giovedì 22 ottobre 2020

SESSO AL VOLO (by: DIEGO GILLES MICHAEL BOSCO)





Care lettrici e cari lettori del blog, oggi vi propongo il racconto erotico di un mio simpatico amico e anche lui lettore, DIEGO GILLES MICHAEL BOSCO.
Diego è un grande appassionato e studioso di arte, fumetti, racconti, saggi, libri, sport e tanto altro (vi assicuro che è veramente pieno di interessi) che dopo aver partecipato al primo concorso della mia iniziativa SOCIAL SEXY STORY, è stato promosso adesso a scrittore. Secondo me ha molto talento nello scrivere questo genere di racconti e spero che nei suoi ritagli di tempo continui a scriverne altri per il nostro blog. Dopo tanti racconti al femminile, scritti da donne è interessante, curioso (e anche molto piccante) leggere un racconto scritto da un uomo, cercare di capire anche l'erotismo maschile e il suo punto di vista.
In passato il blog ha ospitato anche altri racconti di autori maschi, lo stesso mio socio DONATO ha scritto un'intera serie dedicata alla sottoscritta, ma per la maggior parte ultimamente abbiamo ospitato soprattutto autrici donne. La fantasia è donna si sa, ma è bello leggere e alternare anche con l'immaginario maschile, per questo ho ideato il concorso e serie antologica SOCIAL SEXY STORY che continuerà prossimamente con un inizio racconto proposto da una delle scrittici più amate di questo blog, che spero stimolerà altri maschietti a scrivere. Per ora leggiamo e commentiamo questo racconto di Diego, che ringrazio moltissimo, incentrato su una sua fantasia erotica ricorrente, ovvero il sesso durante un viaggio aereo, un po' pericoloso, rubato e malizioso con una sconosciuta che ti siede accanto...quando però non si è soli (come leggerete!!). Mi raccomando commentate e se altri maschi aspiranti scrittori hanno racconti da proporci noi li valuteremo...



SESSO AL VOLO (Diego Gilles Michael Bosco) 


Lei gli aveva appena detto che non era possibile fare sesso sull’ aereo. 
E che tutti quelli che lo affermano, rinforzando questa leggenda metropolitana, mentono...
Gli spazi della seconda, o forze anche terza quarta classe, diciamo anche classe “Z”, che loro erano soliti scegliere per risparmiare, erano veramente angusti.
Non era possibile muoversi e se lo si faceva anche solo di qualche centimetro, si finiva per sfiorare un’altra persona. Forse è per questa stessa ragione che tutti gli imbarcati, dormivano profondamente. Per superare al più presto possibile questa prigionia che Lui stesso sentiva.
Tuttavia, Esso era più speranzoso di Lei, forse sognatore, e non voleva rinunciare completamente all’idea che una giovane coppia, specialmente all’inizio della loro storia, non avrebbe potuto non accontentarsi di quel bagno stretto e traballante e iniziò ad abbozzarsi nella mente una scena… In fondo, facendo sesso da in piedi, non era così impossibile, dato che lo spazio necessario a quella posizione non era poi così tanto.
Così, unendo e ammassando i cuscini di entrambi, posizionandoli tra le loro teste, decisero di dormire l’una accanto all’altro.
“Questo era uno dei vantaggi della coppia” e Lui, con questo dolce pensiero, si addormentò, unendosi al sonno della sua partner.
L’unica cosa che turbava i suoi sogni, era la procace donna alla brasiliana, o comunque meticcia, alla sua sinistra.
Il su e giù delle turbolenze lo sconquassavano molto meno dei suo sguardi.
Lui era solito guardare le altre donne, ma era più insolito che le altro rispondessero ai suoi sguardi… E a quel modo!
Ma la fantasia di ogni uomo si sa, viaggia sempre più del dovuto.
Il tempo del volo era infinito. Quando Lui si svegliò decise di guardare un film.
Il film si intitolava Ad Astra e insieme alla colonna sonora e alle animazioni di Star Wars, che la compagnia aerea SES Group aveva scelto per convincere i passeggeri ad allacciarsi la cintura, era perfetto per accompagnare un viaggio senza tempo.
Ma quella pellicola era una noiosissima accozzaglia di stereotipi fantascientifici che faceva l’occhiolino alla lentezza della regia Russa.
A Lei era piaciuto quel film e glielo aveva consigliato, ma lui pensò che se al posto di vedere per più di due ore il faccione di Brad Pitt, avesse visto quello della sua ex moglie Angelina, probabilmente sarebbe piaciuto molto di più anche a lui, piuttosto che tornargli sonno...
Brad era appena entrato nell’astronave di suo padre e stava per rincontrarlo… “Sì, bella scena questa!” e Lui si riaddormentò.
Dormiva profondamente. Tutto era scomparso!
Il sonno non era però abbastanza profondo da non svegliarlo al momento in con la sua gamba tocco quella dell’Altra...
Solitamente in questi casi si chiedeva scusa in un'altra lingua, con noia reciproca.
Non si riceveva in risposta un sorriso che l’Altra gli stava facendo.
Si chiese se per caso stesse ancora sognando… Se avesse, in realtà, solamente cambiato sogno, e fosse stato sbalzato da quel grande prefabbricato metallico e tutto colorato di prima, ad un sogno più realistico…
Ma quell’odore afrodisiaco che ancora una volta lo investiva, lo convinse in maniera assoluta che non era così.
Quel forte odore di incenso esotico, che, nonostante la sua collezione di incensi, non aveva mai sentito.
Rendendosi conto che era tutto vero, il battito del suo cuore accelerò!
Sì, perché quegli occhi stretti, lunghi, languidi e con quella luce al centro della pupilla che lo stava ancora guardando come volessero divorarlo, erano ancora fissi su di lui.
Per la prima volta dopo tanto tempo o forse da sempre, lo avevano fatto sentire preda piuttosto che predatore.
Non reggendo più lo sguardo e sentendosi un peso di colpa sul petto per i pensieri che dal più profondo di sé gli si stavano suscitando, si guardò intorno con circostanza.
Voleva essere sicuro di come fosse la situazione attorno a lui, prima di pensare a fare alcun che, o a rispondere ad ogni possibile svolgimento della vicenda.
La persona che per prima avrebbe dovuto guardare era Lei, ma conoscendo così bene la sua compagna, non ne aveva nemmeno bisogno, perché sapeva bene che quando era così stanca, neanche le cannonate la svegliavano.
E intorno a sé, poi, era ancora notte e buio. Rassicuranti teste riverse da ogni parte lo circondavano, come se le coscienze di quei sacchi di carne fossero così lontane da non poter essere nemmeno evocate.
Solo una divinità come quella di Orfeo avrebbe potuto fare un’opera d’arte del genere. E forse in questo momento stava svolazzando fuori dall’aereo, sorridendogli.
Solo una coscienza ora brillava su tutte, come un'unica stella nella notte. E la sua luce continuava a puntarla.
Ora non lo turbava più. Come una luce fredda ma in grado di scaldare.
Proprio in questo momento perfetto, prima che qualche imbarazzo o disagio potesse coglierli nel loro scambio di comunicazione non verbale, un altro magico scossone dell’aereo fece in modo che la sua coscia destra toccò di nuovo quella dell’Altra.
Il tocco era perfettamente piacevole. Morbido al punto giusto, sodo al punto giusto, liscio al punto giusto, caldo al punto giusto… Lei, al momento dell’impatto, inarcò per un istante indietro la testa, come se fosse bastato quel sol tocco ad eccitarla, in un momento di già così intimità di sguardi.
Entrambi sapevano, che una sola parola avrebbe guastato tutto e spezzato l’incantesimo.
Ora lui si fece coraggio e con la scusa di fare una “prova”, mosse la gamba, scuotendo leggerissimamente quella dell’Altra.
Lei questa volta non reagì allo stesso modo, godendo di nuovo o ancora di più…
Che sciocco che si sentii pensando di provocarle un orgasmo, o anche solo di farla bagnare, in questo modo! Ma senza dargli modo di continuare con i propri pensieri auto-mortificanti, l’Altra, reagì comunque all’istante a quell’ultimo tocco, ma in un modo diverso e imprevisto: Si tolse il magione color panna che aveva...

Mentre il maglione le copriva il viso lui notò e sentì con tutto il suo essere, soprattutto su per il naso, un intensa aria umida e profumata, che come una potentissima aura feromonica lo avvolse tutto…
Questo lo fece sentire profondamente a contatto con il corpo dell’Altra.
Il Daimon che stava regolando da dietro le quinte ogni benché minimo particolare di quella scenografia, di quel set d’amore, tra i vari sbalzi di temperatura all’interno di quell’aereo, fece venire, proprio in quel momento, improvvisamente e terribilmente caldo.
Tutto ciò, non creò affatto quella situazione rarefatta del “che caldo che fa” dei romanzi rosa anni ’50, ma tutt’altro creò un atto di provocazione del tutto naturale.
Lui noto che lei lo aveva fatto per mostrargli l’immenso seno mulatto attraverso la scollatura della maglietta. Una maglietta bianca così sottile che mostrava perfettamente i capezzoli in trasparenza. Sotto non aveva alcun reggiseno, era evidente. Pensò che non lo avesse messo proprio perché si sentiva talmente vogliosa nell’anima, da essere desiderosa di mostrarlo il prima possibile.

Lui rimase ipnotizzato da quel capezzolo.

Già solo il seno sporgeva dal petto di trenta centimetri… E quel cerchietto di carne ancora più scura, era talmente perfetto che sembrava disegnato! Al centro di esso, c’era un piccolo puntino, ancora più in rilievo e perfettamente rotondo, che sembrava il centro di tutto l’Universo...
Lei a metà tra un sorriso e una risata silenziosa, gli diede una spinta amichevole. Un modo perfettamente simpatico per metterlo a suo agio riguardo al suo sguardo che cadendo, non era più stato in grado di rialzarsi.
Quel sorrido però, ebbe il potere di riportare in alto la sua attenzione, alle sue labbra. Erano dipinte di un rossetto rosso fuoco e sulla destra, c’era un piercing rotondo, bianco come una perla, quasi a richiamare il capezzolo di prima…

Quasi ignara del fatto che a lui si stava già muovendo tutto sotto le mutande, iniziò a guardarsi intorno per trovare un posto dove appoggiare la sua grande e larga maglia.
Per contenere un seno così grande, infatti sembrava più un chiaro mantello e faceva luce come un angelo.
Da come si guardava intorno, si capiva che non aveva nessuna intenzione di appoggiare quell’indumento sopra di lei, perché non ci pensava neanche a coprire le sue grazie!
Aveva infatti delle calze nere con dei motivi floreali che le partivano da poco sopra il ginocchio…
Lui, profondamente sensibile all’arte, le guardava affascinato dal disegno irregolare…
Nella coscia sinistra, la fascia di fiori era più corta, e finiva al ginocchio. Sotto di essa dei puntini neri proseguivano fino ad avvolgerle il piede, che lui non poteva vedere bene, purtroppo, anche se avrebbe voluto.
Nell’altra sua gamba invece, quella più distante da lui i motivi dei fiori nelle calze nera, andavano giù fino alla caviglia, finendo appena sopra il malleolo.

Come se lei seguisse l’energia e l’attenzione di lui, ancora portata verso il basso, decise infine, con tutta naturalezza, di appoggiare il suo largo indumento, sopra le gambe di lui.
Questo lo fece sentire in ancora maggiore intimità da non rendersi conto, che in questo gesto, la mano di lei, aveva “accidentalmente” sfiorato il membro di lui.
Nonostante lui pensò che lei lo avesse fatto apposta, ad infilare la sua mano così in profondità, notò che quando sentii che era turgido, spalancò gli occhi.
L’estrema espressione di stupore nel volto di lei la fece sembrare per un attimo scontenta agli occhi preoccupati di lui, che ancora non ci poteva credere che tutto questo stava capitando per davvero…
Ma la sua mano che si faceva strada tra i suoi pantaloni lo riportò ancora una volta nell’impero dei sensi. 




Quando il membro fu nella sua mano dalle dita corte e leggermente tozze, tipico delle donne sensuali, lui si accorse che i suoi gesti erano ciò che le veniva più naturale, si sentiva.
Usava una tecnica strana: glielo tirava verso l’alto lentamente, per poi “strapparglielo” sulla punta verso l’esterno, come se stessa accarezzando la coda di un gatto.
Mentre faceva questo, notò che la sua lingua rossa, usci fuori, e da destra a sinistra, si leccò il suo angolo del labbro…
Lui rimase stupito nel vedere che la sua lingua era rossa esattamente come le sue labbra con il rossetto!
Pensò subito che glielo volesse assaggiare…
Ma mentre con pollice e l’indice gli iniziò a massaggiare insistentemente la cappella e il glande, tutti i suoi pensieri vennero completamente risucchiati da quel gesto. Era come se quelle dita larghe fossero una voragine che lo aspiravano.
Quando il massaggio cambiò ancora, divenendo una vera e propria sega, lui diventò pazzo, perché vedeva quella felpa con quella fragranza, ancora prendere vita nel suo movimento… Voleva infilarle una mano tra le gambe per sentire quanto era bagnata, infilarle il cazzo in bocca o in altro orifizio, e qualcosa fece…
Ma sentendo che stava per venire, con la bava alla bocca, le infilò la lingua in bocca, mentre le veniva nella mano e in quella adorabile felpa che gli era stata complice.

Le risucchiò le labbra per prenderne tutto il sentore…

Ma a lei quel bacio non bastava… E quando tirò fuori la sua mano così lucidamente umida, si infilò un dito smaltato di rosso in bocca per assaggiarlo. Ma il liquido bianco e luminoso era talmente abbondante che le bagnò tutte le labbra, colandole da un fianco.
Lui si eccitò talmente tanto che le strinse una coscia quasi da farle male, guardandola intensamente negli occhi…
Poi le strinse la figa, che anche da sopra la gonna gli sembrò talmente bagnata da sgusciarle e scomparirle tra le mani…


Dopo si rilassò nella poltrona, anche vedendo che lei aveva un sorriso molto soddisfatto, mentre continuava a degustarsi il suo pasto.
Lui chiuse gli occhi. Esausto da uno dei più bei e avventurosi orgasmi della sua vita.

Il viaggio era ancora lungo...

Magari così lungo da poter verificare anche se era veramente possibile fare sesso nella toilette…

Si

Il viaggio era ancora lungo....











5 commenti:

Anonimo ha detto...

Da lettrice mi è piaciuto molto questo racconto, semplice a suo modo, ma molto eccitante visto il tipo di situazione. Bravo lo scrittore che sembra aver vissuto in qualche modo l'esperienza in volo o mi sbaglio? Ci starebbe bene un seguito perché resta l'acquolina in bocca (e non solo li...).
Ma-Lia

Anonimo ha detto...

Bello il racconto, stuzzicante. Belle anche le immagini scelte. Il modo di scrivere di Diego è sexy e simpatico, anche nel racconto della palestra mi era piaciuto. Speriamo scriva altri racconti sono curiosa.
Jenny

Diego Bosco ha detto...

Ciao Ma-Lia,
onorato che il racconto ti sia piaciuto!
Attenta, perché dietro a un'apparente semplicità si nascondono archetipi ben precisi.
È una storia vera? Mistero!😎
Scrivo molte storie e l'impressione che spesso si prestano a dei seguiti ce l'ho anche io...
...E a volte nascono delle curiose trilogie 😁
🌟

Diego Bosco ha detto...

Ciao Jenny!
Come tu mi vedi è proprio il modo in cui desidero apparire!😁
Io ho sempre scritto moltissimo, spaziando un po' tutti i generi. Non solo racconti, ma anche romanzi, saggi, manuali...
Se ti interessa leggere altri pezzi della mia anima posso inviarti qualcosa anche in privato.
Sto lavorando anche ad altri racconti erotici, ma chissà quando saranno finiti.
🌟

Anonimo ha detto...

Ciao Diego, non vedo l'ora di leggerle allora queste curiose trilogie, sperando ci siano altre mani eccitanti come quelle lette e viste in questo tuo racconto. Se dici che è un mistero vuol dire che un po' di verità c'è e che quella mano che si intrufola tra le cosce era la tua. Scherzi a parte, complimenti la tua mano mi ha molto eccitata e per un po' mi sono sentita come quella brasiliana ;)
Ma-Lia