Eccoci al seconso episodio delle avventure della giovane e maliziosa Rita scritte da Mary.
Riuscira la giovane studentessa a sedurre il povero professore?
L'episodio odierno non contiene scene spnte..ma è davvero eccitante
Donato
Rientrato a casa, corsi in bagno e come un ragazzino alla sua prima cotta, abbassai i pantaloni, avevo il cazzo duro, presi le mutandine ancora umide di Rita, le portai sotto il naso e ispirando profondamente, mi inebriai lascivo del profumo intenso della sua giovane fichetta, mentre mi masturbavo. Sebbene mi sentissi in colpa, non potevo resistere a quell'impulso,
-:Papà, dove sei?
era mia figlia, mi chiamava, la sua voce inaspettata, mi riportò alla realtà, cosa stavo facendo, dovevo assolutamente nascondere lo slippino di Rita, non potevo certo farlo trovare a mia moglie, o peggio ancora a Lucia, e nello stesso tempo, non mi passava nemmeno lontanamente per la testa, il fatto di buttarlo o farlo lavare, mi risistemai e uscii, ancora affannato dal bagno, -:Rita!?
domandai turbato, trovandomi davanti la mia allieva, in compagnia di mia figlia,
-:Papà, l'ho incontrata proprio sotto casa, ha detto che non ha capito bene un particolare della lezione di oggi, ma ti spiegherà lei! Io oggi devo uscire con Luca.
detto questo entrò in camera sua, lasciandomi lì, da solo con lei. Era già successo molte volte, ma quel giorno la cosa mi metteva in soggezione,
-:Papy, volevo chiederti scusa per oggi, non so che mi ha preso!
sussurrò, fissando lasciva il gonfiore dei miei pantaloni, si avvicinò e alzandosi sulle punte dei piedi, mi dette un bacio innocente sulla guancia, strusciando al contempo i capezzoli duri, sul mio petto. Era vestita com'era in classe, sapevo quindi che non indossava lo slippino e quella cosa mi pietrificò, non sapevo come comportarmi. Ci spostammo in soggiorno e quando mia figlia uscì dalla sua stanza, stavamo discutendo di Platone,
-:I filosofi greci, una manica di pervertiti, se solo le donne del tempo avessero avuto le palle, li avrebbero castrati tutti! Debosciati, maniaci sessuali, che si approfittavano del loro ruolo per sedurre, giovani adolescenti, per un piacere omosessuale, una società basata sullo schifo di un manipolo di stronzi, che diffondevano il loro sapere, contorto.
Lucia, aveva l'animo sessantottino, femminista di sua mamma e certo, del resto aveva scelto il cammino scientifico, non amava la filosofia e la sociologia,
-:Il vero potere lo abbiamo noi donne tra le gambe, bisogna saperla usare, non come le troie della mia classe! Tutte pronte a farsi scopare dal primo venuto! La figa, è un dono degli dei, se un uomo la vuole, deve meritarsela, dev'essere un vero uomo, non il primo che passa!
il discorso, a modo suo, non faceva una piega, di certo avrei preferito che davanti a me e a Rita, si esprimesse con più eleganza, del resto, aveva preso tutto da sua madre, che sebbene fosse professoressa di Italiano, quando si toccavano certi argomenti non era da meno,
-:Io me me vado, certi argomenti mi fanno vomitare!
esclamò quindi uscì, sbattendo la porta,
-:Non te la prendere papy, lei non capisce.
si sedette sul divano e accavallando lentamente le gambe, lasciò che il mio sguardo, si posasse alcuni istanti sulla sua fichetta. Riprendemmo il discorso interrotto da Lucia, a differenza di come si era comportata in classe, si dimostrò molto arguta e interessata all'argomento e nei ragionamenti, cercò di contestualizzare il pensiero greco e poi romano. Mi sentivo stranamente attratto da quella giovane ragazza, discorrendo con lei di questioni filosofiche, Avevo quasi dimenticato il suo approccio erotico della mattina. Il suo comportamento era comunque volto a sedurmi, ti accarezzava spesso le cosce, scuoteva i lunghi capelli biondi e sfiorava con le dita il seno, sistemandosi maliziosamente la camicetta. Non si trattava di movimenti studiati, il suo comportamento rispecchiava a pieno l'esuberanza sessuale dei suoi anni, Si alzò per andare in bagno e il mio sguardo si posò lascivo sul suo fondoschiena, la minigonna lasciava scoperta in parte il suo bel culo. Mi alzai pochi istanti dopo e come un ragazzino mi avvicinai alla porta del gabinetto, mi abbassai; la serratura di squella porta era vecchia e molto grande, mi permise quindi di spiare viziosamente la mia giovane allieva, tirai fuori dalla tasca il suo slippino e odorandolo, la guardai fare pipì. Aveva la fichetta liscia, depilata e sentivo il cazzo sempre più duro, imprigionato nei pantaloni, si asciugò e si soffermò a carezzarsi lasciva, giocando con il clitoride, ebbi paura uscisse all'improvviso, quindi mi ritirai, riponendo lo slippino in tasca. Quando tornò in soggiorno, avevo il cuore in gola, mi passò vicino,
-:Le mie mutandine! Dovresti nasconderle meglio prof!
disse, sfilandomi dalla tasca l'indumento, che evidentemente era rimasto leggermente fuori. Si sedette nuovamente sul divano e si portò le mutandine al naso,
-:Hanno un bel profumo, vero!?
esclamò sorridendo e appallorolatele, me le lanciò,
-:Non temere, te le lascerò, sono un regalo!
non sapevo come rispondere alla sua provocazione, ma in quel momento a sentii la porta di casa aprirsi, Clara, mia moglie, stava rientrando e pensai di esser salvo. Al contrario, proprio il fatto che non eravamo più soli, la ringalluzzì. Approfittando che mia moglie, entrando era alle sue spalle e non poteva di certo rendersi conto di ciò che stava succedendo, allargò le gambe, mostrandomi nuovamente la fichetta nuda. Clara, salutò Rita, non era certo la prima volta che rientrava trovandola in casa e non sospettò niente, mentre si allontanava per andare in camera a cambiarsi, Rita, si carezzò lascivamente la coscia. Vedevo mia moglie di spalle nel corridoio e la mia giovane allieva, che giunta con la mano sull'inguine, si carezzava vogliosamente la figa, sorridendo spudoratamente,
-:Professore, ti piace la mia fichetta!?
-:Rita, ora basta, cosa vuoi fare!? Potrei essere tuo padre!
-:Hai annusato le mie mutandine, vero!? Voglio sentirti dire che ti piace la mia amichetta E che vuoi fare l'amore con me!
-:Abbassa la voce, cosa vuoi fare!? Te l'ho già detto in classe! Ti ho già detto che se non fosse illegale, vorrei fare l'amore con te!
sorrise soddisfatta, mi teneva in pugno,
-:Vuoi baciarla? Vuoi sapere che sapore ha?
-:Basta, ora stai esagerando, smettila!
si imbronciò, ero nel panico, stava diventando sempre più spudorata, era in casa mia senza mutandine, indumento che avevo io in tasca, non sapevo cosa fare, avrebbe, se solo avesse voluto, potuto rovinarmi, la fissai, si alzò, aveva lo sguardo serio, duro, deciso, mi si avvicinò, sollevo la minigonna scoprendo la fichetta,
-:Dalle un bacino e prometto che vado via!
non potevo fare altro e oltretutto lo desideravo anch'io, avvicinai le labbra al pube e lo baciai, ma non osai andare oltre.
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