Tornano le vacanze estive di Rosa scritte dalla nostra Letizia Amore.
Il racconto si fa sempre più rough con l'introduzione di un perverso e perfido zio che abuserà della povera (ma non troppo) protagonista.
Un saluto speciale a Letizia (mai come questa volta!)
Donato
Ep
3
Era
in spiaggia, stesa al sole come ogni giorno, dopo quella bella scopata, con
Massimo, non si era più concessa scappatelle, in
fin dei conti, quel giorno, cioè, quella di due giorni prima, nella mente ci
pensava come fosse stato un'incontro furtivo di un passato ormai remoto, una
reazione rabbiosa, al comportamento del marito, del resto, anche il bel
bagnino, sfondato il suo culo stretto e vergine, si stava dedicando a prede più
adatte alla sua età. Le faceva rabbia, ma alla fine anche lei lo avevo usato. Si
girai, per prendere il sole sulla schiena,
-:Il culo più bello di tutta la spiaggia!
conosceva quella voce, era il patrigno di suo marito. Lo
detestava, sebbene il dottor Roberto, lo avesse accettato, sua madre, rimasta
vedova molto giovane, quando lui, ormai adulto, stava specializzandosi, conobbe
Filippo, uno specialista di una decina d'anni più grande di Roberto, del
ospedale dove il marito era specializzando. Innamoratasi, iniziò a frequentarlo
e quando nacque suo cognato, si sposarono. Filippo, prima di conoscerla era un
donnaiolo e non aveva perso il suo sovoir-faire, che però accantonava ogni
qualvolta incontrava Rosa, che ebbe modo di notare, nei suoi confronti una vera
bramosia. Si sedette sulla sua sdraio, impedendole in quel modo di girarsi,
cosa comumque sconveniente, visto il topless, che l'avrebbe esposta ad un nuovo
commento volgare. Con lei, non aveva mai avuto quel pudore, che essendo la
moglie del "figlio", avrebbe dovuto avere. Probabilmente, dall'alto
della sua esperienza, aveva subodorato la sua natura repressa, senza chieder
nulla, cominciò a spalmarle il solare,
-:Meglio proteggere la schiena, il sole scotta!
disse subdolamente, la sua mano scivolò rapida sul culo. Se
fosse successo qualche giorno prima, Rosa si sarebbe alzata e gli avrebbe
mollato uno schiaffo,
-:Grazie, sei gentile, mi raccomando spalmala bene
dappertutto!
gli rispose lasciva, cogliendolo di sorpresa, lo sentì esitare,
poi spregiudicatamente, posò sul suo culo, anche l'altra mano. Massaggiava
lascivo i suoi glutei sodi, li soppesò volgarmente, allargandole bene, il filo
sottile del perizoma, non poteva coprire il fiorellino rosa del suo culo, che
si soffermò a guardare oscenamente, tenendo larghe le chiappe, Rosa, si sentì
leggermente a disagio, ma non reagì. Ormai era chiaro a Filippo, che non si sarebbe
ribellata e scivolò con le dita sul buchino, Rosa, chiuse gli occhi, erano in
spiaggia e qualcuno avrebbe potuto vedere, ma non le interessava, aveva passato
il limite, la voglia la divorava ed aveva la figa fradicia. Filippo, spinse un
dito nel buco culo, dovette mordersi le labbra per non mugolare, come una cagna
in calore, davanti a tutti,
-:Che cagna! Hai sempre fatto la santarellina e invece guarda
qua come godi!
le strusciò un dito frale labbra fradicie della figa, spingendo
a fondo l'altro nel culo voglioso. Non poteva dire nulla, era come una cagna in
calore, pronta a soddisfare le sue fantasie. Dopo tanti anni che ci provava, era
finalmente a sua disposizione. Scartò il leggero tessuto che celava la figa e
li, in spiaggia, davanti a tutti, le spinse un dito tra le labbra gonfie di
piacere. Si sentiva morire, se qualcuno li avesse visti!? Si vergognava come
una ladra, eppure stava godendo, un dito perlustrava oscenamente il suo culo
voglioso, l'altro rovistava nella sua figa e lei si mordevola le labbra,
incapace di ribellarsi,
-:Troia, ti piace di più prenderlo nel culo o fare pompini?
ormai aveva preso il controllo e non aveva più ritegno,
-:Quanti cazzi ci sono passati in questo culo? Sei tutta sfondata,
sei una puttana!
voleva umiliarla, per troppi anni era stata irraggiungibile,
irreprensibile, sebbene lui sapesse che in cuor suo era una troia, ed ora si
voleva vendicare,
-:Quel cornuto di Roberto, sa che quando lui lavora tu fai la
puttana?
stava sentendo dentro il piacere salirle alla testa,
-:Ti prego, fermati! Non qui, ti prego!
lo supplicò, ma per tutta risposta, Filippo, le spinse nella
figa un altro dito, fu sconvolta da un orgasmo travolgente, il suo corpo era
scosso da incredibili tremori e lui non accennava a smettere, voleva sentirla
gemere come una cagna,
-:Troia, hai voglia di cazzo, vero!? Sei una lurida cagna
libidinosa!
sfilò le dita dalla figa e rese scivolose dai suoi umori, le
spinse nel buco del culo,
-:Questo culo da troia merita un bel cazzo duro!
aveva tre dita nel culo, il servizio fattole da Massimo, glielo aveva
spanato,
-:Vuoi che smetta!?
la domanda era retorica, Rosa, mugolò a denti stretti,
-:Supplicami di portarti a casa e scoparti! Supplicami troia!
voleva si umilasse, voleva che ammettesse di essere una troia,
che gli chiedesse di scoparla,
-:Si prego, farò tutto quello che vuoi, fermati!
non era quello che voleva sentirle dire, cominciò a muovere le
dita spudoratamente,
-:No, così mi fai impazzire, fermati ti prego!
lo supplicò,
-:Allora supplicami di scoparti, ammetti che sei una lurida
troia!
non poteva più resistere ancora a lungo,
-:Si, sono una troia, portami dove vuoi, scopami, sbattimelo
dentro, sono la tua troia!
cedette, lo implorò di scoparla, di far di lei la sua troia, un
altro rapido orgasmo travolse i suoi sensi, gemette come una cagna e sentì la
figa allagarsi letteralmente. Era soddisfatto, aveva ceduto, ora aveva il pieno
controllo su di lei,
-:Alzati puttana!
ordinò deciso, era libera, poteva rifiutarsi, poteva ribellarsi
a quell'essere odioso, che in cuor suo detestava, ma non lo fece, con le gambe
tremanti, si alzò e reggendosi letteralmente a lui, lo seguì. Nella cabina
dello stabilimento, la fece inginocchiare,
-:Cagna, guarda cos'hai combinato, succhiami il cazzo, non
posso andare in giro così!
tirò fuori il cazzo dal costume, era grosso, lungo, nodoso, la
strana punta, quasi piatta, violacea e durissima, più larga del corpo, sembrava
la cappella di un fungo. Esitò, fissando quel grosso palo di carne, cosa avrebbe
dovuto fare, non era più lei ad avere il controllo, le mise una mano sulla
testa,
-:Ho detto succhia, puttana! Voglio sborrarti in bocca!
esclamò, spingendoglielo in bocca senza ritegno, non voleva,
sebbene eccitata, per ciò che era successo poco prima, non volevs succhiargli
il cazzo, non voleva dargli soddisfazione, ma era obbligata a farlo, Filippo,
non era un uomo che avrebbe accetato un no. Sebbene riluttante, fu sopraffatta
dalla voglia di cazzo, era una gran troia e quel duro palo di carne nella sua
bocca, la eccitò. Cominciò a succhiarlo avidamente, spingendo per farlo entrare
tutto. Lo sentiva in gola, ma nonostante il fastidio insisteva. Non era ancora
riuscita a ingoiarlo tutto e mettendo le mani sul suo culo, resistendo alla
sensazione di vomito, tirò a se Filippo,
-:Che troia, lo vuoi tutto puttana!
esclamò e premendo con le mani sulla sua nuca, fu lui a spingerglielo
tutto in gola. Si sentì soffocare, ma, forse una reazione involontaria, ebbe un
violento orgasmo, essere "costretta" le procurava piacere. Si lasciò
scopare in bocca, così come, poco prima, lasciò che abusasse di lei sul lettino
in spiaggia. Sentì il suo cazzo fremere, pensava le avrebbe sborrato in bocca,
lo avrebbe voluto e avrebbe ingoiato tutto voracemente. Proprio all'ultimo,
Rosa, già pregustava l'acre sapore della calda sborra, Filippo, sfilò
rapidamente il cazzo dalla sua bocca e le sborrò in faccia. Fu umiliante, con
quel gesto, voleva rimarcare che la considerava una puttana, era chiaro che
voleva, in un certo senso, vendicarsi della sua ritrosia del passato, la
guardava trionfante,
-:Dai puttana, adesso vestiti, abbiamo da fare!
la rimbrottò, strattonandondola energicamente per il braccio. Rosa,
pensava che a quel punto, l'avrebbe scopata rudemente, avevs la figa in fiamme
e voleva sentire il suo cazzo duro dentro di se, nel suo ventre,
-:Sei veramente una bella puttana, le tette sode più belle
della riviera!
esclamò, strizzandole un capezzolo, gemette, era veramente un
bastardo. Rosa si guardò attorno, non riusciva a trovare lo slip, lui le
sorrise beffardo,
-:Hai perso qualcosa?
-:Non trovo i miei slip!
rispose ingenuamente, notando immediatamente che li aveva lui,
-:A una troia come te, non serve lo slip, meglio tenerla
pronta all'uso!
abbassò lo sguardo, anche se lo avesse mandato a cagare, cosa che
non sfiorò i suoi pensieri nemmeno lontanamente, sarebbe comunque dovuta andare
a casa senza slip. Filippo, non le avrebbe mai reso gli slip. Si piegò alla
volontà del suocero e si coprì con il pareo,
-:Molto bene puttana, andiamo!
disse lui, prendendola per un braccio. In quel momento le arrivò
un messaggio di suo marito,
Ø
Puttana, da quanti cazzi ti stai facendo scopare?
Filippo, prese il suo smartphone e lesse il messaggio, quindi
guardò i messaggi precedenti, vedendo, oltre le conversazioni, anche le foto. A
quel punto Rosa, capì che nulla l'avrebbe più salvata dalle angherie di
quell'uomo orribile,
-:Ma bene, quindi quel cornuto sa tutto, sei proprio una
puttana!
sorrise laidamente,
Ø
Troia, hai trovato altri cazzi?
Ø Da quanti cazzi
ti sei fatta sfondare il culo?
Ø
Troia, troia, troia succhia cazzo!
Rosa, si sentì morire, non leggeva i messaggi di suo marito su
wathsapp, non li voleva leggerli, non più, non da quando leggendoli, si era
lasciata andare al suo incontro con Massimo. Ma Filippo, che notò il suo
imbarazzo, insistette, leggendoli ad alta voce.
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