martedì 28 luglio 2020

STORIE BREVI - L'AMICA DELLA MAMMA



Anche questa settimana presentiamo ua nuova serie nata dall'inesauribile fantasia della splendida Letizia Amore.
Trattasi di una serie di storie brevi (ma neanche tanto..) con i più svariati personaggi e le più svariate situazioni.
Sono certo che dopo la lettura tutti avranno fantasie non solo sulla nostra Tippy, ma anche su Letizia!

Donato 




La vedevo tutti i giorni, aveva l'eta di mia madre, quarantadue anni, ma fisicamente poteva essere tranquillamente mia sorella. Alta, slanciata, ogni giorno la ammiravo dalla finestra di camera mia, tutti i pomeriggi, con un body fucsia, leggings azzurri e i capelli legati, si metteva nella sua camera da letto, che restava proprio in faccia alla mia, con la finestra aperta a fare ginnastica, flessioni, addominali, piegamenti. Restavo lì incantato da quelle forme piene e mature. L'avevo notata per la prima volta, quasi un mese prima, per caso e lei quando notò che la stavo guardando, mi salutò sorridendo, era diventata la mia ossessione. Era amica di mia madre e sebbene l'avessi già incontrata, a volte veniva a casa mia, per chiacchierare con lei, prima di allora, non l'avevo mai guardata in quel modo. Il suo seno, non vistoso ma pieno, il suo fondoschiena, splendido, alto, tonico, le gambe lunghe e snelle, nel quotidiano era sempre impeccabile, ma nell'intimità della sua camera, quando faceva ginnastica, ai miei occhi si trasformava in una dea. Quel giorno la incontrai sotto casa, indossava un tailleur bianco, con il pantalone, i miei occhi caddero sulle forme sode del suo fondoschiena, deglutii a secco, non potevo farmi scoprire, se lo avesse detto a mia madre che figura ci avrei fatto!? Dovevo stare calmo, Gloria, stava rientrando a casa con le borse della spesa e la mia, fu un'offerta sincera, non avevo doppi fini, mi offrii di portarle la spesa sino in casa. Sull'ascensore, un vecchio modello, con le porte in legno, di quelli che sembrano delle cabine telefoniche. Lei stava davanti a me, il suo profumo intenso, mi faceva girare la testa, il suo fondoschiena a pochi centimetri dalle mie mani, erano una tentazione incredibie. Per fortuna eravamo arrivati al piano e uscendo dall'ascensore tirai un sospiro di sollievo. Se ne accorse, sebbene capii che non voleva mettermi in imbarazzo, mi sorrise, entrando in casa sua, sentivo un imbarazzante rigonfiamento tra le gambe, nonostante la sua età e l'amicizia con mia madre, la vedevo come una donna incredibilmente desiderabile. La aiutai a mettere la spesa a posto, come avrebbe fatto un figlio con sua madre, mi chiese se volevo un caffè e mi fece accomodare in salotto,

-:Se non ti dispiace, prima vado a cambiarmi, non vorrei sporcare il tailleur!:-

disse allontanandosi in direzione della camera da letto. Non sapevo che fare, l'imbarazzo mi tagliava le gambe, mi alzai nervosamente, volevo scappare, ma non potevo essere maleducato, come un automa le mie gambe mi condussero verso la sua camera. Cosa stavo facendo!? Mi bloccai, poi troppo eccitato mi avvicinai alla porta, era socchiusa, di sicuro non pensava che l'avrei spiata, o lo aveva fatta apposta!? Guardai dentro, aveva addosso il solo perizoma, che donna, pensai, il suo culo, praticamente nudo era sodo come quello di una ventenne, nello specchio potevo anche vedere il suo seno pieno, sodo, alto, i capezzoli grossi e scuri, il mio cazzo pulsava ritmicamente e quasi mi faceva male, da tanto che stava stretto dentro il jeans. Prese una leggera vestaglia bianca, dovevo tornare in salotto, cercando di non fare rumore, riconquistai appena in tempo la mia posizione. Quando tornò, avevo il fiato corto, paonazzo in viso e non riuscivo a guardarla, mi offrì un Bailey e ci mettemmo a chiacchierare come due vecchi amici. Mentre parlavamo i miei occhi scorrevano arditi il suo corpo, era di una bellezza mozzafiato, il suo seno alto sodo, sembrava voler esplodere, intravedevo i capezzoli duri, che spuntavano impertinenti sotto il leggero tessuto, la corta vestaglia, celava a malapena le sue cosce vellutate e di quando in quando, mi regalava scorci mozzafiato del suo perizoma. Verso mezzogiorno ci salutammo, si avvicinò e mi baciò sulla guancia, stringendomi a se, i suoi capezzoli strusciarono impertinenti sul mio petto e temetti si accorgesse della mia erezione,

-: Sei un bravo ragazzo, molto intelligente, sono stata bene con te, vieni a trovarmi ogni tanto, sempre che per te, io non sia troppo vecchia!:-

troppo vecchia!? Stava scherzando, una donna così bella e sexy, non sarà mai troppo vecchia. Tornato a casa, mi barricati in camera mia, dovevo sfogarmi o impazzivo, passai davanti alla finestra, era lì, in camera sua, nuda, si girò, come se avesse sentito i miei occhi accarezzare la sua pelle. Avevo il cazzo in mano, ma per fortuna, lei non poteva vederlo, mi fece cenno con la mano, come se dovesse, "cosa guardi birichino" quindi chiuse le tende. Ero troppo eccitato e quasi senza masturbarmi, schizzai il mio piacere sul pavimento. A cena, mia madre mi disse che Gloria, nel pomeriggio l'aveva chiamata e le aveva detto ciò che avevo fatto, "sono morto" pensai tra me e me, cercando nei meandri della mente una scusa plausibile,

-:Sono contenta, sei proprio un bravo ragazzo, mi ha chiesto di dirti che se vuoi, domani ha bisogno di te, per dei lavoretti!:-

la mia vita mi era passata davanti in un baleno, tirai un sospiro di sollievo, certo, ci andavo volentieri, anche se sapevo, mi avrebbe sgridato, per averla spiata dalla finestra, mentre era nuda. Il giorno dopo, andai da lei molto presto, come si dice, via il dente, via il dolore, meglio affrontare subito la cosa, anche se avevo paura di non aver più la possibilità di vederla. Mi aprì con una corta camicia da notte trasparente, non aveva lo sguardo sorpreso,

-:Ciao Marco, sei già qui? Ma che ore sono?:-

sotto la camicia da notte, era nuda, divorai il suo corpo, con lo sguardo, sul pube, un ciuffo ben curato di ricci peli scuri, deglutii vistosamente,

-:Scusa, mi sono svegliata da poco, ma tanto non è niente che tu non abbia già visto, no!?:-

mi disse sorridendo maliziosamente, quindi si scusò e disse che andava a mettersi comoda, la seguii con lo sguardo, era bellissima. Poco dopo tornò, indossava la vestaglia del giorno prima, ma decisamente più sbottonata, potevo vedere l'attaccatura dei suoi seni e mentre camminava, vedere anche il suo bel pelo riccio, non si era messa gli slip. Si sedette sensualmente davanti a me ed accavallò le gambe, sentivo il cuore battermi in gola, le mani mi tremavano. Gloria era a suo agio, non mostrava alcun segno di imbarazzo, cominciò a parlare,

-:Scusa, non è vero che devo farti fare dei lavoretti, volevo solo parlare con te, di quello che è successo ieri, ma non ti preoccupare, non dirò nulla a tua mamma!:-

ero più tranquillo, ma la situazione mi metteva molta ansia, non potevo dimenticare che sotto la vestaglietta, quella splendida donna era completamente nuda,

-:Ti rendi conto che sono vecchia!? Ho l'età di tua madre, te me rendi conto?:-

ero sempre più teso, il mio basso ventre, non rispondeva più alle mie richieste di star calmo, balbettando cercai di articolare una risposta sensata,

-:Gloria, co... cosa stai dicendo... io... bèh... io... tu... tu sei bellissima!:-

-:Ti piace davvero ciò che vedi?:-

mi domandò, alzandosi facendo cadere la vestaglia sul pavimento. Non credevo ai miei occhi, si era spogliata completamente davanti me, la mia espressione doveva essere più che eloquente, perché sorrise maliziosa e mi carezzò il viso,

-:Scusa, ti ho messo in imbarazzo, vado a vestirmi!:-

-:No, no... non farlo, sei bellissima, resta così, ti prego, sei una donna meravigliosa!:-

mi sorrise ancora e abbassandosi, avevo il suo seno a pochi centimetri dalla faccia, mi baciò teneramente sulle labbra, ringraziandomi. Non sapevo cosa fare, stava giocando con me, come il gatto con il topo!? Volevo baciarla, carezzarla, la volevo, ma ero come pietrificato.

-:Ti piaccio davvero? Vuoi toccarmi?:-

disse, prendendomi una mano portandosela sul seno. I suoi capezzoli erano duri come marmo, il suo seno, caldo, morbido, sudavo freddo, deglutii, mentre lei, ancor più esplicitamente, posò una mano tra le mie gambe. Si sedette di traverso sul divano, una gamba sollevata, l'altra poggiata sul pavimento, con le cosce aperte, offriva al mio sguardo avido, la fessura umida ed accogliente del suo sesso caldo, incredulo, rimanevo immobile come una statua di cera,

-:Puoi toccarla se vuoi, puoi anche baciarla, è pulita e profumata!:-

non me lo feci ripetere, non desideravo altro, mi abbassai e un po' impacciato, cominciai a leccarle la fessura. Quel profumo, quel sapore intenso, il sapore del suo desiderio, mi inebriò, come in trance, continuavo a leccare, spingendo la lingua più a fondo che potevo. Sebbene la mia conoscenza del sesso, fosse solo teorica, sapevo l'importanza del clitoride e mi accanii con la punta della lingua, su quel bottoncino magico. Quasi senza rendermene conto, era la prima volta che vedevo e leccavo una figa, mi sborrai nei jeans, arrossii, vergognandomi come un ladro. Gloria, mi prese la la testa fra le mani, mi baciò, sentii la sua lingua, frugare nella mia bocca, alla ricerca della mia. Posò nuovamente la mano tra le mie cosce e li sbottonò,

-:Succede, non ti preoccupare, ora ci penso io, sdraiati!:-

la sua voce, era calda, rassicurante, lentamente mi sfilò il jeans, chiusi gli occhi, era un sogno, sentii la sua lingua, le sue labbra avviluppare il mio cazzo, che come per magia, tornò duro,

-:Ti piace? Il tuo cazzo ha un sapore unico!:-

stavo già per sborrare nuovamente, cercai di fermarla, volevo scoparla, non mi bastava un pompino, volevo la sua splendida figa,

-:Vienimi in bocca, ti prego, dammi la tua sborra!:-

non potevo dirle di no, oltretutto era tardi, esplosi tra le sue labbra, mentre lei continuava a succhiare avidamente, sentii le forze, venirmi meno, ma la sua abile lingua, riuscì a mantenere eretto il mio cazzo giovane e vigoroso. Si sdraiò, mi tirò a se, il mio cazzo, strusciava sui peli ricci della sua figa, avevo il fiato corto, mi baciò, questa volta mi lasciai andare e cominciai a giocare con la lingua contro la sua. La sua mano toccò il mio cazzo, lo guidò dolcemente e sentii il caldo umido della sua figa fradicia, avvolgerlo, con le mani guidava i miei fianchi, insegnandomi il ritmo dell'amore, muoveva il bacino, assecondando i miei movimenti, che ora si facevano più decisi. Gloria, cominciò ad ansimare pesantemente, stavo facendo godere una donna meravigliosa, mi sentivo uomo, aumentati il ritmo, fortunatamente, lei mi aveva fatto godere poco prima con la bocca, altrimenti sarei capitolato rovinosamente. Mi cinse le gambe dietro la schiena tirandomi a se e mi baciò con veemenza. Ero felice, immobile dentro di lei, gogevo delle contraddizioni della sua vagina sempre più ricca di umori, vedevo nei suoi occhi una luce incredibile, un'espressione paradisiaca, mi prese la testa fra le mani, il respiro corto,

-:Mettimelo nel culo!:-

sgranai gli occhi, davvero voleva che glielo mettessi in quel culo fantastico!? Mi sollevai un attimo, per capire e lei ne approfitto per girarsi alla pecorina,

-:Sbattimelo tutto dentro, inculami tutta, fammi godere come una troia!:-

anche mia madre si faceva inculare da papà!? Il dubbio mi sfiorò, ma alla vista di Gloria, alla pecorina, che si allargava le chiappe, mostrandomi la rosa pulsante del suo culo, non pensai ad altro, un po' goffamente puntai la turgida cappella sul buchino e con forza, glielo spinsi tutto nel culo. Gemette, ed io ebbi paura di aver sbagliato, di averle fatto male,

-:Si, così, sfondami, sbattimento tutto nel culo, sbattimi come una troia!:-

no, non avevo sbagliato, cominciai a spingere con forza, tutto, tutto nel suo bel culo sodo, la scopavo con irruenza, quel buco caldo, si contraeva ritmicamente, aumentando la sensazione paradisiaca che provavo. La sentii godere ancora, si lasciò andare a gemiti di piacere intensi, seguiti da spasmi anali incredibili, ormai allo stremo le sborrai nel culo, crollò sul divano rantolando, ed io dietro di lei. Si girò, mi baciò con ardore, mi strinse così forte che quasi soffocavo, quindi scivolò non ginocchio e guardandomi negli occhi, cominciò a succhiarmi nuovamente il cazzo, con bramosia. La guardai inebetito, non riuscivo ancora a crederci, Gloria, era bellissima, la sua espressione Angelica, e allo stesso tempo lasciva, mi mandava in estasi. Le posi una mano sulla testa, giocando con i suoi ricci fra le dita e mentre il mio cazzo, sostenuto dall'adolescenziale resistenza, tornava duro tra le sue labbra, le spinsi la testa, perché lo ingoiasse tutto. Non si fece pregare, lo ingoiò sino a lambir il pube con le labbra, la volevo, la volevo ancora, ma non avevo la forza di fermarla,

-:Vieni, tesoro, leccami la figa, fammi godere anche tu!:-

esclamò, fermandosi prima che le sborrassi in bocca. Si sdraiò sul tappeto, allargando le cosce per offrirmi la sua calda natura fradicia e vogliosa, come un bimbo dinnanzi ad un piatto di cioccolatini, mi tuffai in quel nido profumato d'amore. Più leccavo, più l'acre sapore del suo piacere inebriava i miei sensi. Le sollevai le gambe, la rosa larga ed arrosats del suo bel culo, pulsava vogliosa, ormai lanciato in quell'amplesso scatenato, cominciai a leccarlo, spingendo la lingua più che potevo. La sua figa colava, ed il suo sapore si mischiò a quello della mia sborra nel suo culo, quel sapore acre, il sapore del nostro amore, non resistevo più, mi sollevai, baciandole il ventre, scivolando sensualmente sulla sua pelle, sul seno, mordicchiai e laccai avidamente i suoi capezzoli. La punta turgida del mio cazzo, strusciava, lambendo le labbra gonfie della sua figa, facendola ansimare vogliosamente. Le baciai il collo e mi spinsi deciso dentro di lei. Sospirò un languido si e mi strinse a se con forza, sebbene senza esperienza, mi detti da fare, penetrandola con ruvida passione, le piaceva, la sentivo sempre più calda, lasciva e passionale, le sollevai le gambe per penetrarla con più forza, per spingerglielo più dentro che potevo. Stavo per venire, mi fermai di scatto, ignorando bellamente le sue lamentele, la feci girare a pecorina, il suo culo era bellissimo, sodo e liscio come una pesca matura, cominciai a leccarle avidamente la rosa fremente del culo, ben presto Gloria, cominciò a pretendere che glielo sbattessi nel culo, ma non volevo godere subito, non potevo perdermi in quel momento, poco esperto, avrei finito con lo sborrare dopo un paio di affondi. Non sapevo assolutamente come farla stare zitta, ad un tratto le mollai uno sculaccione, non forte, un buffetto sul culo,

-:Mascalzone, sculacciami, sculaccia la tua troia!:-

rispose, immediatamente allo schiaffo, restai interdetto, ma subito le mollai un altra pacca sul bel culo sodo, suonò secco, nel silenzio della stanza, così come il suo urletti, gliene mollai un altro e un altro ancora, tre, quattro, sempre più secchi e sonori,

-:Ah! Si, così, sculacciami forte, sculaccia questa puttana!:-

non capivo, ma era eccitante, la sculacciami ancora, forte, le sue belle chiappe sode, candide e vellutate come pesche, si arrossarono. Non riuscii a trattenermi oltre e allargandole rudemente quelle belle rotondità, la penetrai con forza, urlò, ruggendo di piacere, la sculacciai, spingendo con foga il mio cazzo duro tutto dentro sino in fondo, gemeva, si agitava come un'ossessa e io continuavo a scoparla sempre più rudemente. Ma nonostante tutte le mie buone intenzioni, non riuscii a trattenermi, pochi minuti dopo le sborrai copiosamente nel culo ruggendo, Gloria si lasciò andare, crollando sul tappeto esausta. Mi accasciai, spossato al suo fianco, continuando a carezzarla teneramente, felice ed ancora incredulo di quanto successo. Restammo così, nudi, abbracciati sul tappeto, guardandoci negli occhi, le mie mani scorrevano ancora vogliose sul suo corpo che reagiva con flebili tremori, lei ansimava e gemeva. Spossato, avevo ancora voglia di lei, del calore del suo corpo, il profumo del nostro amore, mi riempiva le narici, la sua pelle di seta, sudata, vibrava e mi sentivo in paradiso. Ero diventato uomo e lei era la mia donna.













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