sabato 12 settembre 2020

VACANZE ESTIVE - EPISODIO 3 Parenti stretti (By Letizia Amore70)


Tornano le vacanze estive di Rosa scritte dalla nostra Letizia Amore.
Il racconto si fa sempre più rough con l'introduzione di un perverso e perfido zio che abuserà della povera (ma non troppo) protagonista.

Un saluto speciale a Letizia (mai come questa volta!)

Donato 







Ep 3



Era in spiaggia, stesa al sole come ogni giorno, dopo quella bella scopata, con Massimo, non si era più concessa scappatelle, in fin dei conti, quel giorno, cioè, quella di due giorni prima, nella mente ci pensava come fosse stato un'incontro furtivo di un passato ormai remoto, una reazione rabbiosa, al comportamento del marito, del resto, anche il bel bagnino, sfondato il suo culo stretto e vergine, si stava dedicando a prede più adatte alla sua età. Le faceva rabbia, ma alla fine anche lei lo avevo usato. Si girai, per prendere il sole sulla schiena,

-:Il culo più bello di tutta la spiaggia!

conosceva quella voce, era il patrigno di suo marito. Lo detestava, sebbene il dottor Roberto, lo avesse accettato, sua madre, rimasta vedova molto giovane, quando lui, ormai adulto, stava specializzandosi, conobbe Filippo, uno specialista di una decina d'anni più grande di Roberto, del ospedale dove il marito era specializzando. Innamoratasi, iniziò a frequentarlo e quando nacque suo cognato, si sposarono. Filippo, prima di conoscerla era un donnaiolo e non aveva perso il suo sovoir-faire, che però accantonava ogni qualvolta incontrava Rosa, che ebbe modo di notare, nei suoi confronti una vera bramosia. Si sedette sulla sua sdraio, impedendole in quel modo di girarsi, cosa comumque sconveniente, visto il topless, che l'avrebbe esposta ad un nuovo commento volgare. Con lei, non aveva mai avuto quel pudore, che essendo la moglie del "figlio", avrebbe dovuto avere. Probabilmente, dall'alto della sua esperienza, aveva subodorato la sua natura repressa, senza chieder nulla, cominciò a spalmarle il solare,

-:Meglio proteggere la schiena, il sole scotta!

disse subdolamente, la sua mano scivolò rapida sul culo. Se fosse successo qualche giorno prima, Rosa si sarebbe alzata e gli avrebbe mollato uno schiaffo,

-:Grazie, sei gentile, mi raccomando spalmala bene dappertutto!

gli rispose lasciva, cogliendolo di sorpresa, lo sentì esitare, poi spregiudicatamente, posò sul suo culo, anche l'altra mano. Massaggiava lascivo i suoi glutei sodi, li soppesò volgarmente, allargandole bene, il filo sottile del perizoma, non poteva coprire il fiorellino rosa del suo culo, che si soffermò a guardare oscenamente, tenendo larghe le chiappe, Rosa, si sentì leggermente a disagio, ma non reagì. Ormai era chiaro a Filippo, che non si sarebbe ribellata e scivolò con le dita sul buchino, Rosa, chiuse gli occhi, erano in spiaggia e qualcuno avrebbe potuto vedere, ma non le interessava, aveva passato il limite, la voglia la divorava ed aveva la figa fradicia. Filippo, spinse un dito nel buco culo, dovette mordersi le labbra per non mugolare, come una cagna in calore, davanti a tutti,

-:Che cagna! Hai sempre fatto la santarellina e invece guarda qua come godi!

le strusciò un dito frale labbra fradicie della figa, spingendo a fondo l'altro nel culo voglioso. Non poteva dire nulla, era come una cagna in calore, pronta a soddisfare le sue fantasie. Dopo tanti anni che ci provava, era finalmente a sua disposizione. Scartò il leggero tessuto che celava la figa e li, in spiaggia, davanti a tutti, le spinse un dito tra le labbra gonfie di piacere. Si sentiva morire, se qualcuno li avesse visti!? Si vergognava come una ladra, eppure stava godendo, un dito perlustrava oscenamente il suo culo voglioso, l'altro rovistava nella sua figa e lei si mordevola le labbra, incapace di ribellarsi,

-:Troia, ti piace di più prenderlo nel culo o fare pompini?

ormai aveva preso il controllo e non aveva più ritegno,

-:Quanti cazzi ci sono passati in questo culo? Sei tutta sfondata, sei una puttana!

voleva umiliarla, per troppi anni era stata irraggiungibile, irreprensibile, sebbene lui sapesse che in cuor suo era una troia, ed ora si voleva vendicare,

-:Quel cornuto di Roberto, sa che quando lui lavora tu fai la puttana?

stava sentendo dentro il piacere salirle alla testa,

-:Ti prego, fermati! Non qui, ti prego!

lo supplicò, ma per tutta risposta, Filippo, le spinse nella figa un altro dito, fu sconvolta da un orgasmo travolgente, il suo corpo era scosso da incredibili tremori e lui non accennava a smettere, voleva sentirla gemere come una cagna,

-:Troia, hai voglia di cazzo, vero!? Sei una lurida cagna libidinosa!

sfilò le dita dalla figa e rese scivolose dai suoi umori, le spinse nel buco del culo,

-:Questo culo da troia merita un bel cazzo duro!

aveva tre dita nel culo, il servizio fattole da Massimo, glielo aveva spanato,

-:Vuoi che smetta!?

la domanda era retorica, Rosa, mugolò a denti stretti,

-:Supplicami di portarti a casa e scoparti! Supplicami troia!

voleva si umilasse, voleva che ammettesse di essere una troia, che gli chiedesse di scoparla,

-:Si prego, farò tutto quello che vuoi, fermati!

non era quello che voleva sentirle dire, cominciò a muovere le dita spudoratamente,

-:No, così mi fai impazzire, fermati ti prego!

lo supplicò,

-:Allora supplicami di scoparti, ammetti che sei una lurida troia!

non poteva più resistere ancora a lungo,

-:Si, sono una troia, portami dove vuoi, scopami, sbattimelo dentro, sono la tua troia!

cedette, lo implorò di scoparla, di far di lei la sua troia, un altro rapido orgasmo travolse i suoi sensi, gemette come una cagna e sentì la figa allagarsi letteralmente. Era soddisfatto, aveva ceduto, ora aveva il pieno controllo su di lei,

-:Alzati puttana!

ordinò deciso, era libera, poteva rifiutarsi, poteva ribellarsi a quell'essere odioso, che in cuor suo detestava, ma non lo fece, con le gambe tremanti, si alzò e reggendosi letteralmente a lui, lo seguì. Nella cabina dello stabilimento, la fece inginocchiare,

-:Cagna, guarda cos'hai combinato, succhiami il cazzo, non posso andare in giro così!

tirò fuori il cazzo dal costume, era grosso, lungo, nodoso, la strana punta, quasi piatta, violacea e durissima, più larga del corpo, sembrava la cappella di un fungo. Esitò, fissando quel grosso palo di carne, cosa avrebbe dovuto fare, non era più lei ad avere il controllo, le mise una mano sulla testa,

-:Ho detto succhia, puttana! Voglio sborrarti in bocca!

esclamò, spingendoglielo in bocca senza ritegno, non voleva, sebbene eccitata, per ciò che era successo poco prima, non volevs succhiargli il cazzo, non voleva dargli soddisfazione, ma era obbligata a farlo, Filippo, non era un uomo che avrebbe accetato un no. Sebbene riluttante, fu sopraffatta dalla voglia di cazzo, era una gran troia e quel duro palo di carne nella sua bocca, la eccitò. Cominciò a succhiarlo avidamente, spingendo per farlo entrare tutto. Lo sentiva in gola, ma nonostante il fastidio insisteva. Non era ancora riuscita a ingoiarlo tutto e mettendo le mani sul suo culo, resistendo alla sensazione di vomito, tirò a se Filippo,

-:Che troia, lo vuoi tutto puttana!

esclamò e premendo con le mani sulla sua nuca, fu lui a spingerglielo tutto in gola. Si sentì soffocare, ma, forse una reazione involontaria, ebbe un violento orgasmo, essere "costretta" le procurava piacere. Si lasciò scopare in bocca, così come, poco prima, lasciò che abusasse di lei sul lettino in spiaggia. Sentì il suo cazzo fremere, pensava le avrebbe sborrato in bocca, lo avrebbe voluto e avrebbe ingoiato tutto voracemente. Proprio all'ultimo, Rosa, già pregustava l'acre sapore della calda sborra, Filippo, sfilò rapidamente il cazzo dalla sua bocca e le sborrò in faccia. Fu umiliante, con quel gesto, voleva rimarcare che la considerava una puttana, era chiaro che voleva, in un certo senso, vendicarsi della sua ritrosia del passato, la guardava trionfante,

-:Dai puttana, adesso vestiti, abbiamo da fare!

la rimbrottò, strattonandondola energicamente per il braccio. Rosa, pensava che a quel punto, l'avrebbe scopata rudemente, avevs la figa in fiamme e voleva sentire il suo cazzo duro dentro di se, nel suo ventre,

-:Sei veramente una bella puttana, le tette sode più belle della riviera!

esclamò, strizzandole un capezzolo, gemette, era veramente un bastardo. Rosa si guardò attorno, non riusciva a trovare lo slip, lui le sorrise beffardo,

-:Hai perso qualcosa?

-:Non trovo i miei slip!

rispose ingenuamente, notando immediatamente che li aveva lui,

-:A una troia come te, non serve lo slip, meglio tenerla pronta all'uso!

abbassò lo sguardo, anche se lo avesse mandato a cagare, cosa che non sfiorò i suoi pensieri nemmeno lontanamente, sarebbe comunque dovuta andare a casa senza slip. Filippo, non le avrebbe mai reso gli slip. Si piegò alla volontà del suocero e si coprì con il pareo,

-:Molto bene puttana, andiamo!

disse lui, prendendola per un braccio. In quel momento le arrivò un messaggio di suo marito,

Ø  Puttana, da quanti cazzi ti stai facendo scopare?

Filippo, prese il suo smartphone e lesse il messaggio, quindi guardò i messaggi precedenti, vedendo, oltre le conversazioni, anche le foto. A quel punto Rosa, capì che nulla l'avrebbe più salvata dalle angherie di quell'uomo orribile,

-:Ma bene, quindi quel cornuto sa tutto, sei proprio una puttana!

sorrise laidamente,

Ø  Troia, hai trovato altri cazzi?

Ø  Da quanti cazzi ti sei fatta sfondare il culo?

Ø  Troia, troia, troia succhia cazzo!

Rosa, si sentì morire, non leggeva i messaggi di suo marito su wathsapp, non li voleva leggerli, non più, non da quando leggendoli, si era lasciata andare al suo incontro con Massimo. Ma Filippo, che notò il suo imbarazzo, insistette, leggendoli ad alta voce.

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