martedì 1 dicembre 2020

RITA - EPISODIO 5 + 6 (By Mary)


 

Anche oggi pubblichiamo due episodi della serie Rita, dedicata al tetativo di seduzione del Prof. Augusto ad opera della bella Lolita.

Riuscirà nel suo intento?

Grazie alla scrittrice Mary

 

EP. 5

Sentivo forte il battito del suo cuore, il dolce profumo e il calore della sua pelle, le posai una mano sulla gamba. Avevo in un certo senso, accettato quella situazione, la naturale attrazione che ci legava, sebbene ancora ne fossi sconvolto e soprattutto, nonostante ormai fossi convinto che non si trattava di un capriccio, rifiutavo l'idea di poter fare l'amore con lei. Era troppo per me, per il mio concetto di morale, molti miei colleghi, avrebbero approfittato della situazione, ammettendo quella che, subdolamente, avrebbero definito affinità elettiva, non poteva essere combattuta o controllata dalla ragione. Per me però, era diverso, pensavo che se davvero tra noi vi fosse questa affinità, il tempo l'avrebbe rafforzata o diversamente, tutto sarebbe finito senza oltrepassare il limite. La mia mano, mentre nella mia mente, questi concetti prendevano forma, era scivolata sulla coscia, grazie anche e soprattutto, alla sensualità della mia giovane allieva, che mi baciava il collo, solleticandomi con le dita le orecchie. Sfiorai la sua calda natura e lei fece scivolare un piede a terra, allargando le gambe,

-:Rita, mi stai facendo impazzire, mi piaci, ma tutto questo non è giusto!

le sussurrai dolcemente, ribadendo la mia certezza,

-:Uffa, sembri un disco rotto, ripeti sempre la stessa frase! Non ti costringerò a farlo, se non vuoi, ma non puoi impedirmi di amarti!

mi baciò, la sua lingua penetrò tra le mie labbra e mentre rispondevo con passione al suo bacio, le mie dita scivolarono dolcemente tra le labbra tumide della sua fichetta. Era come se dentro di me albergassero due entità differenti, una razionale che riconosceva quella finita ma che rifiutava di trascendere alla morale, l'altra passionale contrastava tutto ciò che riguardava le leggi, le convenzioni della società moderna. Incapace di una reazione, lasciavo che gli eventi mi travolgessero, ma la mia era una scusa e forse proprio per quello non mi sentivo apposto con la mia coscienza. Potevo semplicemente dire basta, fermarla con decisione, non era ancora successo niente e tutto sarebbe finito li, ma questo, sapevo bene, l'avrebbe allontanata da me e io non volevo. Mi nascondevo dietro alla morale, per giustificare la mia ritrosia, che per quanto non volessi ammettere, era dettata dalla paura di provare per lei un sentimento vivo e vitale, che, se avessi lasciato emergere, avrebbe destabilizzato tutte le mie certezze e il mio piccolo mondo perfetto. Ero un vigliacco, la desideravo, la volevo, ma lasciavo che le colpe della mia vigliaccheria, ricadessero su di lei e mentre nella mia mente, tutti questi concetti si aggrovigliavano tra loro, continuavo a baciarla con passione. Mi aveva sbottonato la camicia e mi accarezzava, sentivo le sue dita giocherellare sagacemente tra i peli del petto, mentre le mie dita scivolavano tra le tumide labbra della sua natura. Quella nostra intimità, fu interrotta dal suono squillante del telefono, Clara, e Lucia, erano state fermate in via XX Settembre, durante la manifestazione e causa la loro riluttanza a fornire le proprie generalità, era stato disposto un fermo di ventiquattro ore. Mi precipitai inutilmente in questura, lì incontrsi il giudice, che ben conoscevo e che conosceva altresì sia mia moglie, che mia figlia. Erano già state; essendo due facinorose, fermate molte volte e che per giunta, questa volta avevano anche resistito, con violenza, agli agenti, quel giorno il dottor Giuseppe, non aveva intenzione di farle rilasciare. Spiegai loro la situazione, sembrava fossero contente di passare la notte in cella. Quel loro comportamento mi infastidiva, per loro essere fermate, arrestate, durante una manifestazione era questione di vanto ogni cosa era e doveva essere finalizzata alla lotta contro il sistema, tranne poi, farsi forza dello stesso quando volgeva a loro favore, legato fortemente alla morale alle regole della vita sociale, leggevo nel loro comportamento una forte componente ipocrita. Tornai a casa, ero molto nervoso, Rita, mi aspettava davanti al portone, preoccupata mi chiese immediatamente di loro, soprattutto di Lucia, appresa la situazione, mi prese sotto braccio e salì in casa con me. Non so dove avessi la testa, la situazione poteva rivelarsi esplosiva, ma non feci una piega e la lasciai entrare in casa. Ci sedemmo in soggiorno, Rita, cercava in tutti i modi di tranquillizzarmi, in quel frangente aveva deposto le armi di seduzione, sfoggiate sino a quel momento, la situazione però era destinata a mutare. Il mio sguardo si posò sul suo seno, era veramente una ragazza stupenda, guardai le gambe, scivolando con glio occhi sulle sue cosce lisce e vellutate. Non so se si accorse della bramosia che ardeva nel mio sguardo, ma accavallò lentamente le gambe e il mio sguardo ingordo sfiorò le labbra della sua fichetta. Si alzò, la minigonna si era sollevata, scoprendo le morbide forme del suo culetto sodo e mentre io divoravo con gli occhi, le sue forme invitanti, telefonò alla madre, comunicandole che si sarebbe fermata a dormire da me, perché Clara, e Lucia, erano state arrestate, mi sentii venir meno, voleva dormire sotto il mio tetto, soli, io e lei, quando mi passò sua mamma al telefono, cercai in tutti i modi di convincerla, che non era il caso,

-:Non ti preoccupare Augusto, di te mi fido, Rita, è al sicuro a casa tua, domani fammi sapere come va a finire con Clara, e Lucia!

nonostante i miei sforzi, non riuscii a evitare quella situazione, che sapevo essere esplosiva,

-:Augusto, stai tranquillo, non ti mangerò!

esclamò, scoppiando a ridere appena chiusi la telefonata. Non era certo ciò che avrebbe potuto fare lei a preoccuparmi. Mi buttai sul divano, preoccupato, sia per quella situazione, che per mia moglie e mia figlia, Rita, mi si avvicinò da dietro e cominciò a massaggiarmi le spalle, mi rilassai subito, era piacevole il suo modo di toccarmi. Lentamente le sue mani scivolarono sul mio petto, sentivo il seno, i capezzoli sfiorare le spinse le mani più giù sull'addome, mi baciò il collo, le bloccai le mani chev già stava slacciando la cintura,

-:Ti preparo qualcosa da mangiare, sono brava sai!

non ebbi il tempo di risponderle, mi girai che già stava entrando in cucina. Guardavo in giro e respirando profondamente, cercavo di mettere ordine nei miei pensieri. Deciso a porre fine a tutto, mi alzai e la raggiunsi in cucina, quella storia non poteva avere un futuro, l'attrazione che provavo per lei, non poteva essere un sentimento sano, così come la fascinazione che Rita, provava nei miei confronti.

 


 

Ep 6

 

Non potevo credere ai miei occhi, Rita, era giovane, ma tutt'altro che una giovane ragazza ingenua, accorgendosi della miap presenza, si voltò,

-:Augusto! Uffa... mi hai rovinato la sorpresa!

completamente nuda, stava cucinando con addosso solo un grembiulino bianco a salopette. Mi avvicinai, era irresistibile e io ne ero attratto follemente, la abbracciai e la baciai con passione, stringendola a me con forza, sciolsi il fiocco del grembiulino e la spogliai completamente,

-:Non possiamo, lo sai Rita, sei bellissima, ma io non posso!

sussurrai sincero, ma allo stesso tempo le baciavo il collo e con le mani accarezzano il suo bel culetto sodo, scivolai con le labbra sul seno, baciandole i capezzoli,

-:Fermati Augusto! Sarò tua, ma solo se lo vorrai veramente, non voglio che sia solo passione!

mi bloccò, dimostrando quanto fosse profondo il suo desiderio,

-:Non ti chiederò mai di lasciare la tua famiglia, ma voglio che il tuo desiderio sia sincero, non un lampo di passione senza controllo, voglio che tu mi desideri e che non abbia a pentirti di ciò che faremo, che tu sia consapevole!

aveva ragione, dovevo decidere, comportarmi da uomo, non potevo continuare a dire di no e allo stesso tempo fare l'esatto contrario. Dovevo essere uomo, accettare le conseguenze delle mie scelte, allontanarla o amarla consapevolmente. Raccolsi il grembiulino e rimasi lì come una statua di cera a guardarla, era meravigliosa e mi aveva appena dimostrato che, a dispetto della sua giovane età era una donna. Inebetito dalla sua bellezza e dalle sue parole, rimasi lì a guardarla, Rita, mi baciò,

-:Vai, ti chiamo quando è pronto!

uscii dalla cucina ancora frastornato, cosa dovevo fare, cogliere quel frutto acerbo e invitante, o rinunciare a quella passione travolgente. Sprofondato sulla mia poltrona, combattevo con il mio senso della morale, non era giusto, un uomo della mia età, non poteva aver una relazione amorosa con una sua giovane allieva, non poteva essere giusto, ma ciò che provavo per lei, era sincero, non un mero desiderio sessuale. Dalla poltrona, potevo vedere la cucina, e vedere Rita,  che si muoveva con disinvoltura, una perfetta giovane massaia, mi alzai, vinto dal desiderio e mi avvicinai alla porta. Ormai la sorpresa, che mi stava preparando era svanita, o almeno così credevo e non temevo più di esser scoperto. Stava preparando un arrosto, si sentiva il profumo, si abbassò per controllarne la cottura, credo sapesse che la stavo spiando, perché si piegò in avanti, porgendo bene le spalle alla porta e potei vedere, oltre alle immacolate labbra della sua fichetta, anche il roseo fiorellino del suo culo. Il senso di colpa non mi dava tregua, eccitato come un toro tornai a sedermi sulla mia poltrona, che sistemai meglio, per poter continuare a seguire i suoi movimenti e godere delle sue grazie. Cominciai a riflettere, anzi per meglio dire a far a cazzotti con la mia morale, che continuava a tenermi bloccato. Ad un certo punto, Rita, si affacciò dalla cucina, fu un raggio di sole, che illuminò i miei occhi, mettendo pace nei miei pensieri, non era più una questione di morale, mi ero innamorato, era quello a terrorizzarmi, la paura di un sentimento vivo e pulito, che mi trascinava in una storia travolgente,

-:Al vino ci pensi tu! Io non ne capisco niente!

risposi come un automa. Ora tutto mi sembrava diverso, non era importante se fosse giusto o sbagliato il nostro rapporto, ma quanto i miei sentimenti nei suoi confronti fossero reali, l'amore, rimetteva tutto in discussione, non vi era più giusto o sbagliato, perché l'amore non è mai sbagliato quando è sincero. Ormai sicuro dei miei sentimenti, la morale non mi avrebbe più fermato, aspettavo che mi chiamasse, per condividere con lei la cena e soprattutto per dirle, senza più retoriche moralistiche che la desideravo, perché l'amavo. Era un po' che non vedevo più movimenti in cucina, ma totalmente assorbito dalle mie elucubrazioni, non feci caso al tempo che passava. Quando mi chiamò, sentii la sua voce peovenire dal corridoio, non era in cucina, la seguii come i marinai nell'odissea, seguivano il richiamo delle sirene. Giunsi davanti alla mia camera da letto,

-:In cucina c'è una cenetta romantica pronta per noi, oppure entri, cogli il mio frutto maturo e rimandiamo la cenetta a dopo!

non mi lasciava scampo, era il momento della verità. Il tempo si fermò, guardavo la porta, la maniglia d'ottone, entrare significava dire si a quella storia, accettare che la desideravo, ma più di tutto, significava smettere di dire che tutto ciò non era giusto e accettarne le conseguenze senza scuse. Allungai la mano e feci leva sulla maniglia, entrai lentamente, Rita, era nuda sul letto, mi sorrise, una rosa di confetti copriva il suo pube,

-:Dimmelo, dimmi che vuoi fare l'amore con me!

la sua non era una richiesta retorica, voleva sentirmi ammettere che volevo fare l'amore con lei, non mero sesso, ma qualcosa di più profondo, voleva ammettessi i miei sentimenti,

-:Rita, io... Rita, ti amo, voglio fare l'amore con te!

balbettai timidamente e lessi nei suoi occhi la gioia, l'amore, mi avvicinai lentamente al letto, mi tremavano le gambe, ero come un ragazzino alla sua prima cotta, non sapevo cosa fare, non era la prima volta che una donna mi aspettava nuda nel letto, ma ciò che provavo per lei mi stava facendo girare la testa. Mi guardò, nei miei occhi aveva letto tutto il mio imbarazzo, mi allungò una mano, invitandomi a raggiungerla su quel giaciglio,

-:Vieni amore, baciami!

sussurrò suadente e prendendomi la mano mi tirò dolcemente sul letto. La baciai, scivolai con le labbra sulla sua pelle che, rovente fremeva di desiderio, mi sbottonò la camicia, ansimando voluttuosamente e cominciò a carezzarmi il petto….

2 commenti:

Fausto ha detto...

Un tantino forzato, aspetto l'episodio finale, non avrei messo in mezzo L'Amore, ma ci sta.

Fausto ha detto...

Le copertine sembrano sbagliate, la scena della prima copertina è nel finale del secondo episodio