martedì 15 settembre 2020

GENNY- PARTE 14



Proseguono le porno avventure di Genny scritte dalla diabolica Noemi Conte.
Ancora poche puntate a saremo arrivati alla fine dell’odissea sessuale della povera Genny.
Cosa dovrà subire oggi?

Donato



Il piacere mi stava facendo dimenticare che stavo impersonando la moglie pudica e per un pelo, quando me lo sfilai dal sedere non mi tuffai a pulirlo come mi avevano abituato a fare.
Rientrai subito nei panni della mogliettina pudica:
“Alex vado in bagno, mi vergogno tanto, abbiamo fatto cose un po’ sporche”
“ma che dici Genny sei stata meravigliosa, ti voglio sempre così”
Rispose con la voce impastata dall’orgasmo appena provato.
Mentre andavo in bagno con la mano dietro il sedere per raccogliere il seme di mio marito che iniziava a uscire, sentii la porta di Gastone che si chiudeva, sicuramente per masturbarsi a causa dello spettacolo sconcio che gli avevo offerto.
Mi sentivo, sporca, troia, bugiarda e……felice!!
La mia felicità però, fu di breve durata perché mentre mi asciugavo mi venne in mente il telefono!!!
Corsi in cucina e lo trovai pieno di messaggi (che rischio avevo corso…..)
C’erano messaggi dei ragazzi un po’ spaventati dal mio svenimento che chiedevano come stavo; Rocco mi mandava una foto del suo bell’uccellone scuro piantato nel mio sedere con la vista sullo sfondo del membro enorme di Artemio tutto nella mia povera fichetta.
Quella foto mi procurò degli spasmi al basso ventre, oramai non avevo paura più di niente, loro mi facevano comportare da troia ma io lo ero diventata ancora di più di quanto loro pensassero.
Non c’era stata cosa per quanto umiliante e degradante che mi avessero costretto a fare o a subire che non fosse terminata con un mio orgasmo.
Nel momento in cui vidi che c’erano dei messaggi di Artemio capii che li stavo aspettando con ansia anzi, ormai non desideravo altro che obbedire e già solo quello mi faceva godere.
“Ciao prof, ho saputo che i cazzi ti hanno dato alla testa-
“Domattina alle 11 hai appuntamento con Vincenzo e tre suoi amici hai quali ti ho venduta per 100€ a testa, che dovrai riscuotere e darmi quando verrò alle tre per incularti”
Incularmi? L’idea mi faceva veramente paura, ma la contrazione che sentii tra le gambe a leggere quella parola, fu inequivocabile: lo volevo nel culo quell’uccello spaventoso a costo di urlare dal dolore volevo essere sodomizzata brutalmente da quell’affare.
La Genny di due settimane prima non esisteva più.
Ero la sua puttana, mi pagavano per essere il loro oggetto, perché la cosa mi piaceva invece di inorridirmi?
“mi raccomando fattelo mettere nel culo in abbondanza così ti prepari…….e poi torni su a casa e ti metti l’oggetto che ti abbiamo dato e non lo togli finchè non arrivo”
“dimenticavo…….TROIA!!!!”
Una serie di messaggi che se prima mi avrebbero gettato in uno stato di terrore adesso avevano soltanto riacceso la voglia in me….ero malata, avevo avuto non so quanti orgasmi e adesso dopo due o tre ore di sonno ero stata inculata e nonostante l’orgasmo bellissimo non ero sazia.
Il giorno dopo avrei fatto tutto quello che volevano anzi…….mi era venuta un’idea.
Andai in camera e vidi che nel frattempo Alex era già andato in bagno e dormiva profondamente, povero caro, quanti cazzi avevo preso e ne avrei presi a sua insaputa.
Uscii di casa chiudendo silenziosamente la porta e, solo con la vestaglina addosso il telefono, le chiavi e nient’altro, mi avviai giù per le scale.
La pelle mi bruciava come un’adolescente alla scoperta del sesso, presa da una smania improvvisa, decisi di scendere le scale al buio e di scoprirmi sia il sedere che le tettone che mi avevano procurato tanto imbarazzo e di cui invece adesso andavo fiera.
Feci la mia discesa verso il garage al buio completo con i brividi di paura perché era veramente buio, ma avevo scoperto che la paura non faceva altro che aumentare il lago che sentivo tra le gambe.
Erano quasi le tre di notte quindi il rischio di incontrare qualcuno era bassissimo ma la possibilità che ciò avvenisse mi dava una scarica di adrenalina.
Quando fui dentro il mio garage accesi la luce e lo specchio mi rimandò un immagine incredibile:
il culo sporgente ai limiti del ridicolo, le mammelle spropositate che finalmente mi parevano bellissime ed il viso paonazzo e trasfigurato di una donna in balia dei suoi sensi.
Cercai tra le borse degli acquisti del giorno prima e finalmente trovai quello che cercavo: il numero di telefono del padrone di quell’uccello nero meraviglioso.
Non era solo la voglia di un altro uccello, era l’unico che era solo mio che nessuno di loro sapeva che esistesse, rappresentava il mio primo passo verso l’indipendenza…..oltre ad essere un cazzo con un odore che ancora mi dava i capogiri solo a pensarci.
Tirai fuori il telefonino e scrissi un sms:
“succhiarle l’uccello al buio mi ha stravolta, sono una donna senza vergogna lo so, ma vorrei tanto rivederla, l’aspetterò alle 9 domattina dove è successo…….sarò senza mutande a sua completa disposizione”
Scrivere quella cosa sfrontatissima mi fece tremare le gambe e fremere tutta, vidi in dirette i miei capezzoli aumentare di volume, erano impressionanti.
Uscii dal garage sempre con quell’abbigliamento osceno e iniziai la nuova traversata al buio, mi stavo abituando e non mi faceva neanche più tanta paura finchè la luce accesa improvvisamente mi fece fare un salto e un urlo e l’avvocato del quarto piano si spaventò quasi quanto me, ma quello che vide fece mutare la sua espressione in maniera quasi comica.
Io mi sentivo la più troia del mondo pronta a farmi scopare da tutti senza paura, ma poi in quella situazione ripiombai nella casalinga inesperta e vergognosa e balbettai qualcosa di incomprensibile cercando di giustificarmi ma niente che avesse un senso:
“io…..la luce…..garage……io…”
Lui barcollava doveva essere parecchio brillo ed era, adesso mi tornava in mente, uno dei tanti che mi spogliavano con gli occhi e mi avevano messo sempre in un imbarazzo terribile.
Di colpo il coraggio mi tornò e capii che ero io che comandavo e questo era un altro uomo che poteva essere in mio potere senza che i miei padroni lo sapessero.
Mi avvicinai a lui ancheggiando vistosamente e vidi sul suo volto che non credeva ai suoi occhi e quando lo raggiunsi gli appoggiai i capezzoli sul petto e mentre gli prendevo le mani poggiandomele sulle mie natiche fresche, mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai:
“mi ha scoperto, sono stata un po’ birichina, posso fare qualcosa per convincerla che questo rimanga il nostro piccolo segreto?”
Nel frattempo la luce che aveva un timer si spense di nuovo e lui non rispose ma le sue mani mi artigliarono le mele con una forza spaventosa e poi si abbassò a leccarmi e mordicchiarmi un capezzolo.
Io iniziai a gemere e lui tra una succhiata e l’altra sospirò:
“signora Genny, quanto ho sognato queste tette!!”
Poi mi baciò, con passione, sapeva di alcool, ma mi piacque moltissimo, una mano abbandonò la natica e scese tra le gambe dove trovò tutta la mia eccitazione
“se avessi saputo prima quanto era troia……”
“adesso lo sa…..e io mi occuperò di lei quando ha bisogno”
“si Genny quella bocca meravigliosa non sa quante volte l’ho immaginata sulla mia cappella”
Non risposi ma mi inginocchiai sul pavimento duro (eravamo nel centro dell’androne dei garage) e gli sbottonai i pantaloni.
Quello che sentii con la mano fu un uccello notevolissimo tipo quello di Rocco ma con una cappella enorme quasi ridicola.
(Ma solo mio marito ce l’aveva normale???!!!)
Lo presi in bocca a fatica quel fungo ma era bellissimo, lo leccai con passione mentre lui sbuffava come un mantice.
L’esperienza acquisita col mio training accelerato mi fece capire che stava già per venire, probabilmente anche a causa dell’alcool ingerito.
Mi staccai un attimo per farlo riprendere ma poi quello che gli dissi gli dette il colpo di grazia:
“adesso le permetterò di venirmi in bocca ma solo se mi promette che domattina alle 10 scende giù da me e me e me lo mette nel culo”
Finito di parlare mi fiondai su quel fungone che immediatamente mi eruttò la sua crema saporita che io da pompinara incallita qual’ero diventata inghiottii voracemente riuscendo anche ad avere un piccolo orgasmo senza toccarmi.
Poi mi alzaii e lo baciai volutamente in bocca e poi gli sussurrai:
“non mi deluderà vero? L’aspetto alle 10 con il sederino pronto”
“Certo signora sono a sua completa disposizione e mi permetta di dirle: Che pompinara!!”



Rifeci le scale con il dolce sapore dello sperma dell’avvocato in bocca pensando che il piccolo orgasmo provato non mi aveva per nulla placato.
Mi martoriavo le tettone che non avevo ancora rinfoderato, iniziando finalmente ad amarle e a capire quanto fossero belle e perché tutti me le avevano sempre guardate sbavandoci sopra quando sentii una vibrazione in tasca, tirai fuori il telefono mentre l’altra mano rimase a coccolare una mammella.
“mi hai svegliato troia, ma non potevi farmi regalo più bello: alle nove saremo lì io e il mio cazzo…”
Mi stavo stritolando un capezzolo quasi senza accorgermene mentre leggevo quel messaggio.
Rientrai in casa felice, vogliosa di sesso come non mai ma orgogliosa della nuova direzione che stava prendendo la mia vita.
La mattina dopo, alle 8, avevo già preparato la colazione, Gastone imbarazzatissimo mangiò di corsa e andò a scuola.
Poi corsi incontro ad Alex che stava entrando in cucina già vestito ma ancora tutto assonnato e lo abbracciai.
“Buon giorno amore, come stai?”
Lo baciai appoggiandogli le mammelle con i capezzoli già duri sul petto e continuai
“lo sai che non mi fa male per niente il sederino? Quello che mi hai fatto ieri è stata una cosa bellissima..”
Intanto gli avevo preso le mani e me le ero poggiate sulle mele facendogli sentire che ero di nuovo senza mutande.
“ehi…ma allora è un vizio questo…”
Ma intanto mi strinse le natiche con forza
“si amore se quando non le porto succede quello che è successo le altre volte non le metto più…..scusami sai ma da quando te l’ho succhiato l’altro giorno, non so cosa mia sia successo ma sono cambiata, voglio farmi perdonare di tanti anni in cui sono stata un’arpia, lo capisco solo ora……”
“ma no amore che dici…”
Intanto sentivo il suo uccello duro premermi sulla pancia
“si invece, da oggi sarò una donna diversa e quando avrai voglia di me io sarò pronta sarò a tua disposizione mi potrai chiedere qualsiasi cosa te lo giuro….”
Glielo stavo sussurrando all’orecchio mentre il mio corpo si muoveva su di lui come un serpente.
Stavo provando le mie nuove armi, finalmente capivo il potere che il mio bel corpo unito a un po’ di malizia potevano avere.
Alex era già completamente in balìa delle mie voglie ma volli fargli credere di avere il comando….
“amore cosa vuoi che ti faccia? Voglio farmi perdonare…..”
“devo scappare sono in ritardo ma non posso andar via così…Voglio che me lo succhi”
Azzardò con tono autoritario ma con lo sguardo un po’ timoroso…..
“certo come comanda il mio padrone dissi, siediti…”
Appena seduto gli aprii i pantaloni e vidi il suo membro paonazzo con già le goccioline ,segno di eccitazione fortissima ,spuntare dalla sua cappella rossa.
Aveva un uccello normale ma era ben fatto, ora potevo dirlo a ragion veduta visto quanti ne avevo incontrati in quelle due settimane.
Glielo succhiai prima timidamente ma poi senza più fingere inesperienza e infilandomelo fino in fondo alla gola.
“Sei pazzesca, sei già migliorata, si vede che sei dotata, ti mancava solo un po’ di pratica”
(sapessi quanta ne ho fatta pensai)
“Mmmm..davvero amore? Lo sto facendo bene??”
“Si sei una meraviglia, dove ti eri nascosta in questi anni….?”
“non ti vergogni di me se faccio queste cose sporche?”
Dissi staccando la bocca mantenendola però appoggiata alla cappella mentre parlavo e glielo scappellavo dolcemente guardandolo negli occhi.
“ma che dici mi piaci da morire, non sono cose sporche tra marito e moglie non c’è niente di male…”
“Davvero??? Allora amore….”
Mi alzai e mi sdraiai con le tette sul tavolo scoprendomi le natiche e girando la testa verso di lui gli dissi quasi in un sussurro:
“inculami, ti prego, voglio risentire quello che mi hai fatto scoprire ieri….”
Non rispose, si avvicinò e senza neanche un po’ di preparazione se non la mia saliva, me lo infilò di colpo tutto nel culo facendomi urlare più dalla sorpresa che dal dolore.
“aaaahhhhhh, mi stai aprendo….”
“Sbammmm “
Mi arrivò uno sculaccione…..
“si adesso ti inculo zoccola che non sei altra….l’hai voluto? Eccotelo”
Mi iniziò a stantuffare con forza e ogni tanto mi dava anche degli sculaccioni fortissimi e io mi lamentavo ad ogni colpo dando sicuramente l’impressione di essermi pentita di quello che gli avevo chiesto.
Mi inculò selvaggiamente finchè con un ultimo colpo mi inondò il sedere di sborra mentre io venivo travolta da un orgasmo bellissimo, cercando di non farglielo capire.
Dopo un po’ lo tirò fuori e con voce imbarazzatissima mi disse:
“Amore scusami non so cosa mi è preso…..”
Mi girai verso di lui e gli risposi:
“qualsiasi cosa ti sia preso, mi è piaciuta da morire amore mi sentivo completamente tua”
Da come finì di mangiare e se ne andò fischiettando devo dire che la nuova versione della sua mogliettina non gli dispiaceva affatto.
Visto che lo riempivo di corna, per lo meno volevo renderlo felice!!
Erano le 8 e mezza, il tempo di una breve doccia per lavarmi accuratamente anche il sederino e poi scesi giù vestita con la solita gonna blu che non copriva quasi niente e la camicetta bianca un po’ aperta sul mio seno generoso.
Questa volta non mi cambiai in garage ma scesi vestita così, passando davanti a Vincenzo che con la bava alla bocca mi fece segno di avvicinarmi.
“dove va la signora vestita così da zoccola?”
“Devo andare a comprare delle cose ma il mio padrone mi ha obbligato a vestirmi così….cosa ne pensa, sto bene?”
vedere i suoi occhi strabuzzare dal desiderio fu una rivincita fantastica.
Intanto entrai un attimo dentro la portineria e con fare civettuolo chiesi:
“Senta, ma si vede che sono senza mutandine? Non vorrei che qualcuno mi scoprisse, mi vergogno tanto ma devo obbedire per forza”
Vincenzo con il viso paonazzo e sicuramente l’uccello di pietra mi accarezzò il sedere da sopra la gonna e prima che arrivasse a toccarmi la passerina completamente bagnata schizzai di lato fingendomi spaventata…
“Ah mi scusi mi ha fatto paura…ma insomma si vede?”
“No non si vede ma basta che si pieghi un attimo e si vedranno quelle natiche da porca….”
Io intanto ero già fuori dalla guardiola lasciandolo li a desiderarmi con quel pisellone (che quasi quasi avrei succhiato un pochino anche subito) duro da morire per merito mio.
“Oddio Vincenzo speriamo bene…ho tanta paura….ci vediamo dopo, alle 11 vero?”
Mentre sgattaiolavo giù per le scale pensavo a quanto ero troia e quanto mi stava piacendo questo ruolo.
Non stavo rinnegando quello che avevo provato nell’essere soggiogata e sapevo che nel pomeriggio ne avrei avuto un ulteriore “grosso” assaggio, ma godere del potere del mio corpo sugli uomini era meraviglioso.
Arrivai in garage col cuore in gola per quello che mi aspettava ed infatti lo vidi, elegante come l’altra volta.
Andai direttamente verso il mio garage e gli feci cenno di seguirmi.
Mentre mi chinavo per aprire la porta, mi raggiunse e mi infilò la mano di taglio tra le cosce raggiungendo la mia natura ormai fradicia.
Come al solito persi la forza nelle gambe facendo fatica ad alzare la porta basculante ma lui non mi aiutò, anzi spinse contro le mie labbra muovendo contemporaneamente la mano avanti e indietro facendomi gemere di piacere.
Riuscii non so come ad aprire la porta e mi catapultai dentro.
Non feci in tempo a richiuderla che mi sollevò prendendomi per le natiche e mi baciò riempiendomi la bocca con la sua lingua.
Io mi sentivo sciogliere come se il mio corpo fosse passato allo stato liquido improvvisamente.
Tutto il potere appena provato con Vincenzo, l’avvocato e con mio marito era scomparso: ero io ad essere completamente in suo potere.
Quelle mani che mi sollevavano come un fuscello aprendomi contemporaneamente la fica mi facevano impazzire e mi ritrovai una verga bollente dentro di me che non finiva mai di entrare da quanto era lunga, andando a colpire la parte più profonda dentro di me.
Non avevo fatto in tempo ne a vederlo ne a succhiarlo, era già dentro di me e mi pistonava con una forza impressionante mentre le sue mani di acciaio mi stritolavano le natiche.
Mi scopò con ardore per non so quanto mentre io iniziavo a venire in continuazione…l’unica parola che, dopo centinaia di colpi, riuscii a dire fu:
“nel culo”
Lui mi rovesciò sull’unica poltrona che c’era nella stanza e con un solo colpo mi infilò quella cosa larga e lunga nel sedere mentre io potevo vederla finalmente allo specchio di profilo insieme al mio corpo morbido scosso dalle sue spinte e dal mio godimento.
Mi sodomizzò a lungo arrivando dentro di me in profondità e provocandomi una serie di orgasmi interminabili mentre si divertiva a martoriarmi ora i capezzoli ora il clitoride fin quando parlò per la prima volta e disse:
“dove lo vuoi il mio sperma?”
“In bocca….lo voglio in bocca…”
Si sfilò da me ed io mi inginocchiai ai suoi piedi e osservai quell’obelisco di ebano dalla forma perfetta e dalle dimensioni notevolissime che lui si menava vigorosamente davanti al mio viso.
L’odore che conoscevo benissimo mi pervase e mi inebriò lasciandomi in fremente e passiva attesa del suo seme.
Quando venne fu una doccia che mi riempì il viso e poi la bocca, facendomi bere una gran quantità di succo dal sapore fortissimo.
Poi iniziò a strusciarmelo sul viso per raccogliere tutto il nettare sprecato e rimetterlo in bocca e io suggevo docile e felice.
Fu un’esperienza incredibile, ero veramente in balìa di quell’uomo e di quel membro nero.
Se ne andò all’improvviso lasciandomi li in ginocchio pronta, se solo avesse voluto, a succhiarglielo per tutta la giornata, ma poi mi resi conto che erano le 10 meno un quarto ed un’altra cappella attendeva i miei servigi…….


1 commento:

Anonimo ha detto...

Le puntate si leggono volentieri ma la serie ha perso un po' di credibilità nell'insieme perché ora è spinta su un sesso da tenere a ritmi forzati ed è già tanto se Genny riesce a trovare il tempo di respirare.