Da oggi iniziano le pubblicazioni di una nuova serie di episodi brevi e senza personaggi fissi che hanno però un oggetto comune e ricorrente: l' autostop!
Concepito dalla misteriosa e affascinante Letizia Amore questa serie comparirà ogni tanto in mezzo a storie più lunghe e complesse opera di Letizia e di altri autori.
Donato
Ho sempre preferito le vacanze del tipo zaino in spalla, sacco a pelo e autostop, naturalmente non è certo il modo più comodo e sicuro di viaggiare, ma sicuramente quello più avventuroso, ricco di sorprese e piacevoli incontri.
Era luglio, l'asfalto bollente faceva
tremare l'orizzonte, il classico effetto miraggio, con quel caldo, avevo
percorso da Tarvisio, a Chiusaforte, volevo raggiungere Napoli, ma non volevo
certo farmi novecento chilometri a piedi. Seduto su un paracarro, lo zaino
appoggiato a terra e il cartello con la mia destinazione ideale, poggiato sulle
gambe. Le macchine mi sfrecciavano davanti senza rallentare, quasi fossi
trasparente, un fantasma. Dopo un paio d'ore d'attesa, si erano ormai fatte
quasi le otto, mentre mi apprestavo sconsolato a riprendere la faticosa marcia,
approfittando del fresco venticello serale. Si fermò una macchina, mi
avvicinai, era una coppia di circa quarant'anni, forse lui un po' più vecchio,
lei era veramente una bella donna. Un viso angelico, labbra rosse a cuore,
occhi verdi, incorniciato da lunghi capelli rossi, mi colpì il suo sorriso, uno
sguardo decisamente penetrante e malizioso. Erano diretti a Palermo, un vero
colpo di fortuna, pensai, avrei potuto fare tutto il tragitto con loro, misero
il mio zaino nel bagagliaio e partimmo. Erano austriaci, viennesi e Markus,
stava già guidando da più di cinque ore, Barbara, parlava un ottimo italiano e
il viaggio, grazie a lei, era molto piacevole, ci fermammo poco dopo aver
passato Bologna. Era mezzanotte e Markus, fece cambio di posto con me, aveva
bisogno di riposo, si sdraiò sul sedile posteriore e si mise a dormire. Ora
seduto di fianco a Barbara, che si era messa alla guida, potei apprezzare tutta
la sua bellezza, l'occhio mi cadde inevitabilmente sul decoltè, indossava una
maglietta molto fine, tipo canottiera, nera, con la stampa dei Rolling Stones,
dalla profonda scollatura potevo vedere chiaramente che non indossava il
reggiseno, ciononostante, il suo seno, una terza, minuta, era soda, marmorea,
da far invidia ad una ventenne. Si accorse del mio sguardo e rispose
sorridente, inevitabilmente il mio sguardo scivolò sulle cosce, sode, lisce,
candide come solo la pelle di una rossa naturale può essere. Ero incantato
dalla sua bellezza, dalla sua voce, dal suo profumo,
-:Ti piaccio? Anche tu sei un bel ragazzo
sai!?
sorrisi, probabilmente arrossii, perché lei
ridette sommessamente, il marito stava dormendo sul sedile dietro di noi.
Bloccato, intimorito dalla situazione la guardai negli occhi,
-:Ti piaccio veramente? Non sono troppo
grande?
ci stava provando o mi stava prendendo in
giro!? Entrò in un parcheggio, eravamo nei pressi di Firenze, si girò verso di
me, fissandomi maliziosamente,
-:Ho voglia di far l'amore, Italiener
sind große Liebhaber!
guardai il marito che dormiva sul sedile
posteriore,
Non preoccuparti, quando
dorme è come un... un... bär... orso!?
le sorrisi e la mia mano scivolò rapida tra
le sue cosce,
-:Ja, so kleines italienisches Schwein!
era già eccitatissima, dimenticò che non ero
austriaco e che non parlavo tedesco, ma in certi momenti non serve parlare, la
sua figa era fradicia. Mise la mano sul mio cazzo e abbassata la zip dei
pantaloni, mi ha tirato fuori il cazzo, si è piegata e l'ha preso golosamente
in bocca,
-:Wunderbar ein großer italienischer
schwanz!
che cazzo stava dicendo proprio non lo
capivo allora, ma andava bene, con la bocca ci sapeva fare la troia. Le poggiai
la mano sulla testa e le spinsi il cazzo in gola prepotentemente, si alzò,
prese dal bagagliaio una coperta e mi trascinò letteralmente dietro le siepi,
-:Dammelo, scopami, ho voglia di cazzo!
Ora!
un tono perentorio, ma la voce rauca di una
troia eccitata, ma queste sono solo divagazioni sul tema, non mi son fatto
pregare, le ho allargato le cosce, le ho strappato via il perizoma, ed ho
iniziato a leccarle la figa. Gemeva come una pazza, non avevo mai trovato una
femmina così calda. Quando le ho spinto il cazzo nella figa, sembrava una
fornace, fradicia di umori, il mio cazzo scivolò dentro tutto di colpo, ma la
sua vagina era bollente, un caldo umido incredibile, che avvolse il mio scettro
con bramosia. Un'esperienza unica, certo ero giovane e non molto esperto, però
una donna così è rara, dopo pochi colpi, già cominciava a godere, pensai che
doveva essere in astinenza e quando gridò, un urlo pazzesco, che annunciava
l'orgasmo, mi ricordai del marito, che avevamo lasciato addormentato in
macchina. Le tappai la bocca, mentre dalla sua figa, un getto caldo inondò il
mio cazzo. La feci girare, io non ero ancora venuto, ricominciai a scoparla
così, come un cane in calore, monta una cagna, che culo fantastico, mentre la
sua figa, divorava il mio cazzo duro, guardai quelle due mele sode, erano
veramente invitanti, un culo che gridava, scopami tutta. Mi fermai, ricominciai
a leccarle la figa, impedendole di cambiare posizione, ogni tanto con la lingua
saggiavo anche il buchino stretto del suo culo. Mi sollevai, strusciai il cazzo
fra le sue chiappe sode,
-:Nein, ich habe es nie in den Arsch
getan, es tut weh! Ich will nicht!
che cazzo stava dicendo!? La afferrai
saldamente sui fianchi e glielo spinsi tutto nel culo! Era strettissimo, urlò,
forse aveva detto che lì era vergine, poco male, ormai glielo avevo rotto,
tanto valeva spanarglielo per bene,
-:Toglilo, mi fai male è troppo grosso,
schmutziges Arschloch!
-:Vuoi che mi fermo?
gli rispondo, sebbene nel frattempo, assesto
due poderosi affondi di cazzo, da farla sobbalzare,
-:Scopami vigliacco, sfondami il culo!
già, ormai rotto, tanto vale approfittarne
dico io, e riprendo, in verità non mi ero mai fermato, a scoparla in culo
rudemente. Il suo sfintere si contraeva ritmicamente, calzava attorno al mio
cazzo duro come un guanto, caldo e morbido, sentii che si stava rilassando, i
gemiti di dolore assunsero la forma di rauchi, prepotenti ruggiti di piacere,
il mio duro scettro scivolava sempre più facilmente in quel buco accogliente.
Era mia, allungai una mano sotto il suo ventre e trovai il clitoride duro, la
figa fradicia, cominciai a masturbarla brutalmente, pizzicando il clitoride
crudelmente. La troia, mostrò di gradire la mia prepotenza, ululò come una
lupa, questa volta temevo proprio che Markus, si sarebbe svegliato, ma ormai
non mi interessava piu, volevo solo godermi quel culo caldo e stretto. Barbara,
godeva come una cagna in calore,
-:Guter italienischer Liebhaber, schieb
deinen ganzen Schwanz in meinen Arsch! Sfondami il culo, porco italiano,
scopami!
ero al limite, ormai prossimo a venire, se
ne accorse e mi fermò,
-:Sborra nella mia bocca!
cos'avrei dovuto fare, gli puntai il cazzo
tra quelle labbra stupende e sborrai nella sua bocca, golosa ingoiò tutto
leccandosi le labbra. Leccò la cappella, abboccò il cazzo, succhiando avida,
spremendolo insaziabile. Soddisfatta, sebbene non paga di desiderio, si
ricompose, dovevamo ripartire, quel piacevole intermezzo era finito. Passata
Roma, svegliò Markus, per farsi dare il cambio, lei aveva voluto sedersi
dietro, per tenermi compagnia e parlare della Sicilia, con la scusa che Markus,
suo marito non parlava italiano, in realtà, non voleva assolutamente parlare
del viaggio. Conoscendo bene il suo compagno, che non
staccava mai lo sguardo
dalla strada, ne approfittò per riprendere in mano il mio cazzo, le misi una
mano tra le cosce, non aveva messo lo slip, la sua figa era bollente. Eravamo
quasi a Napoli, Markus, si fermò allAutogrill di Teano, erano circa le sette e
voleva fare colazione, fuori dal bar, c'era una folla incredibile, nel
parcheggio, cinque pullmann di tipo turistico, Barbara, chiese al marito di
portarle il caffè in macchina. Appena si allontanò, su piegò su di me, tirò
fuori il mio cazzo e lo prese in bocca,
-:Scopami ancora!
esclamò risoluta, già, ma dove? Inutile perdere
tempo, scendemmo dalla macchina, l'unico posto possibile era dietro le siepi a
bordo parcheggio. Si sollevò la gonna e sedendosi sull'erba allargò le gambe,
la scopai selvaggiamente, bella, soda, la figa bollente mi risucchiata il
cazzo, come fosse una ventosa, non avevamo, molto tempo, ma lo sfruttammo
tutto. Pochi minuti,
intensi, triviali, esplose in un orgasmo che
travolse anche me e le sborrai dentro, Barbara, era una vera piovra, mi succhiò
ancora il cazzo, spremendolo sino all'ultima goccia di sborra. Ci risistemammo,
tornando alla macchina, incontrammo Markus, con i nostri caffè in mano, lei si
giustificò, dicendo che era dovuta andare in bagno. Ripartimmo, purtroppo il
mio viaggio con loro, stava per finire. A Napoli, Barbara, mi lasciò il suo
numero di telefono,
-:Se vuoi raggiungerci in Sicilia, sarai
mio ospite! Se vuoi vedere Vienna, vieni quando vuoi!
3 commenti:
Carino non male
Bel racconto, veloce e ben scritto
Bel racconto, veloce e ben scritto
Posta un commento