Seconda puntata di questa serie adolescenziale scritta dalla meravigliosa Letizia Amore.
Invito tutti a leggerla con attenzione...credo Letizia sia stata davvero eccezionale nel descrivere i turbamenti della protagonista...
Donato
Mi avvicinai lentamente, ero agitatissima, avevo letteralmente il cuore in gola, le gambe mi tremavano e sentivo tra le cosce il fuoco del desiderio ardere impetuoso, cosa stava accadendo, cos'avrei visto dietro quella porta. Avevo davanti agli occhi, le scene che avevo visto pochi giorni prima, quell'uomo nudo, il suo petto villoso, le braccia forti, muscolose e sopratutto il suo grosso coso con la testa rosso scuro. Immaginavo la zia, che con gli occhi iniettati di desiderio lo succhiava avidamente, la densa crema biancastra di lui, sgorgare come un fiume in piena. No, non dovevo farlo, non era giusto spiare la zia in quei momenti di intimità, era la sua vita e a me non doveva interessare, era una cosa disgustosa, guardare un uomo e una donna nella loro intimità, ma non riuscivo a fermarmi, i miei piedi si muovevano da soli e giunta vicino alla porta guardai attraverso l'apertura. Era sopra di lui, cavalcioni all'altezza del suo basso ventre, vedevo il suo bel fondoschiena muoversi lentamente e immaginai quel coso che scivolava dentro di lei, un brivido mi scosse e mentre lui sembrava aggrappato con le mani ai suoi fianchi, cominciai a toccarmi. La mano scivolò sinuosa nello slippino, il seno generoso della zia ondeggiava, guardavo i suoi capezzoli grossi e duri, irti come chiodi e mentre le dita, stuzzicavano il magico bottoncino della mia micina, con l'altra mano sfiorai il mio giovane décolleté adolescenziale. La bambina innocente di pochi giorni prima, era nascosta, impaurita da quelle nuove, febbricitanti emozioni, in un angolo della mia mente. La nuova Liliana, aveva preso coscienza di se, sentii sotto le dita i miei capezzolini, molto più piccoli di quelli della zia, farsi duri, sensibilissimi e strizzandoli dolcemente, dovetti mordermi le labbra per non gemere languidamente. All'improviso la zia emise un gemito rauco, simile al ruggito di un leone, la fissai, inarcò la schiena, poggiandosi sulle gambe leggermente piegate di lui, mio dio, quello era un orgasmo, un violento orgasmo, cos'avrei dato in quel momento per provare ciò che con tantaveemenza, stava provando la zia. Mi appoggiai con le spalle sul muro accanto alla porta, non potevo vederli, ma sentivo i loro lunghi affannosi sospiri. Ad un certo punto sentii la zia dire qualcosa, avevo capito cosa gli aveva chiesto, ma pensavo, volevo credere di aver sentito male, lui con voce ferma, rauca per lo sforzo fisico di poco prima, le chiese sfacciatamente di chiederglielo ancora. Sgranai gli occhi e sporgendomi piano, guardai nella stanza, la zia, era carponi sul letto e con una mano sul morbido culo, lo teneva largo, non potevo crederci, si, lo sapevo che alcune donne lo facevano, sapevo che agli uomini piaceva, si parlava di queste cose tutti i giorni, negli spogliatoi della palestra, ma come per altre cose, era credenza comune che solo le troie, lo facevano. Dunque zia Serena, la sorella di mamma era una troia!? No, non poteva esserlo, io non volevo crederlo, era mia zia, la donna che ammiravo di più, anche più di mia mamma e non era una troia! Restai a guardare, il cuore in gola, la mano, come pietrificata dentro le mutandine e sentii chiatamente mia zia, chiedere a quell'uomo, di metterglielo dietro. Vidi la grossa punta viola di quel suo coso, premere sul buchino rosa del suo culo, e scivolarvi dentro allargandolo, la zia emisr un lieve, rauco gemito di dolore, mentre quel palo nodoso di carne, penetrava tutto nel suo culo. Era qualcosa di incredibile, ansimavo e tremavo come una foglia, ero.eccitata e spaventata allo stesso tempo, morivo dalla voglia di provare quel piacere che pervadeva il corpo della zia. Sempre più eccitata, mi toccai il buchino del culo, un dolce, osceno piacere saettò lungo la schiena, turbandomi e sorprendendomi, non avrei mai pensato, potesse essere piacevole, spinsi il dito dentro, ma lo ritrassi di scatto, faceva male, troppo per me, come faceva la zia a farsi penetrare cosi da quell'uomo!? I rauchi gemiti della zia si fecero sempre più intensi, le piaceva, per quanche strano motivo a me sconosciuto, le piaceva fare quelle cose. Misi il dito in bocca, forse bagnandolo, come si fa quando un anello non vuole più uscire, sarebbe entrato meglio nel mio culetto, volevo assolutamente capire e mentre come incatenata con gli occhi su di loro, fremevo di desiderio, lo spinsi nel mio buchino. Faceva ancora male, ma stranamente piacevole, mi morsi le labbra, le pareti calde, pulsanti e vellutate dello sfintere, avvolgevano il mio dito, cominciai a muoverlo lentamente, spingendolo più a fondo che potevo, sentii la vagina contrarsi, piccoli brevi spasmi che scatenarono dentro di me, un violento orgasmo. Guardai la zia, le gambe mi tremavano ancora e cercavo di immaginare, moltiplicando il piacere che avevo appena provato, quanto potesse godere lei. Mi ritirai, avevo paura di lasciarmi pericolosamente andare a gemiti di piacere e alla fine commettere un errore, che mi avrebbe fatto scoprire. Chiusa in camera, mi spogliai completamente nuda e mi guardai nel grande specchio appeso dietro la porta, non ero più una bambina, sul pube, si intravedeva una riccia setosa peluria, i fianchi morbidi, la vita stretta e il ventre piatto, il culetto sodo alto e morbido, il seno, ancora acerbo, una seconda pienotta, su cui svettavano i rosei capezzoli puntuti, la donna dentro di me, stava sbocciando lentamente e con essa, cresceva anche la voglia di scoprire i piaceri del sesso. Mi sfiorai un capezzolo con l'indice, fu come mettere le dita nella presa elettrica, un brivido scosse il mio corpo, accarezzai il seno, scivolai lentamente sul pancino, i peli del pube erano morbidissimi, setosi, sfiorai il mio bottoncino magico e il piacere incendiò il mio ventre. Inginocchiata davanti allo specchio mi guardai ancora, cosa mi stava capitando, solo pochi giorni prima il sesso era qualcosa di sconosciuto, ora sebbene non avessi alcuna esperienza, avevo solo voglia di toccarmi. Mi giravo e rigiravo nel letto, le mie dita sfioravano il bottoncino della mia fessurina e si spingevano sino a scontrarsi con l'imene intonso, mugolavo languida con le labbra serrate, mentre il mio corpo era scosso da fremiti indomabili e senza quasi rindermene conto, il mio dito aveva lacerato la mia verginità. Sentii la parete rogosa della mia vagina e iniziai a godere scompostamente, i brividi che scuotevano il mio corpo, sembrava non si sarebbero più arrestati. Ancora inesperta, mi bloccai di colpo e stringendo forte le cosce, mi rannicchiai piangendo, il danno era fatto. Non sapevo che un dito non è sufficiente a infrangere completamente l'imene e dunque, sebbene tecnicamente non più vergine, la sacralità di quella sottile membrana, non era persa, alla fine la stanchezza ebbe la meglio su di me e crollai. Il mattino dopo, quando mi alzai, ebbi la sensazione che qualcuno nella notte, fosse entrato nella mia camera. Le mie mutandine, che la sera prima, ero certa di aver lasciato in terra, vicino al grande specchio dietro la porta, erano piegate sulla sedia e cosa strana, perché la notte avevo l'abitudine di restare coperta sotto le lenzuola, quel giorno ero tutta nuda e scoperta. Mi coprii subito e mi guardai attorno sospettosa, chi mi aveva scoperta in quel modo, chi aveva piegato le mie mutandine!? Certo, poteva essere entrata la zia, ed aver messo a posto lo slippino, ma perché lei, avrebbe dovuto scoprirmi tutta!? Misi il pigiamino corto e andai in cucina, la zia era lì, stava preparando il caffè, già, ma non potevo chiederle se era stata lei a scoprirmi e mettere a posto il mio indumento. La guardai, era bellissima, non si era ancora vestita, del resto eravamo tra donne, era veramente bellissima, guardai il suo seno sodo, il ventre piatto, ma più di tutto, fu il suo morbido fondoschiena, ad attirare indecente la mia attenzione. Aveva veramente un fondoschiena perfetto, accarezzai lasciva i miei fianchi e la rotondità dei miei glutei, era normale che un uomo potesse desiderarlo e le immagini della sera prima mi passarono davanti agli occhi, la zia mi fissò, aveva uno sguardo strano,
-:Cos'hai visto stanotte?
bam, la mia vita mi passò davanti agli occhi in un sol lampo, come un condannato a morte, prima della fucilazione, sgranai gli occhi e sentii le gote infiammarsi, credo fossi viola in viso, la zia sorrise maliziosa, non sembrava arrabbiata, dunque a cosa si riferiva,
-:Ho visto la luce accesa sino a tardi, a quell'ora in televisione non sono film per te!
mi sentii venir meno, ecco a cosa si riferiva, per un attimo avevo temuto il peggio,
-:Se hai curiosità sul sesso, è meglio che lo chiedi a zia, quei film non vanno bene per te!
chiuse il discorso. Mi rilassai e mi sedetti a tavola, la zia si sedette davanti a me, il suo seno rigoglioso, si intravvedeva generosamente dalla scollatura della corta vestaglia, iniziò a farmi domande sui ragazzi, mettendomi non poco in imbarazzo. Cercò di tranquillizzarmi, ma dopo averla vista con il suo amante, per me, era difficile affrontare quei discorsi, srnza rievocare nella mente, ciò che era successo in quella stanza. Mi chiese spudoratamente se mi toccavo, se avevo già baciato il mio primo ragazzo, deglutii a secco e stavo per risponderle onestamente, avevo mille cose da chiederle, sentivo di aver bisogno di non pochi chiarimenti, informazioni, volevo sapere tutto sul sesso. Proprio quando, pervasa da questo senso di onestà e dalla voglia di sapere, ammisi timidamente che mi toccavo, cosa che non fu per niente facile, ero molto timida e introversa, sentii la voce di Giovanni; così si chiamava l'amante, l'uomo di mia zia; arrossii violentemente, zia, cosa combini, non davanti a lui. Si sedette e mi guardò, sono sicura che nei suoi occhi vi fosse un fremito di desiderio, mi stava fissando con cupidigia ed ebbi; sebbene senza aver alcuna prova; la certezza, che fosse stato lui ad entrare nella mia stanza, mettere a posto le mie mutandine e scoprirmi, per vedermi nuda. Naturalmente di questo mio sospetto, non potevo parlarne alla zia, in più era un bell'uomo e tutto sommato il suo sguardo mi inorgogliva, facendomi sentire donna.
1 commento:
Grazie
Alcuni passaggi sono veramente agitati, da leggere senza fiato
Brava Letizia continua così
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