Proseguono le apprezzatissime avventure di Anna, raccontate dalla bravissima e simpaticissima MoniKa, che raggiungono il giro di boa in questa terza parte dove Anna viene sempre più travolta dalla scoperta del sesso. Pur arrivata a un importante gradino della sua consapevolezza, nuove esperienze però l'attenderanno nei prossimi episodi...
grazie ancora a MoniKa!
Donato
A differenza della norma, zio Antonio mi parve
preoccupato, o comunque non ridanciano ed esuberante come sempre.
La stessa impressione la fece anche a Gianni e Mario.
Non ci pensammo troppo, comunque, perché avevamo ben altre cose per la testa; l'interruzione avuta la sera prima non era destinata a durare troppo.
La stessa impressione la fece anche a Gianni e Mario.
Non ci pensammo troppo, comunque, perché avevamo ben altre cose per la testa; l'interruzione avuta la sera prima non era destinata a durare troppo.
E infatti, il giorno dopo, per tutta la mattina
entrambi i miei cugini non persero nessuna occasione per avvicinarsi e creare
"accidentali" contatti tra di noi, e poi, durante la consueta pausa
del primo pomeriggio, mentre mio padre, zio Beto e zio Antonio erano andati in
paese e mia madre e zia Virna erano indaffarate in casa, Gianni mi accompagnò
nel fienile, nella zona più interna della costruzione in mattoni e legno, in un
angolo libero ma riparato da un cumulo di balle di fieno.
Lì ci aspettava Mario, sempre taciturno.
Mi ritrovai al centro di quel ridotto spazio, con
Gianni alle mie spalle e suo fratello a pochi passi davanti a me, che mi
fissava.
Ero molto nervosa, perché sapevo cosa volevano fare; i
loro sguardi, che correvano su tutto il mio corpo, non lasciavano dubbi.
All'improvviso, Gianni mi tirò giù la gonnellina elastica che mi ero messa, in un solo colpo e insieme alle mutandine; io rimasi così, in piedi, tra loro due, incapace di parlare e ora anche mezza nuda.
Non so come mi ritornò la voce e ne approfittai per chiarire subito un punto cruciale: " Ragazzi... io non l'ho mai fatto".
Vidi subito un'espressione di sorpresa formarsi sul volto di Mario, e poi, girandomi, su quello di Gianni, che disse: " Ma... e quel tipo a cui lo ciucciavi?".
Giusta osservazione, pensai, e quindi risposi: " Solo quello era: sesso orale. Era un professore di matematica, e io, che non riuscivo a recuperare la materia con il rischio di essere rimandata, gli proposi quell'"accordo": pompini in cambio di buoni voti".
Era stata una cosa giusta? No, di certo, ma era l'unica soluzione che riuscii ad escogitare in quella situazione.
Era la prima volta che usavo il sesso per ottenere qualcosa, ma non sarebbe stata l'unica; tutte scelte, queste, sempre gestite con sentimenti contrastanti, in un misto di rabbia, smania di rivincita, ingenua insofferenza alle regole, superbia e orgoglio.
Vidi Gianni che si stava massaggiando il cazzo, già eccitato, mentre l'erezione di Mario la si vedeva a occhio nudo, tanto i suoi calzoni erano gonfi.
La loro cuginetta di città evidentemente non era avara di sorprese. - " Lo conoscevo da anni", proseguii, " e in molte occasioni mi era parso di notare un'attenzione un po' insistente verso di me. Lui accettò la mia offerta, e praticamente l'ho spompinato per quattro mesi buoni. Andavo a casa sua tre giorni alla settimana, ma a volte lo abbiamo fatto anche a scuola, quando in classe non c'era più nessuno. Mi ha toccato ovunque, ma non ha mai voluto altro, né io gli ho fatto intendere che poteva averlo. Comunque, non sono stata bocciata".
All'improvviso, Gianni mi tirò giù la gonnellina elastica che mi ero messa, in un solo colpo e insieme alle mutandine; io rimasi così, in piedi, tra loro due, incapace di parlare e ora anche mezza nuda.
Non so come mi ritornò la voce e ne approfittai per chiarire subito un punto cruciale: " Ragazzi... io non l'ho mai fatto".
Vidi subito un'espressione di sorpresa formarsi sul volto di Mario, e poi, girandomi, su quello di Gianni, che disse: " Ma... e quel tipo a cui lo ciucciavi?".
Giusta osservazione, pensai, e quindi risposi: " Solo quello era: sesso orale. Era un professore di matematica, e io, che non riuscivo a recuperare la materia con il rischio di essere rimandata, gli proposi quell'"accordo": pompini in cambio di buoni voti".
Era stata una cosa giusta? No, di certo, ma era l'unica soluzione che riuscii ad escogitare in quella situazione.
Era la prima volta che usavo il sesso per ottenere qualcosa, ma non sarebbe stata l'unica; tutte scelte, queste, sempre gestite con sentimenti contrastanti, in un misto di rabbia, smania di rivincita, ingenua insofferenza alle regole, superbia e orgoglio.
Vidi Gianni che si stava massaggiando il cazzo, già eccitato, mentre l'erezione di Mario la si vedeva a occhio nudo, tanto i suoi calzoni erano gonfi.
La loro cuginetta di città evidentemente non era avara di sorprese. - " Lo conoscevo da anni", proseguii, " e in molte occasioni mi era parso di notare un'attenzione un po' insistente verso di me. Lui accettò la mia offerta, e praticamente l'ho spompinato per quattro mesi buoni. Andavo a casa sua tre giorni alla settimana, ma a volte lo abbiamo fatto anche a scuola, quando in classe non c'era più nessuno. Mi ha toccato ovunque, ma non ha mai voluto altro, né io gli ho fatto intendere che poteva averlo. Comunque, non sono stata bocciata".
Entrambi sorrisero, ma nessuno parlò per molti
minuti.
Fu Mario a rompere quel mutismo chiedendomi: " Ma tu hai voglia di farlo?".
Fu Mario a rompere quel mutismo chiedendomi: " Ma tu hai voglia di farlo?".
Io, in piedi tra di loro, nella calura di quel fienile
in un pieno pomeriggio d'estate, rimasi ancora in silenzio e tenendo lo sguardo
basso.
- " Se ci vuoi sentire dentro di te, mettiti a quattro zampe", disse Gianni.
- " Se ci vuoi sentire dentro di te, mettiti a quattro zampe", disse Gianni.
La decisione l'avevano lasciata a me, quindi, e io avrei potuto anche andarmene, ma nel frattempo sia lui che Gianni avevano tirato fuori i loro cazzi, che erano durissimi.
Quella vista mi fece traballare e riempì il mio corpo
di desiderio.
Le gambe mi erano diventate molli, mentre le guance, i fianchi, la figa e le natiche le sentivo praticamente in fiamme.
Come sotto ipnosi, mi misi nella posizione che mi avevano indicato, quindi la mia risposta era: " Sì".
Le gambe mi erano diventate molli, mentre le guance, i fianchi, la figa e le natiche le sentivo praticamente in fiamme.
Come sotto ipnosi, mi misi nella posizione che mi avevano indicato, quindi la mia risposta era: " Sì".
I due fratelli allora si mossero, si avvicinarono
facendomi inginocchiare, mi sfilarono del tutto la gonnellina e le mutandine e
mi tolsero la morbida canottiera e il reggiseno, lasciandomi addosso solo le
leggere scarpe di stoffa, credo per evitare che mettessi i piedi su qualche
scheggia di legno.
Iniziarono a baciare le mie piccole tette e io a respirare più pesantemente, poi si alzarono in piedi, posizionando i cazzi vicino alla mia bocca.
Iniziarono a baciare le mie piccole tette e io a respirare più pesantemente, poi si alzarono in piedi, posizionando i cazzi vicino alla mia bocca.
Sentivo il loro odore, fortissimo, e senza che me lo
chiedessero cominciai a succhiarglieli e a leccarglieli, prima lentamente poi
con energia, saggiando con la lingua quanto erano duri (e lo erano!): la
frenesia cominciò a montare in loro, come la voglia in me.
L'affiatamento dei due, che avevo già notato, si manifestò anche questa volta; nessun imbarazzo o invidia li avrebbe mai divisi.
Mario disse al fratello: " Mettiglielo prima tu, ma non venirgli dentro".
I suoi modi erano sempre un po' bruschi, ma ora Mario stava comunque dimostrandomi una certa attenzione, persino di volermi bene, perché essere sverginata dalla sua verga mi avrebbe fatto davvero troppo male .
Gianni mi fece alzare, mi baciò, facendo correre velocemente la sua robusta lingua sulla mia, poi mi girò dolcemente e mi fece appoggiare le mani alla calda parete di legno.
Sempre con la lingua cominciò a percorrermi tutta la schiena, dal collo in giù, fino ad arrivare al mio ano, a cui dedicò non poche attenzioni, inumidendolo in maniera copiosa.
Mi preoccupai un po' delle sue intenzioni, ma dei piacevolissimi brividi mi arrivarono ovunque.
Poi, palpandomeli e gustandoseli, alzò un po' i miei fianchi, in modo da facilitare la penetrazione.
A quel punto si abbassò dietro di me e cominciò a leccarmi la figa - una passerina rimasta quasi totalmente glabra, che sembrava sempre quella di una ragazza molto più giovane di me - cosa che mi fece stringere i pugni e sussultare dal piacere: non era bravo come la mia ex, ma ci sapeva fare!
Gianni andò avanti così, molto a lungo, e io, già completamente intontita, avevo reclinato la testa all'indietro capace solo di ripetere: " Ancora... ancora... ancora... ancora!".
Quando lui sentì fremere le labbra della vagina, che grondava ormai senza freni, si alzò, per un po' ci strofinò sopra la sua cappella ben inumidita e poi, finalmente, entrò in me e cominciò a scoparmi.
Avvertii una fitta, un sordo dolore che si mescolava ad una scossa intensa che mi era salita a velocità supersonica direttamente nel cervello!
L'affiatamento dei due, che avevo già notato, si manifestò anche questa volta; nessun imbarazzo o invidia li avrebbe mai divisi.
Mario disse al fratello: " Mettiglielo prima tu, ma non venirgli dentro".
I suoi modi erano sempre un po' bruschi, ma ora Mario stava comunque dimostrandomi una certa attenzione, persino di volermi bene, perché essere sverginata dalla sua verga mi avrebbe fatto davvero troppo male .
Gianni mi fece alzare, mi baciò, facendo correre velocemente la sua robusta lingua sulla mia, poi mi girò dolcemente e mi fece appoggiare le mani alla calda parete di legno.
Sempre con la lingua cominciò a percorrermi tutta la schiena, dal collo in giù, fino ad arrivare al mio ano, a cui dedicò non poche attenzioni, inumidendolo in maniera copiosa.
Mi preoccupai un po' delle sue intenzioni, ma dei piacevolissimi brividi mi arrivarono ovunque.
Poi, palpandomeli e gustandoseli, alzò un po' i miei fianchi, in modo da facilitare la penetrazione.
A quel punto si abbassò dietro di me e cominciò a leccarmi la figa - una passerina rimasta quasi totalmente glabra, che sembrava sempre quella di una ragazza molto più giovane di me - cosa che mi fece stringere i pugni e sussultare dal piacere: non era bravo come la mia ex, ma ci sapeva fare!
Gianni andò avanti così, molto a lungo, e io, già completamente intontita, avevo reclinato la testa all'indietro capace solo di ripetere: " Ancora... ancora... ancora... ancora!".
Quando lui sentì fremere le labbra della vagina, che grondava ormai senza freni, si alzò, per un po' ci strofinò sopra la sua cappella ben inumidita e poi, finalmente, entrò in me e cominciò a scoparmi.
Avvertii una fitta, un sordo dolore che si mescolava ad una scossa intensa che mi era salita a velocità supersonica direttamente nel cervello!
Appoggiai la faccia alle assi della parete del
fienile, rese roventi dal sole estivo.
Respiravo a fatica... ovunque aria calda e polvere del
legno... sudavo tantissimo... tossii e mi scesero alcune lacrime.
Mi parve di avere come una specie di black-out: per un po' non sentii nessun rumore, come se fossi entrata in una bolla di vetro.
Non percepivo neanche i miei pensieri... ma poi, lentamente, tornai in me.
Gianni, tenendomi salda per i fianchi, aveva preso un ritmo che trovavo piacevole, e continuò così, finché mi abituai a quell'intruso dentro il mio corpo, che usciva e rientrava in continuazione, stordendomi di colpi, forti o più gentili ma a ripetizione.
Non so quanto tempo passò, ma iniziai a mugolare.
Lui, con la voce un po' affannata, mi chiese: " Ti... piace?".
-" S-sì... sì... sì", risposi.
- " Cosa senti?", chiese.
E io, deglutendo: " E' duro... così duro... e c-caldo... vorrei che... che durasse per sempre!".
- " Brava la mia cuginetta che si prende il cazzo! Mi fa impazzire... vederti così!".
Mi parve di avere come una specie di black-out: per un po' non sentii nessun rumore, come se fossi entrata in una bolla di vetro.
Non percepivo neanche i miei pensieri... ma poi, lentamente, tornai in me.
Gianni, tenendomi salda per i fianchi, aveva preso un ritmo che trovavo piacevole, e continuò così, finché mi abituai a quell'intruso dentro il mio corpo, che usciva e rientrava in continuazione, stordendomi di colpi, forti o più gentili ma a ripetizione.
Non so quanto tempo passò, ma iniziai a mugolare.
Lui, con la voce un po' affannata, mi chiese: " Ti... piace?".
-" S-sì... sì... sì", risposi.
- " Cosa senti?", chiese.
E io, deglutendo: " E' duro... così duro... e c-caldo... vorrei che... che durasse per sempre!".
- " Brava la mia cuginetta che si prende il cazzo! Mi fa impazzire... vederti così!".
Quelle parole fecero aumentare ancora di più la mia
eccitazione!
Questo giusto in tempo prima di iniziare a pensare
anche a quello di Mario, che mi preoccupava molto di più.
Lo vedevo lì vicino, con gli occhi bramosi e con
l'uccello in mano: in completa erezione, marmoreo e con quella gigantesca
cappella viola.
Poco dopo, Gianni estrasse il suo cazzo, mi baciò
sulla nuca e si mise di lato, lasciando il posto a suo fratello.
La dinamica fu simile; io ero sempre appoggiata con le mani alla parete del fienile, ma la mia figa, ormai aperta e fradicia, non oppose troppa resistenza a quella specie di strano palo, che comunque, appena lo sentii entrare, mi diede una scarica nella testa che mi fece perdere il controllo degli arti: furono le braccia di Mario a tenermi in piedi!
La dinamica fu simile; io ero sempre appoggiata con le mani alla parete del fienile, ma la mia figa, ormai aperta e fradicia, non oppose troppa resistenza a quella specie di strano palo, che comunque, appena lo sentii entrare, mi diede una scarica nella testa che mi fece perdere il controllo degli arti: furono le braccia di Mario a tenermi in piedi!
Me lo infilò piano, ma ne percepii ogni centimetro,
tanto era grosso.
Una volta messo tutto dentro, Mario posizionò una mano
sul mio fianco sinistro, umido di sudore, e l'altra sulla mia spalla destra, in
modo da tenermi ferma, e iniziò a pomparmi con foga, facendo sbattere
ritmicamente i suoi grossi testicoli contro di me.
Quel rumore mi sconvolse e una sensazione di estasi mi
invase totalmente!
Non capivo più niente; perdevo saliva dalla bocca e sulle cosce correvano a fiotti i miei umori caldi.
Sentivo che dalla figa si propagava in tutto il mio corpo l'energia con cui Mario mi stava possedendo, cosa che mi diede un'incredibile ondata di benessere.
Non capivo più niente; perdevo saliva dalla bocca e sulle cosce correvano a fiotti i miei umori caldi.
Sentivo che dalla figa si propagava in tutto il mio corpo l'energia con cui Mario mi stava possedendo, cosa che mi diede un'incredibile ondata di benessere.
Poi, mentre osservavo Gianni lì vicino che continuava
a toccarsi per farselo restare duro, io, che in maniera scoordinata
cercavo di sorreggermi alla parete, cominciai a tremare visibilmente e
raggiunsi l'orgasmo!
- "Ve... vengo! Sto veneeendo! Sìììì!", dissi, totalmente
incredula e trattenendo a stento la voglia di urlarlo al mondo.
Non pensavo di poter godere così tanto la mia prima volta!- "Così, Annetta, così!", mi rispose Mario.
Fu lui il primo uomo che mi portò a quel punto... e questa cosa non la dimenticai più.
Non pensavo di poter godere così tanto la mia prima volta!- "Così, Annetta, così!", mi rispose Mario.
Fu lui il primo uomo che mi portò a quel punto... e questa cosa non la dimenticai più.
Al suo culmine, Mario mi fece inginocchiare di nuovo, e in quel frangente vidi alcune gocce rosse sulle assi del pavimento, poi sia lui che Gianni avvicinarono i loro cazzi alla mia faccia e vennero quasi simultaneamente, mentre io spalancavo totalmente le labbra con la smania bruciante di bere il loro sperma quanto più possibile, facendo saettare la mia lingua in direzione dell'Universo.
26 commenti:
Che caldo, gente... avrei voluto esserci anch'io in quel fienile con Anna!
"facendo saettare la mia lingua in direzione dell'Universo."
Chiusura fenomenale!
Brava Monika!
Spero di leggerti a lungo.
..portato al culmine del piacere..il finale romanticamente originale conduce all'estasi..
Una puntata di notevole intensità!
Delle domande all'autrice si possono fare qui o ci sono altri spazi a disposizione?
E leggendo questa terza parte delle memorie di Anna, non solo ti riconfermo quanto già ti avevo detto in privato, ma ne approfitto per farti una supplica: non smettere di scrivere, Monika. Che non ti venga proprio in mente. Intesi?
Molto eccitante come storia nel complesso e con una protagonista non scontata. Sto apprezzando come cresce puntaa dopo puntata, senza perdere sensualità e carica erotica.
Complimenti Monika!
Sinceramente non riesco a farmelo piacere, l'intensità del racconto, così come ne parlano gli altri commentatori, non la sento, manca tutta la parte emotiva e introspettiva, oltre ad essere piuttosto banale nella trama, sinceramente, vorrei che l'autrice, si spingesse oltre nel descrivere le emozioni e le sensazioni, sembra scritto da un uomo, che per ovvie ragioni, non può sentire, capire, ne provare ciò che prova una donna.
Ps: ho apprezzato molto di più, il racconto di Candela Flamenca, che scivola nei sogni di una donna, svelandone la bramosia
Non per creare polemiche ma non concordo affatto con gli ultimi due commenti, sia per la costruzione della trama della storia (semplice, è vero, ma per nulla scontata) che per come viene tratteggiato il personaggio di Anna, con l'evidente definizione dei sentimenti e dubbi che lei prova.
Imparagonabile poi al racconto del sogno del treno della Flamenca, quello si che potrebbe essere tranquillamente una fantasia puramente maschile.
Non ho detto fantasia maschile, parlando della storia qui sopra, ma stile di narrazione, comunque la storia è gradevole.
Per quanto alla tua affermazione sulla storia di Candela, non credo sia una fantasia puramente maschile, tutt'altro, svela una verità, siamo noi uomini ad avere fantasie limitate, tant'è vero che sul blog, tranne Donato, le scrittrici, son tutte donne!
Per "fantasia maschile" sul racconto della Flamenca intendevo anche dire per come è raccontato ed esposto il tutto, non solo la situazione in sé, che quella di sicuro ha abitato e abita i sogni di milioni di uomini, me compreso.
Ma, ribadisco, il livello di cura nei personaggi e struttura della storia, anche come sfumature e dettagli (mi ha colpito ad esempio, quando si sofferma sulle scarpe di Anna, che non le vengono fatte togliere per evitare che si possa fare male) a me sembra imparagonabile con la serie di "Anna".
Vuol dire che ho letto troppi racconti e che sono abituato a caratterizzazioni più intense
E le hai trovate nel racconto della Flamenca? Va beh... ognuno ha i suoi gusti.
Può sembrare banale, ma se guardi le sfumature, come lascia in sospeso il desiderio, cosa molto particolare che segna il confine tra sogno e realtà, come se non avesse il coraggio di andare sino in fondo, si intravede moltissimo della personalità del soggetto
Non so che racconto hai letto, ma in quello della Flamenca non c'è nulla di lasciato in sospeso, e meno che mai il desiderio, visto che all'uomo del sogno viene totalmente appagato e lei, in un passaggio dove non è chiarissimo se sta ancora sognando o meno (penso che la cosa sia voluta), si soddisfa da sola e con gusto, preparandosi poi mentalmente al vero viaggio che farà da lì a poco (e quindi ben disposta, pare, ad andare davvero fino in fondo).
Comunque, come detto in un precedente intervento, non volevo fare inutili polemiche (tanto ognuno resterà comunque della sua idea), ma la tua critica iniziale mi è parsa così netta da risultarmi persino gratuita.
In ogni caso, salvo "imprevisti", i miei interventi finiscono qui.
Buone letture a tutti.
Chiudo la sterile discussione, dicendo due cose:
Nel racconto di Candela, si evidenzia che sono già diversi mesi che lei sogna (cosa che forse ti è sfuggita) lei, si masturba, si ma sempre nel suo sogno ed è chiaro (non è come dici tu non sia chiaro se sogno o realtà) terzo, si prepara a un viaggio che come dice all'inizio, ha già fatto molte volte, e dunque, anche se certa che accadrà, non da sicurezze.
Per quanto ad Anna, non vedo la crescita di una sprovveduta ragazzina, tutt'altro, tanto che la protagonista è un'autentica giovane troia, pronta a barattare sesso con il professore in cambio della promozione!
E qui chiudo grazie
Mi fa piacere che i nostri racconti inizino a far un po' discutere i lettori (e spero anche le lettrici). Giusto confrontarsi con gusti e pareri diversi, ovvio in maniera civile e senza offendere ne gli autori e le autrici ne chi la pensa in maniera opposta alla nostra. Per quanto mi riguarda tutti i racconti ospitati qua hanno un loro perché ed esprimano in maniere diverse le varie sfumature della fantasia o esperienza femminile. Detto questo oltre a quelli scritti da Donato abbiamo ospitato anche altri scrittori al maschile (vedi la mini-serie del Commesso) oppure il piccolo e delizioso racconto del fumettista Germano Garau. Ne ospiteremo altri sia maschili che femminili, per capire il variegato immaginario erotico. Ospiteremo anche racconti lesbo (come quelli scritti in passato dalla mia amica Lesbia) racconti gay. L'importante è che siano "tippeschi" e questi fin'ora ospitati lo sono...
Il tuo ultimo commento, Fausto, dice molto di te, che dici ad altri di non capire mentre dovresti guardarti un po' allo specchio.
Non c'è bisogno davvero di aggiungere altro.
Anche io chiudo qui la discussione.
Grazie a Tippy per le ulteriori precisazioni sugli autori presenti nel blog.
La mia critica, non era certo un attacco all'autrice, tutt'altro, era un punto di vista, in quanto ho trovato incongruente la giovane protagonista "Anna", descritta dai suoi fan, come una ragazzina in crescita, quando nel racconto, si evidenzia la sua natura da "puttana" pronta a vendere sesso in cambio della promozione. In più, non leggo una grande introspezione, che secondo me, viene solo accennata.
Ma ripeto è un mio punto di vista, del resto, se posso, aggiungere, ho apprezzato molto il primo racconto di Letizia Amore, ma dei seguenti, tranne la caratterizzazione, data dalla sua capacità di scrivere sia in prima che in terza persona, o al maschile e al femminile, cambiando impostazione, e modo di descrivere la situazione, la storie, come spesso capita, sono e questo si deve all'argomento trattato, a volte scontate.
Ps: questo accade anche nel mitico fumetto de Il tromba! Uno dei miei preferiti
Non ho detto che gli altri non capiscono, non l'ho mai affermato, ho detto che dal mio punto di vista, non vi è tutta questa caratterizzazione e ingenuità del personaggio, ma vedo che a differenza mia, tu sei sceso sul personale, io non ho bisogno di guardarmi allo specchio, non giudico le persone (cosa che hai fatto tu!) la mia era casomai una critica ad un racconto e un personaggio di fantasia.
E qui chiudo io, sono ospite su un blog e non mi va di scendere in sterili diattribe!
In uno dei tuoi ultimi commenti ripeti in due occasioni che io non ho capito o mi sono sfuggite delle "sottigliezze" del racconto della Flamenca che tu invece hai pienamente colto.
A me sembra buttarla un po' sul personale anche questo.
A parte che anche qui sono solo punti di vista, e quelle sottigliezze io davvero non ce le vedo, ma anche nelle ulteriori critiche che fai al personaggio di Anna, definendola senza mezzi termini "troia" e "puttana", in maniera un po' bacchettona e da pretino, dimostri invece e ancora di aver letto questo racconto con un occhio chiuso, perché il sentire della ragazza per quelle scelte fatte è invece ben delineato, ed è un chiaro sintomo di quanto la sua personalità sia ancora in formazione, confusa, immatura e, a volte, perduta.
Cosa avvertita, invece, dalla stragrande maggioranza dei lettori che hanno commentato questo episodio.
Mi sorprende davvero leggere tali affermazioni così categoriche, e meno male che dici di essere un lettore di racconti erotici.
Scusa, forse mi sono espresso male, ma per me, ed è un punto di vista, una ragazza che fa pompini in cambio della promozione (e questo è ben descritto nella storia) anziché aprire i libri e studiare, non è certo un ingenua e ha l'elevazione morale e la rettitudine di una libera professionista che vende il proprio corpo all'angolo della strada. Che comunque mai giudicherei, senza conoscerne la storia.
Questo poi nulla toglie al racconto erotico, ma non vi vedo nulla della sua fantomatica progressione nella scoperta del sesso.
Non risponderò più, ne commenterò altro, per rispetto alla nostra ospite.
Grazie Tippy... un bacio
"Rettitudine morale"... fantastico!
Ci sarebbe da ridere se non fosse grottesca come definizione.
Mi sai dire quale protagonista dei racconti fin qui letti, indipendentemente dagli autori/autrici, può essere descritta come "donna dalla ferrea rettitudine morale"?
Nel caso di Anna vengono anche sottolineate le sue motivazioni e i suoi stati d'animo in quelle circostanze, cosa che di crto non la eleva come persona, ma non è quello l'intento dell'autrice (almeno a mio parere), ma solo di descrivere (in maniera plausibile) una ragazza in balia di situazioni che non sa gestire, dettagli che difficilmente a me sembra di leggere normalmente in questo genere di racconti.
Comunque, la chiudo anche io qui, perché il discorso sta diventando surreale.
Aspetto i nuovi racconti, soprattutto di Noemi Conte e Monika, che sono, per ora, le scrittrici che mi hanno più interessato e colpito.
Buon lavoro a tutto lo staff del blog!
personalmente la ritengo una delle serie più riuscite, almeno fino a questo nomento, con un'interessante attenzione alle sfumature emotive, una cura nella scrittura non proprio comune e un'aefficace descrizione delle situazioni erotiche.
Sono curioso di seguire gli sviluppi!!
Lette stamattina le prime tre parti, devo dire che mi ha sorpreso molto, e mi è sembrata una storia molto erotica e con una protagonista credibile (quanto vorrei conoscrla davvero, Anna).
Alcuni momenti li ho sentiti particolarmente, come i rapporti orali nella seconda parte e tutta la situazione nel fienile, tanto che mi sembrava di essere li (e mi sarebbe piaciuto, lo ammetto!!).
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