martedì 1 settembre 2020

VACANZE ESTIVE - EPISODIO 2 Tutto Nel... (By Letizia Amore70)


Proseguono le vacanze estive di Rosa, personaggio creato dalla misteriosa e sexy Letizia Amore.
In questo nuovo racconto a puntate  Letizia ha mixato in modo davvero eccitante tematiche differenti quali il sesso cuckold, il tradimento, la dominazione , la fissazione per l'anal....
Un grande grazie a Letizia!

Donato







Rosa allungò la mano, cercando il grosso attrezzo del suo giovane amante, era veramente ben dotato, un pennone lungo e nodoso, grosso come quello di un divo del porno, film che fu costretta ba vedere da suo marito, non ne aveva mai visto uno così dal vivo. Massimo, le posò dolcemente una mano sul capo e lei senza indugi, si abbassò per prenderlo in bocca, cercò di avvilupparlo tutto, ma era impossibile, troppo lungo, troppo grosso, leccò la dura e violacea cappella. Il suo giovane amante, nonostante l'età, aveva già molta più esperienza di lei, sapeva bene come e cosa fare per eccitarla sempre di più, le stava solleticando il clitoride, mentre lei succhiava avidamente il suo cazzo, scivolò con le dita fra le natiche sode, sfiorò il buchino del culo e cercò di spingerci dentro un dito, si irrigidì,

-:Ahi, no, lì non l'ho mai fatto...

-:Allora sarà la vendetta perfetta! Le corna perfette!

le sussurrò con voce calda e suadente, Rosa, non era affatto convinta, anzi aveva paura, lui era davvero molto dotato e l'unica volta che ci provò, si bloccò subito per il dolore, ma era troppo arrabbiata con suo marito per rifiutarsi, le tornò anche alla mente un messaggio che le aveva mandato nel pomeriggio, proprio sull'argomento,

-:Voglio che fai le foto mentre... mentre... insomma si, mentre lo fai e anche dopo!

esclamò balbettando, cercando di autoconvincersi di volerlo anche lei. La fece girare,

-:Allargati le chiappette, mostrami il tuo buchino!

le sussurrò, pronto a scattarle una foto con il cellulare, obbedì, nonostante la paura, la voglia di vendetta, era più forte della paura, lui cominciò a leccarle il buchino, penetrando la sua figa fradicia con le dita, giocherellava con il clitoride, spingendo la punta della lingua nel forellino, Rosa, stava cominciando a godere. Era pronta, non si sarebbe più tirata indietro,

-:Fai piano, promettimelo!

sussurrò, al suo giovane amante, sentendo la punta del cazzo strusciare tra le chiappe,

-:Guardami, voglio farti una foto ora!

le rispose, senza prometterle nulla, obbedì sorridente, mostrando al contempo una mano con le corna, appoggiata sul culo, Massimo, era pronto, le sue mani posate saldamente sui fianchi, Rosa, strinse i denti, chiuse gli occhi e contemporaneamente, strinse forte anche il buco del culo, la paura era tanta, troppa. Massimo, si fermò e allentò la presa, lasciandole l'illusione che volesse aspettare ancora un po',

-:Fai piano, ti prego...

sussurrò lei, si voltò ingenuamente a guardarlo, gli occhi suppicanti, nel tentativo di intenerirlo e magari farlo desistere dal suo intento. Si rilassò leggermente, in quell'istante, fulmineo, lui la tirò a se, serrando le mani sui suoi fianchi e con un colpo di reni, penetrò quel buchino ancora inviolato, spingendole il cazzo tutto nel culo. Rosa, urlò, ma quel lamento le si bloccò in gola, con tutto il grosso, duro membro di Massimo, piantato nel culo, respirò profondamente, grosse lacrime rigarono le sue gote, arrossate,

"Bastardo, sarai contento ora!"

pensò, ansimandova denti stretti. Lui restò immobile, aspettando pazientemente, quel buchino, violentemente profanato, batteva, contraendosi energicamente attorno al suo cazzo. La lunga attesa fu premiata, Rosa, si rilassò e cominciò un lento, dolce avanti indietro, i suoi movimenti, erano accompagnati, da un sottofondo di gemiti rauchi di lei,

-:Sei un bastardo, mi hai fatto male!

lo sgridò voltandosi e guardandolo con un sorrisetto beffardo, Massimo, ne approfittò per farle una foto. Foto in cui immortalò, oltre al suo cazzo duro sprofondato in quel bel culo sodo, la sua espressione inequivocabile, il dolore non era passato, ma Rosa, stava comunque godendo, con le labbra schiuse, Un sottile, licenzioso piacere, no, non era certo quello di avergli davvero messo le corna, cosa che a lui forse avrebbe fatto oltremodo piacere, bensì di aver concesso, dolorosamente concesso, a quel giovane e molto dotato sconosciuto, ciò che non aveva mai concesso a lui, il culo vergine,

-:Fermati! Voglio che mi fotografi con il culo spanato, aperto...

lo fissò, una luce malvagia, permeava il suo sguardo, Massimo, fece ciò che gli aveva chiesto e mentre lei si allargava le chiappe, le fotografò il culo sfondato,

-:Ora scopami, fammi godere!

gli ordinò autoritaria, decisa, guidata dal piacere indecente di quella sua vendetta, Massimo, sorrise e con dolce irruenza, fece scivolare il cazzo tra le labbra fradicie della sua figa, gemette, prese il cellulare e con mano tremante, mandò, le due foto che si era fatta fare e un messaggio, al marito, si era fatta sfondare il culo, da un giovane che per età poteva esser suo figlio, voleva umiliarlo, distruggere la sua autostima e fargli sapere cosa si prova ad esser cornuti,

Ø  Cornuto, ora sei contento?

si era tolta lo sfizio, ora era il momento di lasciarsi andare al piacere, alla lussuria, spense il cellulare e si dedicò anima e corpo, al suo giovane amante. Si girò, non c'era più tempo per titubare, stava scoprendo le gioie del sesso, non l'amore, il vero sesso, quello senza freni, slegato dai sentimenti, che soffocano la trasgressiva passione. Prese il suo cazzo in bocca, assaporandolo lentamente, gustandone la dura nodosità con le labbra, leccò la punta, roteando la lingua attorno alla dura cappella, lo abboccò ancora e scivolò più giù che poteva, Massimo, le mise la mano sulla testa, accarezzò i suoi capelli, quindi la spinse sino a farle arrivare il cazzo in gola. Era come soffocare, ma Rosa, non voleva fermarsi, ora voleva che gli sborrassi in bocca, voleva, cosa che aveva sempre rifiutato, che le faceva schifo, gustare il sapore della sua densa sborra, ingoiarla tutta. Gli leccò le palle, ne leccò tutta la possente lunghezza, lo riprese nuovamente in bocca e finalmente sentì un denso fiotto di sborra, inondare le sue fauci affamate, ingoiò tutto, sin che poteva, lo guardò, aveva uno sguardo assatanato. Non era ancora soddisfatta, voleva di più, voleva godere ancora, lui le scattò un'altra foto, così, con la bocca piena di sborra, non gli dette tregua, continuando a leccargli e succhiargli il cazzo, impedì che quest'ultimo si rilassasse, lo voleva ancora, duro e possente,

-:Ora finisci quel che hai cominciato... sbattimelo ancora nel culo, sfondami tutta!

si voltò, pose le mani sui glutei sodi e li allargò, offrendogli il buco del culo. Massimo, non aveva mai fallito un colpo, ci aveva sempre visto bene e riconosceva al primo colpo, le donne come lei, donne che aspettavano solo il motivo, la scusa, l'occasione giusta per essere troie. Le mise le mani sulle spalle e con brutalità, la inculò nuovamente,

-:Come la signora desidera! Prendilo tutto troia!

-:Ah! Si, com'è duro, sfondami tutta, sfondami come una troia!

ricominciò a scoparla rudemente, senza il minimo riguardo, ormai profanato quel bel buchino, lo voleva spanare, affondava violento in quel bel culo. Rosa gemeva ed ansimava, il dolore non era scomparso, ma si confondeva con i brividi di piacere che stava provando, godendo di quel nuovo piacere, di quel miscuglio strano di sensazioni, inarcò la schiena per offrirgli meglio la profondità dello sfintere. Massimo, però non voleva godere così, voleva vederla godere con tutta se stessa, si fermò, lei ruggì contrariata,

-:Vienimi sopra Rosa, fammi vedere quanto sei troia!

non si fece pregare e senza indugi, cavalcandolo lasciva, guidò il suo cazzo duro, tra le labbra fradicie della sua figa affamata. Finalmente padrona del suo corpo, dei suoi desideri, dei suoi pensieri, cominciò a muoversi con forza, facendo scivolare quel grosso corpo virile, dentro la sua figa. Ruggì nuovamente un violento orgasmo, accasciandosi sul suo petto, Massimo, le mise le mani sui glutei, stringendoli con forza,

-:Ora mettitelo nel culo, troia!

Rosa, ancora ansante, obbedì, inarcando la schiena per mostrargli contemporaneamente, come si masturbava la figa, ancora vogliosa. Non provava più alcun dolore, il culo pulsava attorno a quel cazzo duro, trasferendo al cervello, lungo la schiena, interminabili brividi di piacere,

-:Cosa mi hai fatto!?

-:Nulla che tu non volessi, avevi solo bisogno di liberare la troia che c'è in te!

la domanda era retorica, ma la risposta che ricevette, conteneva una verità inconfutabile, si scatenò, cavalcando quel cazzo duro con incredibile veemenza, sino a che, Massimo, le sborrò nel culo, riempiendole lo sfintere di densa crema bollente. Rosa non aveva mai provato una sensazione simile, si inarcò appoggiando le spalle sulle sue gambe e squirtò violentemente, gli schizzi inondarono il petto del suo giovane amante che, traendola a se, le premette dolcemente la testa sul suo petto

-:Leccalo troia, lecca il succo del tuo piacere, sentì il sapore della tua figa!

Rosa, gli leccò il petto, stringendosi tra le sue braccia. L'acre del suo piacere si confondeva con il sapore ed il profumo della pelle del suo amante. Chiuse gli occhi e si rilassò, il suo culo ancora pulsava, si accarezzò, era caldo, morbido ed accogliente, immerse due dita in quel buco, meravigliandosi, di quanto fosse ancora largo. Aveva ancora voglia, ma non aveva più energie, dopo una lunga pausa, si alzò e andò a farsi una doccia, fu in quel momento che riaccese il cellulare efu inondata di messaggi,

Ø  Troia, lo hai fatto davvero, io non...

Ø  Sei una lurida puttana, ti sei fatta sfondare il culo...

Ø  Io, tu, era un gioco, pensavo fosse un gioco!

Ø  Tu sei una gran troia!

il dottor Roberto, suo marito, non pensava lo avrebbe fatto sul serio e vederla in foto, con il cazzo di un altro uomo nel culo, lo aveva fatto trasalire, non si era reso conto che, giocando con il fuoco, è facile scottarsi e lei, Rosa, era un incendio che covava sotto la cenere,

Ø  Si cornuto! E mi è anche piaciuto, credo che ti farò molte corna da oggi in poi!

iniziò a rispondergli, ormai lo aveva fatto e suo marito doveva tenersi le corna, del resto era lui che aveva iniziato quel gioco e le aveva forzato la mano,

Ø  Ti è piaciuto dirmi che sono una troia?

Ø  Ti piaceva farti le seghe credendo che ti facessi le corna!?

Ø  Me lo hai chiesto tu, ricordi!?

Ø  Bene Adesso le corna le hai! Sono lunghe dure e reali!

continuava a scrivere a ruota libera, sebbene ancora il marito non aveva risposto,

Ø  E preparati cornuto! Perché la mia figa da oggi te la sogni!

Ø  Ti riempirò di corna con tutti quelli che mi piacciono!

non sapeva se lo avrebbe fatto davvero, in fin dei conti era sempre stata una donna fedele, ma quell'esperienza le era piaciuta davvero e soprattutto, voleva dare al marito una lezione, se ti piace trattare tua moglie come una troia, devi anche tenerti le corna!