Prosegue il viaggio di Anna alla ricerca di sè stessa ambientato a Rimini con un nuovo episodio allo stesso tempo eccitante ma anche scocertante.
Complimenti a Monika per avere creato un personaggio così dolce e ambiguo allo stesso tempo...
Donato
Le memorie di Anna 2 - "Rimini" p. 3 (di 4)
L'attenzione di tutti i presenti era su di me.
I loro occhi erano puntati sul mio dito medio che entrava e usciva dalla mia vagina umida.
Il
cuore mi stava martellando in petto: ero spaventata ma anche
terribilmente decisa a non farmi sovrastare, di non essere io la preda
di quelle persone ma, anzi, di considerarli solo come miei strumenti.
L'uomo
con il cartoncino bianco fece un cenno al signor Gia... ah, no,
all'Untuoso (mi ero ripromessa di chiamarlo così), si avvicinò al suo
tavolo e mise il pezzetto di cartone nel recipiente di vimini.
Il colore dei cartellini rappresentava la cifra che avevano pagato per essere lì presenti e cosa avevano il "diritto" di fare.
L'Untuoso
non avrebbe ricevuto il mio affitto ma, organizzando incontri del
genere, poteva subito recuperare la cifra, probabilmente doppiandola.
Dopo
aver depositato il cartoncino, quel tipo venne verso di me, si abbassò,
prese la mia mano e si mise in bocca il dito con cui mi ero toccata,
poi cominciò a leccarmi in mezzo alle cosce, facendomi inevitabilmente
sussultare.
Ero sicura di averlo già visto... e mi venne in mente
dove: era un tizio che aveva una bancarella al mercato nella strada lì
vicino, dove, mesi prima, mi ero fermata a prendere un bracciale da
regalare alla signora Gina.
L'Untuoso aveva evidentemente dei suoi percorsi rodati per cercare la "clientela".
E
ora invece ero lì, con le gambe spalancate davanti a lui, che al posto
di bracciali mi offriva leccate decisamente appassionate, sostituendo a
volte la lingua con un dito che muoveva dentro e fuori dalla mia fessura
intanto che baciava la zona intorno.
Poi, paonazzo in volto, mi
tolse poi le scarpe e le calze, mi sollevò le gambe e le leccò entrambe
completamente, dai fianchi arrivando fino ai piedi, ora nudi, a cui
dedicò baci e inevitabili nuove leccate, mischiandole a qualche parola:
"Che... bei piedini... che hai... peccato che siano profumati".
Sul tavolino vicino alla poltrona c'erano alcuni vibratori, di varie forme e colori; erano i primi che vedevo in vita mia.
Quell'uomo
ne prese uno che somigliava ad un pene vero, lo accese e me lo infilò
dentro dicendo: "Bella fighetta morbida... prenditi questo bel cazzone
duro..."
Sentii un languido piacere salirmi fino alla testa, e mi morsi le labbra per non gemere.
Lo
mosse con una mano, a lungo, poi tornò a leccare con trasporto un mio
piede e, dai movimenti che faceva, capii che si stava masturbando,
arrivando a godere da lì a poco.
I fazzoletti di carta messi sul tavolo vicino al gruppetto di uomini servivano a quello, quindi: a pulirsi.
L'Untuoso non trascurava i dettagli.
Venni
invitata dagli altri a spogliarmi del tutto - cosa che feci -, ad
avvicinarmi a quelli senza cartoncino, i più anziani, che mi palparono e
pizzicarono un po' ovunque, e poi mi dissero di inginocchiarmi sul
materasso.
Dopo aver lasciato il loro cartoncino giallo nel
contenitore sul tavolo dell'Untuoso, si avvicinarono due uomini, di età
diverse ma entrambi abbastanza brutti e con un cattivo odore.
Quello più grande mi accarezzò il viso e disse: "Sei proprio una gran fica. Sai cosa farai adesso con la tua bocca?"
Io rimasi in silenzio, ma conoscevo la risposta.
Lui
continuò: "Sì che lo sai. Ci succhierai il cazzo, a me e a mio
fratello. Facci vedere quanto sei troia! Ce li succhierai fino a farci
sborrare", e il più giovane aggiunse: "E la mia la devi ingoiare! Sì!".
Pochi secondi dopo avevo i loro membri davanti al viso; erano già in erezione e piuttosto grossi.
Iniziai a leccarli e succhiarli, nel modo che avevo imparato a fare da tempo.
Non
era la prima volta che avevo a che fare in quel modo con due uomini (mi
tornarono in mente ancora i miei due cugini), e neanche la prima volta
che facevo sesso per ottenere qualcosa (come con il professore di
matematica), ma qui la situazione era completamente diversa: ora ero
nella cantina di un edificio di periferia, nuda, e alla mercé di otto
sconosciuti.
Sapevo che la soddisfazione sessuale avrebbe
probabilmente allontanato altri possibili rischi, tipo qualche violenza,
cose di cui mi aveva raccontato Rita.
Da me ebbero quindi un pompino che avrebbero ricordato.
Feci
durare il loro godimento il giusto, poi mi decisi a farli venire
stimolandoli con la mano e subito due abbondanti fiotti di liquido caldo
mi finirono in parte in bocca e in parte sulla faccia mentre loro
gemevano di piacere.
- "Brava! Cazzo, sei stata davvero brava! Sì!",
disse infine il ragazzo, aggiungendo poi: "Ti piace il sapore della mia
sborra, eh?".
Feci un lieve gesto di approvazione con la testa.
Mentre
si ricomponeva, rivolgendosi agli altri esclamò: "E' davvero brava,
'sta troia! Io qui ci torno! Voglio anche scoparmela!".
Si
avvicinarono infine gli altri possessori del cartoncino: quello con
l'ultimo di colore giallo e i due con i rossi, tutti intorno ai
quarantacinque anni.
Uno dei tre, indicando il secchio in fondo alla
stanza, mi disse: "Ingoia quello che hai in bocca e vai a pulirti. Poi
torna qui, troia, che hai ancora da fare".
Mi sciacquai volto e mani e
poi tornai sul materasso, rimettendomi in ginocchio mentre loro, ora
parzialmente nudi, si posizionarono in piedi intorno a me: "Succhia", mi
intimarono praticamente insieme.
Cominciai a farlo, alternandoli
l'uno con l'altro, ma spesso cercavano di mettermene in bocca più di
uno, cosa che mi faceva mancare l'aria: a ogni mio colpo di tosse
sentivo le loro risate.
Senza tregua, la testa mi veniva spostata da
un uccello all'altro, e quando ero impegnata con uno, gli altri me li
sbattevano sulla faccia, evidentemente divertendosi in tal modo.
Dopo
circa dieci minuti di quel trattamento ero in una pozza di saliva e
sudore, con il capelli attaccati sulla fronte e sul collo e con gli
occhi che faticavano a restare aperti.
Poi, quello che aveva
consegnato il cartoncino giallo, si inginocchiò davanti a me dicendomi:
"Ora vieni a spompinarmi così! Leccami bene anche i coglioni!".
Per
farlo dovetti mettermi a quattro zampe, e in quel momento, uno dei
possessori del cartoncino rosso (che aveva pagato la cifra più alta,
quindi per scopare) vidi che si stava infilando un preservativo (messo a
disposizione sempre dal padrone di casa. Una delle "regole" della
cantina. L'altra era di non lasciare lividi sulle ragazze), si mise poi
dietro di me e, tenendomi fermi i fianchi con le mani, mi penetrò con un
colpo netto, iniziando a montarmi con foga: "Toh, tutto fino in fondo!
Ti metto dentro anche le palle! Oggi fai un'indigestione di cazzo,
zoccoletta!", disse.
Dopo un po' cambiò posizione, si stese supino sul materasso e mi intimò: "Salimi sopra e rimettitelo nella figa!".
Feci come richiesto, e sentii il suo sesso entrarmi di colpo di nuovo dentro.
Esclamai un: "Ah!" di dolore, ma che, sentendo i commenti, alcuni intesero per un gemito di piacere.
Ora,
per arrivare a prendere in bocca l'uccello del tipo inginocchiato
davanti a me, che chiedeva attenzioni, dovevo per forza allungarmi sopra
l'uomo che era sotto di me, mettendo i seni a portata della sua bocca,
cosa di cui approfittò subito leccandomi e mordicchiandomi i capezzoli,
mentre il terzo uomo, l'altro con il cartellino rosso, si stava
infilando anche lui un preservativo.
Pensavo attendesse il suo
"turno", invece sentii le sue mani sulle mie natiche, che gli stavo
involontariamente porgendo, e, subito dopo, il sui dito che mi inumidiva
di saliva l'ano: "Che bel culo che hai, puttanella... quanti cazzi hai
già preso qui?".
Cercai di girarmi, di cambiare posizione, ma non ne
ebbi il tempo né il modo, visto che gli altri due mi tenevano bloccata,
quindi me lo infilò dentro, sodomizzandomi in quella posizione!
Non avevo mai fatto un'esperienza simile, con due uomini contemporaneamente dentro di me!
Mi
sentii in un modo che a parole non riesco a descrivere: il fiato mi
venne a mancare e avvertii come un senso di acuta vertigine.
Ero
ormai completamente intontita, sballottata dai colpi che ricevevo, tanto
che le altre persone presenti nella stanza erano diventate per me vaghe
figure: mi parve di sentire alcuni commenti, tipo: "Guarda la troia
come si agita con il culo aperto!", e di capire che alcuni di loro si
stavano masturbando, ma la mia vista era ormai a dire poco appannata.
L'uomo che mi stava scopando da dietro fu il primo a venire, emettendo una specie di grugnito.
Una volta appagato, si allontanò ansimando, alzandosi poi in piedi.
Quello a cui ero seduta sopra mi agitava i fianchi in maniera quasi selvaggia, fino a che eiaculò anche lui.
Ringraziai
il fatto che avesse il preservativo, anche se, dando un ultimo colpo,
urlò: "Ti riempio, puttana!", per poi distendere braccia e gambe senza
più forze.
L'ultimo fu il tipo a cui stavo facendo il pompino... ma
quando riuscii a concentrarmi solo su di lui non durò molto e venne
sulle mie tette.
Ero sul materasso, semisdraiata, coperta di sudore
(mio ma non solo) e sperma, e mentre cercavo di tornare a respirare,
pensando che il calvario fosse finito, un'altra persona stava entrando
dalla porta della cantina: la signora Melissa!
Immaginai subito una sua reazione isterica, invece esordì dicendo: "Come sta andando la ragazza?"
- "Una scopatrice coi fiocchi!", le rispose il marito.
Ero incredula!
-
"Bene. Ora vieni qui, a gattoni", aggiunse lei, andando a sedersi sulla
poltroncina e allargando le gambe, mostrandosi nuda sotto l'ampia
gonna: "Leccamela. Fai godere anche me. Sei bellissima così stravolta".
Stravolta
lo ero davvero, ma ci andai e, pur se schifata da quella donna, le
praticai un cunnilingus sotto gli occhi sempre attenti dei presenti; la
cosa, per mia fortuna, non durò molto.Alcuni, vedendomi in quella
posizione, espressero ancora delle voglie, ma il prezzo di un nuovo
cartoncino li scoraggiò.
Alla fine, quasi in silenzio (ancora qualche battuta dispregiativa su di me non mancò, ovviamente), tutti se ne andarono.
Erano passate due interminabili ore.
Io tornai carponi sul materasso e lì rimasi, a riprendere fiato.
Solo
l'Untuoso era ancora presente; stava annotando le entrate sul quaderno,
e dalla sua espressione le cose dovevano avergli reso bene.
Infatti, poco dopo disse: "Sei stata bravissima! Rivestiti pure con calma, passerò poi io a sistemare", e andò via.
Non so dire quanto tempo passò, ma poi me ne andai anch'io.
Non mi ero rivestita, però; scarpe e vestiti li avevo nelle mani.
Uscii
dalla pensione e in strada completamente nuda, mi diressi verso la
spiaggia, appena dietro il caseggiato, feci cadere i vestiti ed entrai
in mare, lasciando che mi sommergesse con le sue acque.
Avrei voluto lasciarmi andare, finirla lì... ero a pezzi... che cosa avevo fatto?
Tutte le parole e gli insulti ricevuti da quegli uomini mi rimbombavano nella testa e nel cuore.
Rita aveva ragione: era una cosa più grande di me, e l'alternativa che avevo la rifiutavo per folle cocciutaggine.
Non potevo considerarmi disperata, ma sentivo di esserlo... perché? Perché? Perché mi sentivo così?
Passai la notte seduta sulla sabbia, in attesa dell'alba e nutrendomi di silenzio.
Nei
giorni successivi, i due proprietari della pensione, come anche gli
altri presenti nella cantina che incontrai in giro, si comportarono come
se non fosse successo nulla.
A pochi giorni dalla scadenza del successivo affitto, una mattina venni fermata dall'Untuoso prima di uscire dal portone.
Era raggiante:"Hai avuto un gran successo, ragazza mia! Per il prossimo giro ho già quindici prenotazioni! Sei pronta?".
A me venne in mente solo l'armadio di metallo nella cantina e quei bracciali di cuoio fissati con le catene al muro.
6 commenti:
Ehi, avevo anche io un cartoncino rosso! :-) :-)
Scherzi a parte, ancora un ottimo episodio, carico di notevole erotismo ma che, come sempre, offre anche diversi spunti di riflessione.
Mirko
Bellissima serie! Peccato che sia quasi già finita.
Questa ragazza è davvero un bel personaggio. Sono previsti altri racconti su di lei?
In assoluto la serie e il personaggio che preferisco. Episodi pieni di situazioni eccitantissime e mai scontate ma che non si esauriscono solo nelle questioni sessuali.
Sonia B.
Difficile trovare racconti di questo genere scritti così bene. Viene sempre voglia di saperne di più, di leggere ancora...davvero ben fatto.
Episodio da cardiopalma e in effetti scritto molto bene.
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