulle palle. Non ti sembra che ci stia usando?”
Monica abbassa lo sguardo.
Ci sta togliendo la dignità di essere liberi. Sta godendo solo lei di tutto questo”
In quel momento ritorna Maura.
Allora, che vi dite….sapete che devo darvi il permesso di parlarvi, no? Cattivi!”
Sedendosi a gambe larghe sul divano, sputa ordini ai sottoposti.
Monica, vieni qui e leccamela! Fammi godere” Monica non si sposta da dove era.
Stizzita, Maura le ordina di obbedire.
Niente. L’ordine non viene eseguito.
Il bel visino della signora, prende tutte le sfumature del rosso, dal magenta al rosso fuoco.
Monica….non mi fare arrabbiare. Vieni qui subito. Fede prendila e portala qui!”
Le sue parole sono parole dette al vento.
Nessuno di noi due si sposta.
Gli ammutinati del sesso.
“Ho detto di portarla qui”, sbotta.
Maura” le dico ”siamo stufi delle tue angherie. Non ci hai dato la possibilità di esprimerci. Tutto era concentrato su di te. Basta. Fottiti da sola. Noi non ci stiamo più”
Appena detto ciò, Monica, con aria di sfida verso Maura, mi prende il mento lo gira verso di lei e mi bacia voluttuosamente.
Poi si stacca altrettanto violentemente e dice ”Questo è per quello che mi hai detto per le scale”
Altro bacio “E questo è per quello che non ci hai fatto fare”
Ancora un bacio “ E questo è per tutte le volte che ti ho sopportato”
Maura si alza, con fare minaccioso, i capelli hanno preso i colori della Crudelia Demon della “Carica dei 101” e con la voce rotta dalla rabbia, mentre si riveste, ci dice
Non finisce qui. Me la pagherete. Con tutto quello che ho fatto per voi. Vi ho dato tutta me stessa e questa è la gratitudine che mi ridate? Specialmente tu Fede….e tu Monica…rivestiti e vieni via. Ti perdono”
No Maura. Fede mi ha aperto gli occhi. Non ne potevo più di te ma non avevo il coraggio di affrontarti. Ha ragione lui…..fottiti”
Ora non è più la Maura sicura ed arrogante di qualche istante fa….anzi sembra perfino svuotata di ogni forza.
Rincaro la dose “ Prendi i tuoi quattro stracci e non farti più vedere”
Adesso si che godo…..e senza fare sesso.
Maura, imprecando e inveendo nei nostri confronti, chiude violentemente la porta dietro di se.
Monica ed io incrociamo gli sguardi e scoppiamo in una risata liberatoria, abbracciandoci.
Poi, fermandoci un attimo, i nostri occhi incrociano gli sguardi ed in quel momento è scattato qualcosa in entrambi.
Monica si avvicina lentamente alla mia bocca e le nostre labbra si incontrano. Un bacio. Lungo, sensuale, erotico, eccitante.
Il divano ora è l’alcova che non era stata prima.
Le mie dita ora entrano nella vulva con una facilità impressionante. Si fanno strada dentro la carne morbida e bagnata. Si muovono senza trovare impedimenti. Monica si muove insieme alle mie dita.
Davanti a me, bellissima e finalmente donna. Quella che non era mai stata con Maura.
I capezzoli sono dritti e duri pronti per essere leccati. E la mia lingua ne gode, li sente mentre ci gioca.  Il mio membro non è più barzotto.
Il mio corpo è tutt’uno con quello di Monica. I movimenti  sono costanti. Il mio  cazzo finalmente entra in quell’anfratto caldo ed ormai libero da ogni inibizione.
Monica inarca la schiena, facendolo penetrare ancora di più.
Non è più la Monica di prima. La nuova è quello che volevo, voluttuosa, prorompente, sensuale.
L’intesa è forte. Ci muoviamo all’unisono, senza fretta, solo con lo scopo di rendere più eccitante possibile il momento. Lei è sopra di me di schiena. Vedo il mio membro che si muove dentro di lei.
Prendo le natiche e le allargo ancora di più. Monica aumenta il ritmo delle movenze.
Siamo entrambi al limite. Ma ho capito cosa le piace. Rallento un po’ il ritmo, anche se sento che non vuole, e le mie dita entrano insieme al mio cazzo che è già dentro.
Sento che stringe le pareti della figa e ricomincia a muoversi, con costanza ma aumentando di nuovo il ritmo.
Il respiro non è regolare. Balbetta dei versi che non capisco. Ma una cosa l’ho capita.
È il momento.
L’orgasmo arriva liberatorio. Non ce la faceva più.
Si toglie, si gira e vedo la sua bocca baciare il mio glande rosso vermiglio, grande e umido.
La vista della sua bocca  che si apre per prenderlo bene, mi fa uscire di senno e sento il calore delle guance su tutto il mio membro. La ragazza è veramente abile. Sa esattamente cosa vuole un uomo dalla bocca di una donna.
Cerco di non venire. Il momento me lo voglio godere al più lungo possibile.
Ma è difficile. Molto difficile. È talmente brava che l’orgasmo arriva presto ed è uno dei più lunghi mai provati, nella mia vita sessuale.
Finalmente ci siamo liberati del fantasma di Maura che aleggiava in quella stanza fino a poco prima.
Sfiniti, ci lasciamo andare di nuovo in una risata che ci lascia leggeri, spensierati e rimaniamo abbracciati, scambiandoci il calore del nostro corpo.
Non fu l’unica volta in cui ci vedemmo, ma siamo rimasti sempre e solo amici.
Abbiamo fatto molte volte sesso insieme. E lo abbiamo fatto sempre bene, con trasporto, con intensità, con passione. Ma, come tutte le cose belle si sa che prima o poi finiscono, finì anche la nostra storia.
Monica un giorno mi disse che aveva incontrato un uomo di cui si era innamorata.
Dissi che faceva bene a prendere quella strada, se sentiva che era quella giusta.
L’ultimo bacio fu quello che ricordo meglio. Alla fine mi disse che se non fosse stato per me, sarebbe caduta nel baratro della depressione, tanto Maura l’aveva resa schiava.
Non l’ho più incontrata, ma il ricordo della rivolta di quella sera è rimasto vivo.
Per la cronaca, Maura ritornò sia da me che da lei, cercando un rappacificamento, ma nessuno dei due diede la soddisfazione di concederle un benché minimo perdono.
Sì, era solo sesso. Sesso per gioco.
Ma con il rispetto no…con il rispetto non si gioca!!


2 commenti:

Giuliano ha detto...

...i racconti hard scritti dagli uomini..quasi spesso..alla fine dichiarano l'amarezza e la tristezza che accompagna sempre le storie di solo sesso..una tristezza che solo gli uomini con sentimenti più profondi della "massa" possono capire..molto bravo..complimenti.

Unknown ha detto...

Grazie Giuliano dei complimenti molto graditi. Io sono della stessa idea.